Francia, attacco in liceo: ucciso insegnante. Killer urlava ‘Allah Akbar’

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Francia, attacco in liceo: ucciso insegnante. Killer urlava ‘Allah Akbar’

(Adnkronos) – Un professore è stato ucciso a coltellate in un liceo di Arras, in Francia dove oggi un uomo ha fatto irruzione al grido di “Allah Akbar”, pugnalando a morte il docente. L’aggressore, di origine cecena, è stato arrestato.

Nell’attacco sono rimaste ferite diverse persone, due delle quali sono in condizioni gravi, ha reso noto il prefetto. “Un’operazione di polizia è in corso al liceo Gambetta di Arras, l’autore dei fatti è stato arrestato”, ha scritto su X il ministro dell’Interno, Gerald Darmanin.

L’aggressore viene descritto come un giovane di circa 20 anni. Insieme a lui è stato arrestato anche il fratello. La procura nazionale antiterrorismo francese ha aperto un’inchiesta. I reati contestati sono “assassinio in relazione a un’associazione terroristica, tentato assassinio e associazione terroristica”.

L’autore dell’attacco era stato schedato dalle forze di sicurezza con la ‘fiché S’, riservato alle persone da monitorare per legami con l’estremismo islamico. Da diverse settimane, i servizi di sicurezza francesi stanno esprimendo una particolare preoccupazione per la radicalizzazione dei giovani nord-caucasici.

Il presidente francese Emmanuel Macron si sta recando ad Arras, nella regione del Pas de Calais, dove è avvenuto l’attacco. Insieme a lui ci sarà il ministro dell’Istruzione Gabriel Attal. Atteso sul posto anche il ministro dell’Interno Dermanin.

L’attacco di oggi al liceo di Arras non è il primo in Francia compiuto da terroristi di origine cecena. Il 16 ottobre del 2020 Samuel Paty fu ucciso e decapitato fuori della sua scuola, in un sobborgo di Parigi, dopo aver mostrato delle caricature del profeta Maometto durante un dibattito in classe sulla libertà di espressione. L’aggressore, il 18enne rifugiato ceceno Abdoullakh Anzorov, fu ucciso dalla polizia. In seguito fu trovato sul suo telefono del giovane, che si era radicalizzato, un testo con cui rivendicava la responsabilità dell’assassinio, con una foto dell’insegnante che nei giorni precedenti all’attacco era stato vittima di una campagna di attacchi sui social media.

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