Hamas: «Lega Araba e Onu intervengano per evitare genocidio a Rafah»

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Hamas: «Lega Araba e Onu intervengano per evitare genocidio a Rafah»

(Adnkronos) – Il ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, afferma che almeno 110 persone, fra cui 25 a Rafah, sono rimaste uccise in attacchi israeliani la scorsa notte, mentre sembra avvicinarsi l’inizio dell’offensiva di Israele nella città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, dove secondo l’Onu sarebbe ammassata circa metà di tutti gli abitanti dell’enclave palestinese.

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha informato il gabinetto di guerra che l’operazione delle forze di difesa israeliane (Idf) a Rafah dovrà essere completata entro l’inizio del Ramadan, il 10 marzo. Lo ha riferito un funzionario israeliano alla Cnn, precisando che la comunicazione risale a giovedì. Ieri Netanyahu ha dato istruzione alle Idf di presentare al governo piani di evacuazione da Rafah, in vista della prossima operazione dell’esercito.

Un’eventuale operazione militare israeliana a Rafah, nel sud di Gaza, rischia di provocare “decine di migliaia” di morti e feriti, ha denunciato Hamas in una nota, secondo quanto riferito da Sky News Arabia. Hamas chiede “alla Lega Araba, all’Organizzazione per la Cooperazione Islamica e al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di intervenire urgentemente per impedire che l’occupazione commetta un genocidio a Rafah con l’obiettivo di sfollare il nostro popolo palestinese”.

“Molte delle oltre un milione di persone che compongono oggi la popolazione di Rafah hanno sopportato sofferenze impensabili. Dove dovrebbero andare? Come dovrebbero stare al sicuro?”, ha dichiarato il responsabile per gli Affari umanitari delle Nazioni Unite, Martin Griffiths. “Le loro case sono state distrutte, le loro strade minate, i loro quartieri bombardati. Sono in movimento da mesi, sfidando bombe, malattie e fame”, ha aggiunto Griffiths, secondo cui “non c’è più nessun posto dove andare a Gaza”.

Le forze di difesa israeliane (Idf) affermano che intensi combattimenti fra soldati israeliani e operativi di Hamas sono avvenuti a Khan Yunis, nel sud di Gaza, così come nel centro e il nord della Striscia, aggiungendo che vi sono stati raid aerei contro diversi obiettivi di Hamas nella Striscia. Diversi uomini armati di Hamas sono stati uccisi o catturati, riferiscono le Idf.

La Mezzaluna Rossa palestinese ha denunciato l’arresto di 17 persone, tra cui otto membri del suo staff (quattro medici), nel blitz effettuato dalle forze israeliane nell’ospedale Al-Amal di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, accusando i militari di aver causato deliberatamente danni materiali e persino rubato denaro agli operatori umanitari, ai medici e ai pazienti.

In una nota l’organizzazione ha precisato che il blitz è durato circa 10 ore. Durante l’incursione, la Mezzaluna Rossa ha sostenuto che i militari “hanno danneggiato alcune attrezzature, hanno trattenuto, interrogato, picchiato e umiliato équipe di lavoratori” e impedito loro di “bere acqua e usare il bagno”. Secondo la Mezzaluna Rossa, tra gli arrestati figurano anche quattro pazienti feriti.

Le autorità siriane dicono di aver respinto un attacco missilistico israeliano contro siti vicino Damasco. “Il nemico israeliano ha lanciato un’aggressione aerea a partire dal Golan occupato, prendendo di mira siti della campagna attorno a Damasco”, scrive l’agenzia stampa ufficiale Sana. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, che è basato a Londra, almeno tre persone sarebbero rimaste uccise nell’attacco aereo della scorsa notte alla periferia di Damasco.

A quanto si legge, il raid, poco dopo la mezzanotte, ha colpito un edificio nell’area di Dimas, a ovest della capitale siriana. Il bilancio delle vittime potrebbe aumentare perché vi sono molti feriti. Fra i morti vi sono persone di “nazionalità non siriana”. Secondo l’Osservatorio si tratta del decimo attacco aereo israeliano in Siria dall’inizio dell’anno.

La società americana di analisi finanziaria Moody’s ha abbassato il rating di Israele, che passa da A1 a A2, aggiungendo una previsione “negativa” per il futuro, mentre il Paese è impegnato nella guerra a Gaza. E’ la prima volta nella storia di Israele che il rating del Paese viene abbassato. “Anche se è troppo presto per determinare le conseguenze finanziarie, si tratta prima di tutto di un colpo all’immagine internazionale di Israele”, scrive Haaretz.

“L’abbassamento del rating d’Israele è un’ulteriore prova del fatto che questo governo non funziona e danneggia il pubblico”, ha scritto su X il leader dell’opposizione israeliana, il centrista Yair Lapid. Duro anche Avgdor Liberman, leader del partito conservatore laico all’opposizione Ysrael Beitenu, che parla di “risultato di politiche populiste e insopportabili”.

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