I venti di guerra soffiano sul turismo croato

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I venti di guerra soffiano sul turismo croato

L’estate del 2021 è stata contraddistinta da numeri inaspettati, grazie soprattutto al fatto che i turisti potevano arrivare in Croazia senza grosse restrizioni epidemiologiche, rispetto agli altri Paesi del Mediterraneo, dove le misure erano molto più stringenti. Ma il 2022 doveva essere l’anno del rilancio definitivo e il booking stava già segnando numeri record. Ma dopo la pandemia, è arrivata la guerra in Ucraina che spariglia ancora una volta le carte in tavola. In questo momento nessuno può dire con certezza in che modo l’invasione russa si rifletterà sulla stagione turistica, ma i timori sono tantissimi. Non solo per la possibilità che i viaggi subiscano un blocco, ma anche per il fatto che già dopo i primi giorni del conflitto in Ucraina, i prezzi di gas e petrolio sono schizzati alle stelle. E ciò potrebbe avere delle pesanti conseguenze sui movimenti turistici, soprattutto delle famiglie che nel confronto con il carovita potrebbero rinunciare alle vacanze estive.

Partiamo proprio dai russi, che non sono tra i principali vacanzieri in Croazia, ma che negli ultimi anni, anche grazie all’abolizione dei visti d’ingresso, sono diventati sempre più numerosi sulla sponda orientale dell’Adriatico. Non va nemmeno scordato che durante la pandemia i russi hanno fatto registrare numeri importanti – nel dicembre 2021 erano i villeggianti stranieri più numerosi – anche grazie al cosiddetto turismo sanitario, ossia al fatto che venivano in Croazia per farsi somministrare uno dei vaccini antiCovid riconosciuti in tutto il mondo. Nel 2019, prima dello scoppio della pandemia, in Croazia i russi hanno fatto registrato poco meno di un milione di pernottamenti, ma nel gennaio di quest’anno, in base ai dati del sistema centralizzati eVisitor, hanno fatto registrare circa 11mila arrivi (+445 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019 dei record) e 34mila pernottamenti (+350 su gennaio di tre anni fa). I loro nemici ucraini, invece, in gennaio hanno raggiunto la Croazia in duemila (+47 p.c. se il dato viene confrontato con lo stesso mese del 2019) e hanno realizzato 12mila pernottamenti (+47 p.c. su gennaio 2019).

Anche quest’anno prenotazioni last minute

“È ancora troppo presto per fare qualsiasi tipo di previsione”, ha dichiarato Veljko Ostojić, direttore dell’Associazione croata del turismo (HUT). “Ma bisogna essere sinceri e dire che la guerra in Ucraina avrà sicuramente delle pesanti ripercussioni sul turismo. Ogni conflitto, soprattutto questo nel cuore dell’Europa, fa riflettere le persone se viaggiare o restare a casa”. A detta di Ostojić le prime avvisaglie sono già arrivate con il “booking che si è praticamente fermato”. Il discorso vale soprattutto per le festività pasquali, che dovevano rappresentare il termometro della prossima stagione turistica. Però, il direttore dell’HUT guarda positivo. “Già da diversi anni, ma soprattutto con l’avvento della pandemia di Covid, i turisti hanno preferito le prenotazioni last minute. Quindi, credo anche quest’anno sarà così”.

L’analista politico Davor Gjenero, dal canto suo, afferma che la Croazia “è in una posizione geografica favorevole e può essere facilmente raggiunta con le automobili”. Oltre all’assenza di russi e ucraini, che “non sarebbe un durissimo colpo per il settore della ricezione croato”, molto proobabilmente verrebbero a mancare anche i turisti dagli Stati Uniti, su cui fa affidamento Ragusa (Dubrovnik), perché “gli statunitensi difficilmente viaggiano in Europa se nelle vicinanze è in corso un conflitto armato”, ha spiegato Gjenero. L’analista è più preoccupato dai prezzi che “già con l’inflazione sono balzati in modo eclatante e con la guerra in Ucraina la situazione potrebbe diventare ancor più pesante. E il turismo è il primo a risentirne perché le persone tagliano innanzitutto i viaggi se fanno fatica ad arrivare a fine mese”, ha concluso Gjenero.

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