Israele, razzi contro Tel Aviv. Guterres: «Situazione a Gaza disperata»

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Israele, razzi contro Tel Aviv. Guterres: «Situazione a Gaza disperata»

(Adnkronos) – Mentre proseguono le operazioni israeliane in risposta al terribile attacco del 7 ottobre di Hamas in Israele, lancio di razzi questa mattina contro Tel Aviv e altre città nella parte centrale di Israele, come Herzliya, Ra’anana, Holon e Hod Hasharon. Lo riferiscono i media locali, precisando che al momento non si hanno notizie di vittime o danni.

Sirene di allarme stamane per il lancio di razzi anche nelle località israeliane vicine alla Striscia di Gaza. Secondo i media israeliani, l’allerta è scattata a Nir Oz, Nirim, Nahal Oz e Magen.

La situazione a Gaza peggiora di ora in ora, serve un cessate il fuoco per mettere fine “all’incubo” dello spargimento di sangue. E’ la nuova denuncia arrivata dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, in visita in Nepal. “La situazione a Gaza sta diventando di ora in ora più disperata – ha detto -. Mi dispiace che invece di una pausa umanitaria che è sempre più necessaria, sostenuta dalla comunità internazionale, Israele abbia intensificato le sue operazioni militari”.

Migliaia di persone hanno intanto fatto irruzione in diversi magazzini e centri di distribuzione dell’Unrwa nelle aree centrali e meridionali della Striscia di Gaza, portando via farina di grano e altri beni di prima necessità come forniture igieniche. Lo scrive in una nota l’Unrwa. “Questo è un segnale preoccupante che l’ordine civile sta iniziando a crollare dopo tre settimane di guerra e uno stretto assedio a Gaza – spiega l’agenzia -. Le persone sono spaventate, frustrate e disperate”, ha affermato Thomas White, direttore degli affari dell’Unrwa nella Striscia di Gaza.

“Le scorte sul mercato stanno finendo mentre gli aiuti umanitari che arrivano nella Striscia di Gaza con i camion provenienti dall’Egitto sono insufficienti. I bisogni delle comunità sono immensi, anche solo per la sopravvivenza di base, mentre gli aiuti che riceviamo sono scarsi e inconsistenti”, ha aggiunto White.

Nelle prossime ore “verranno rafforzati gli sforzi umanitari per Gaza, guidati da Egitto e Stati Uniti”. Ad assicurarlo, il portavoce delle forze israeliane (Idf), Daniel Hagari, come riporta il sito israeliano di notizie Ynet.

Le Idf, spiega quindi il portavoce, “hanno avvertito per più di due settimane gli abitanti di Gaza, con diversi mezzi di comunicazione, affinché stiano lontani dalle postazioni di Hamas. Oggi insistiamo sull’urgenza di questo monito: i civili nel nord di Gaza e a Gaza City devono spostarsi temporaneamente verso sud, verso luoghi più sicuri, dove possono avere acqua, cibo e medicine”.

Aumenta intanto il numero delle truppe israeliane dispiegate nel quadro dell’operazione nella Strisci. Le Idf hanno aumentato il numero di unità in campo nel contesto dell’ampliamento delle operazioni nell’enclave palestinese, scrive il Times of Israel secondo cui le forze stanno intervenendo più in profondità nella Striscia rispetto ai giorni scorsi.

Nel nord della Striscia di Gaza un ufficiale delle forze israeliane è intanto rimasto gravemente ferito dall’impatto di un colpo di mortaio e un altro soldato è rimasto ferito durante uno scontro a fuoco con Hamas. Entrambi sono stati trasferiti in ospedale. Lo riferisce il Times of Israel, secondo quanto confermato dai militari israeliani. Gli incidenti sono avvenuti nella notte.

E sono circa 450 gli obiettivi di Hamas colpiti nelle ultime 24 ore nelle operazioni di caccia israeliani nella Striscia di Gaza, fanno quindi sapere le forze israeliane su X. Nel mirino, centri di comando di Hamas, postazioni di osservazione e per il lancio di missili anticarro. Estese, confermano, le attività delle forze di terra nella Striscia, controllata da Hamas, con le truppe di terra che hanno colpito “cellule di terroristi” che si apprestavano a sferrare attacchi, anche con missili anticarro.

Israele ha “superato la linea rossa” e “potrebbe costringere tutti a intervenire”. E’ quello che si legge intanto in un post pubblicato sull’account del presidente iraniano Ebrahim Raisi sul social.

“I crimini del regime sionista hanno superato le linee rosse, fatto che potrebbe costringere tutti a intervenire – avverte Raisi -. Washington ci chiede di non fare nulla, ma continua ad assicurare ampio sostegno a Israele. Gli Stati Uniti hanno inviato messaggi all’asse della resistenza (le forze sostenute dall’Iran in Medio Oriente, Hamas e gli Hezbollah libanesi compresi) , ma hanno ricevuto una risposta chiara sul campo di battaglia”.

L’Iran non ha alcun interesse a un allargamento della guerra in Medio Oriente, ma “il rischio di un suo coinvolgimento esiste e la ‘linea rossa’ per Teheran è l’eventuale decapitazione di Hamas”, come sarebbe nelle intenzioni di Israele. Questo quanto dicono all’Adnkronos fonti iraniane, sottolineando come Teheran abbia già ottenuto “una vittoria strategica importante il 7 ottobre con l’umiliazione inflitta allo Stato ebraico, ma potrebbe essere tentata di andare oltre”, nel caso di un’operazione massiccia contro Hamas o Hezbollah.

Senza contare che a trascinarla nel conflitto potrebbero essere le milizie foraggiate dal regime iraniano in Iraq, Siria o Yemen e che l’amministrazione Biden, come emerso nelle ultime ore, sta valutando se colpire dopo una serie di attacchi alle basi americane. “In questi giorni i vertici politici a Teheran sono euforici”, sottolineano le fonti, chiarendo tuttavia che gli stessi sentimenti non sono condivisi dalla popolazione. E citano quanto successo allo stadio Azadi della capitale all’indomani degli attacchi del 7 ottobre, come emerge da un video diventato virale: si vedono centinaia di tifosi in occasione del match tra Perspolis FC e Gol Gohar Sirjan FC cantare in coro, ‘Ficcatevi la bandiera palestinese su per il…”, mentre i Pasdaran tentano di issarla allo stadio in solidarietà con Hamas.

E proprio il portavoce dei Guardiani della Rivoluzione iraniana, Ramezan Sharif, è tornato ieri a minacciare: “Anche se alcune mani non sono in grado di raggiungere il regime sionista, le stesse mani possono colpire le basi americane che stanno guidando questa guerra”, ha detto, sostenendo che “la fornitura di bombe da parte degli Stati Uniti ai sionisti è monitorata da vicino” e “se queste operazioni persistessero, se Washington continuasse a sostenere l’entità e le vittime palestinesi aumentassero, la regione potrebbe diventare altamente instabile”. Sharif si è quindi rivolto ai “sostenitori dell’entità sionista, soprattutto Washington”, dicendo che “dovrebbero essere consapevoli che le continue morti palestinesi metteranno alla prova la pazienza musulmana”.

“Ripristino graduale” nella Striscia di Gaza per linee telefoniche, mobili e fisse, e Internet. Lo conferma la Palestine Telecommunications Company (Paltel) sul social X. “Le nostre squadre di tecnici stanno intervenendo con cura per affrontare i danni all’infrastruttura di rete in condizioni difficili”, aggiungono.

“Stiamo facendo tutto il possibile per riportare gli ostaggi a casa. E’ una priorità assoluta”, ha detto il portavoce delle forze israeliane Hagari, mentre sono state estese le operazioni di terra dello Stato ebraico nella Striscia.

Ieri Yahya Sinwar, leader di Hamas a Gaza, ha affermato che il gruppo è “pronto a un accordo immediato per lo scambio dei prigionieri, tutti gli ostaggi in cambio di tutti i detenuti”. E Hagari ha bollato quell’annuncio come “terrorismo psicologico”.

Tre palestinesi sono rimasti uccisi in scontri con le forze israeliane registrati nelle ultime ore in Cisgiordania. La tv satellitare al-Jazeera, che rilancia notizie dell’agenzia palestinese Wafa, riferisce di un giovane che sarebbe stato ucciso dal fuoco delle forze israeliane durante un blitz nel campo profughi di Askar, vicino Nablus. Un altro palestinese sarebbe rimasto ucciso a Beit Rima, a nord di Ramallah, e il terzo a Tammoun, nella zona di Tubas.

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