Radin: «Ci sarà bisogno di tanto lavoro e anche di esperienza»

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Radin: «Ci sarà bisogno di tanto lavoro e anche di esperienza»
Foto: Ivor Hreljanović

I candidati della lista “Unità e Comunità” al seggio specifico della CNI al Sabor, Furio Radin e Marin Corva, hanno presentato alla Comunità degli Italiani di Fiume la loro candidatura per le elezioni del 17 aprile. Il loro intervento è giunto a conclusione del concerto “Canta, che ti pasa”. Furio Radin ha esposto alcuni punti del suo programma politico, ritenuti essenziali in questo momento per la Comunità Nazionale Italiana, rilevando l’importanza della scuola, del bilinguismo, dell’identità e della sua condivisione tra le varie generazioni, le Comunità e le istituzioni, senza scordare una quanto più omogenea uniformità di trattamento.
Il candidato ha poi proseguito: “La prima domanda alla quale voglio assolutamente rispondere è quella che, in modo latente o manifesto, ristagna nelle nostre menti, ed è: Furio, ancora un mandato? La risposta è si e no allo stesso tempo. In realtà avevo già incominciato a fare i pacchi per porre fine al mio percorso politico e godermi in santa pace gli anni di noi, diversamente giovani. Poi diversi connazionali, ma innanzitutto Marin Corva, il mio sostituto, mi hanno messo di fronte ad alcune responsabilità, concernenti la situazione poco edificante dell’Unione Italiana, con risvolti internazionali, e la problematica nazionale, estremamente complessa. In altri termini, mi è stato chiesto, per un periodo, di mettere a disposizione la mia esperienza accumulata in tre decenni di vita politica. Naturalmente, insieme a tutte le istituzioni della CNI e in stretta collaborazione con il mio sostituto, che sarà nuovamente Marin, ma con molto più lavoro insieme. Bisognerà capire il modo in cui tutti possano fare un passo indietro per il bene comune”.
La seconda domanda – ha sottolineato Radin – “è quella dell’annoso Trattato italo-croato sulle minoranze. L’hanno firmato l’Italia e la Croazia e dovranno finalmente rimboccarsi le maniche e mettere su un tavolo tecnico, peraltro già concordato con la premier Giorgia Meloni. È inconcepibile che siano gli Stati a firmare e che poi ne parliamo soltanto noi. Siamo stati noi, infatti, a conseguire quella parte di successi che ci rendono fieri del nostro operato (sd esempio il bilinguismo a livello statale, che ci permette di avere denominazioni di città, strade, vedi la Y, e istituzioni nazionali con le diciture bilingui, praticamente noi unici tra tutte le comunità minoritarie in Croazia). Ma non basta, il lavoro davanti a noi è ancora molto”. La terza domanda – ha proseguito il candidato – “è quella che riguarda i finanziamenti: li abbiamo aumentati considerevolmente da Zagabria, con 7 milioni di euro annui di fronte ai 3 e mezzo da Roma. Perché rimanga una situazione stabile ci sarà bisogno di tanto lavoro ed esperienza. Anche qui ci sarà bisogno di lavoro comune, soprattutto con il mio sostituto che, per il bene di tutti, dovrò formare in questo periodo davanti a noi”.

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