Aia. Tremul: «Nessuno rischia di finire sul lastrico»

Il presidente dell’Unione Italiana ha illustrato la sua proposta per il futuro dell’Agenzia informativa capodistriana

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Aia. Tremul: «Nessuno rischia  di finire sul lastrico»
Maurizio Tremul / Fotografia di Roni Brmalj

Prosegue la querelle legata alle sorti dell’Agenzia informativa adriatica (AIA) che assicura la pagina capodistriana al nostro quotidiano. Il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, ha convocato oggi, venerdì 31 marzo, una conferenza stampa nel corso della quale ha trattato l’argomento. Il caso, si ricorda, è diventato d’attualità dopo che il direttore dell’AIA, Claudio Geissa, ha rassegnato le dimissioni con l’intenzione di ritirarsi in pensione. Le sue dimissioni sono state registrate dal competente Tribunale. Individuare il suo successore è essenziale per assicurare il funzionamento di questa realtà importante della Comunità Nazionale Italiana. Come è noto, a seguito delle dimissioni di Geissa e in mancanza di un’intesa sulla nomina del suo successore tra i fondatori dell’AIA (l’UI detiene il 61 p.c. delle quote, la CAN Costiera il 20 p.c. e la GEDI il 19 p.c.) è a rischio la sua stessa esistenza, come pure i posti di lavoro dei giornalisti in essa impiegati.
“Nessuno rimarrà in strada, nessun posto di lavoro sarà a rischio. Tutti avranno il pane e il companatico per far vivere le proprie famiglie!”, ha dichiarato Tremul ai giornalisti nella sede dell’UI di Capodistria. “Esiste l’abitudine – ha proseguito – della politica urlante di fare chiasso per celare la verità. Questi politici addossano agli altri ciò che sono loro a fare abitudinariamente per distogliere l’attenzione dalle cose veramente importanti che invece non si debbono sapere, conoscere”. “In questa vicenda – ancora Tremul – fatta di reti tentacolari del potere per avere il controllo su tutto e zittire le opinioni e la libertà di pensiero, nel porto delle nebbie il lupo si traveste d’agnello. Umiltà e inclusività, spirito cooperativo e professionalità, volontà vera di collaborazione e sincerità, trasparenza e accuratezza. Bastava un pizzico di questi valori e non saremmo giunti a questo punto”. “Tutta la macchina del fango orchestrata contro l’UI e contro me in primis, si concentra solo su un punto: la mancata nomina del direttore dell’AIA lo scorso 13 marzo 2023. La campagna ordita, fatta di omissioni e di mezze verità, ha oscurato tutto il resto. E ha oscurato circostanze fatte di negligenze enormi!”, ha affermato Tremul, puntualizzando che l’UI in passato ha tentato, invano, a più riprese di far convocare l’Assemblea dell’AIA che non si era riunita da anni. Ha rilevato, inoltre, che i tentativi di baypassarlo possono essere intesi anche come una manovra tesa a “delegittimare l’UI”. “Qual è stato il mio errore? Quello di aver detto che il re è nudo. Lo ammetto: dovevo starmene zitto e cuccio, come si vuole stiano i connazionali, essere sodale con la gestione irresponsabile condotta fino ad ora”, ha detto Tremul, annunciando di essere pronto a rinunciare alla nomina a presidente dell’Assemblea dell’AIA (incarico che sostiene avrebbe avuto intenzione di ricoprire pro bono e soltanto per 120 giorni) e proponendo una nuova soluzione.
“L’Assemblea dei soci (dell’AIA nda) si riunisca quanto prima e approvi immediatamente il bando per il direttore, fissando criteri chiari, per un direttore di alto profilo e di grandi competenze. Comunichiamo al Tribunale questa circostanza. Scegliamo e insediamo il nuovo direttore che uscirà dal bando. Adeguiamo l’Atto societario alle disposizioni di legge in essere. Modifichiamo l’Atto societario adeguandolo alle norme legislative in essere che prevedono, ad esempio, che le decisioni siano assunte con il 50 p.c. più uno dei voti e non con una quota dell’85 p.c. che, come vediamo, blocca la gestione dell’AIA. Quindi si modifichi l’Atto societario inserendo la quota d’approvazione delle delibere in conformità alla legge in vigore per tutte le Srl”, ha proposto Tremul. Infine, il presidente dell’UI si è chiesto: “Ma cosa c’azzeccano UI e CAN Costiera nella compagine proprietaria dell’AIA che ha il solo scopo di fornire la pagina capodistriana de ‘La Voce del popolo’ e parzialmente delle altre testate dell’Edit?”. “Quando venne costituita l’AIA ai primi anni ‘90 si doveva fare in questo modo perché la legge slovena di allora lo imponeva: ora queste imposizioni non esistono più. Le Case editrici, i quotidiani, i media, hanno corrispondenti all’estero, hanno proprie società all’estero anche per raccogliere pubblicità, ecc. Pertanto, una volta acquisite le quote GEDI (che sembrerebbe intenzionata a uscire dall’AIA) nella proporzione 50-50 p.c. UI-CAN Costiera, cediamo tutti le nostre quote dell’AIA all’Edit. È la soluzione più lineare e sensata”, ha concluso Tremul.

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