Unirai: “Attacco a mezzi Rai in Slovenia per servizio su foibe”

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Unirai: “Attacco a mezzi Rai in Slovenia per servizio su foibe”

Martedi 15 gennaio una troupe della Rai impegnata a realizzare in Slovenia un servizio sugli eccidi delle foibe si è vista danneggiare i veicoli da ignoti nei pressi di una caverna in cui stava realizzando delle riprese. A rende noto l’episodio, denunciato alle forze dell’ordine, il sindacato Unirai, liberi giornalisti Rai. Nei pressi del villaggio di Popecchio (Podpeč), sopra la valle del Risano, nel comune di Capodistria, quindi a pochi chilometri dal confine italiano, l’inviato del Tg2 Andrea Romoli, accompagnato dagli speleologi Franc Malečkar e Maurizio Tavagnutti, si è calato all’interno della caverna sotto il castello dove si ritiene che nel 1945 le milizie comuniste trucidarono centinaia di persone.
Una volta emersi dalle grotte, dove hanno ritrovato molti resti umani, Romoli e la sua troupe hanno avuto un’amara sorpresa: le macchine di servizio, lasciate ad alcune decine di metri di distanza, erano state pesantemente vandalizzate. Il mezzo più colpito è quello che portava il distintivo di riconoscimento Rai a cui è stato sfondato il parabrezza e distrutta la fiancata. Gli equipaggiamenti all’interno dei mezzi non sono stati in alcun modo toccati.
“Unirai condanna questi atti intimidatori e violenti che non fermeranno il lavoro dei giornalisti Rai per raccontare i crimini di ieri e di oggi”, dice il Sindacato. “Dalle foibe in Istria alle fosse comuni di Bucha è teso un unico filo rosso di sangue, che bisogna ricordare e denunciare perché quegli orrori non si ripetano. Farlo senza paure e reticenze è la maniera migliore per onorare lo straordinario lavoro di ricucitura delle ferite del passato realizzato dalle Comunità italiana e slovena al di qua e al di là del confine, per costruire un comune futuro di pace e convivenza. Dalla storica stretta di mano tra il presidente italiano Mattarella e il suo omologo sloveno Pahor davanti alla foiba di Basovizza non si torna indietro”.

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