Rijeka. «Intanto battiamo la Lokomotiva…»

Il centrocampista del Rijeka, Lindon Selahi, analizza l’odierna sfida (17.10) in via Kranjčević, soffermandosi sulla rincorsa al quarto posto e sul suo ruolo in squadra dopo essere rimasto a Rujevica

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Rijeka. «Intanto battiamo la Lokomotiva…»
Lindon Selahi. Foto: Goran Kovacic/PIXSELL

Era tra i possibili partenti, ma alla fine non si muoverà per lo meno sino a giugno. Lindon Selahi è uno dei punti fermi del Rijeka, al punto che l’allenatore Sergej Jakirović gli dà costantemente fiducia, richiamandolo in panchina non appena inizia ad avvertire qualche sintomo di stanchezza di modo da non rischiare di perderlo per qualche eventuale infortunio muscolare. Il 23.enne centrocampista albanese nato a Namur, in Belgio, è il tipo di giocatore che dà sempre il massimo, a prescindere dal momento di forma. Non a caso tutti gli ultimi allenatori del Rijeka, da Goran Tomić a Serse Cosmi, si lamentavano spesso di non avere in rosa un degno sostituto di Selahi, un mediano two way che difende a partecipa alla fase offensiva. Ora nel suo ruolo c’è anche Emmanuel Banda, che dovrà comunque sudare le proverbiali sette camicie per strappare la maglia da titolare all’albanese. Selahi guiderà il Rijeka anche questo pomeriggio (ore 17.10) in casa della Lokomotiva, nell’ambito della 22ª giornata di campionato.

«All’Europa crediamo»
“Inutile sottolineare l’importanza della contesa per il Rijeka. Loro vengono da due vittorie di fila e giocano in casa, ma anche noi attraversiamo un ottimo momento di forma. La Lokomotiva ha diverse buone individualità e tende a giocare a calcio, facendo dell’aggressività il suo punto di forza. Inutile negare che sono una delle concorrenti per il quarto posto, al quale ci pensiamo eccome. Sarebbe imperdonabile e rinunciatario non farlo. Abbiamo lavorato bene in settimana e ci sentiamo pronti per l’impegno. La fiducia non ci manca certo dopo gli ultimi successi. Sarò anche noioso, ma ci attende una gara molto complessa. L’importante sarà essere focalizzati al massimo su questa partita, senza pensare a quelle in seguito. Che cosa potrebbe decidere il vincitore? Oltre agli episodi, sicuramente lo spirito di squadra”, dice. In via Kranjčević Selahi ritroverà anche qualche vecchia conoscenza. “Nella Lokomotiva ci sono diversi giocatori albanesi e kosovari. Conosco Tuci, mentre gli alti un po’ meno”.

«Rilassiamoci e divertiamoci»
Dopo la Lokomotiva ci saranno gli impegni con Slaven Belupo, Istra 1961 e Varaždin, avversarie nella lotta per il quarto posto e la possibile qualificazione (dipenderà dall’esito in Coppa Croazia) in Conference League. “Sì, vero. Ma non dobbiamo pensare a questo, bensì andare passo per passo per non rischiare di inciampare. Lo abbiamo fatto nelle ultime quattro uscite, giocando parecchio rilassati, e alla fine ci siamo divertiti. Adesso pensiamo a far bottino pieno con la Lokomotiva e poi si vedrà. Ci sono cose sulle quali possiamo influire e altre che non sono di nostra competenza. Cerchiamo di fare bene le prime”, avverte Selahi, che poi scherza un po’: “Chi è favorito nella corsa? Il Rijeka!”.

Nessun segreto, ma il lavoro paga
Nel girone primaverile il Rijeka ha fatto 10 punti su 12 possibili, risultando la miglior squadra se si guarda l’anno 2023. Che ci sia un segreto? “No, assolutamente. I risultati ottenuti sono semplicemente la conseguenza del duro lavoro che stiamo facendo – chiarisce Selahi –. Ci siamo preparati bene, consapevoli che bisognava cambiare marcia rispetto alla prima parte della stagione. Ogni sportivo deve ambire al massimo, rimanendo però allo stesso tempo umile. Durante il mercato invernale sono arrivati diversi nuovi giocatori e un allenatore, i quali hanno portato nuova linfa ed energie. Per ora le cose vanno benissimo, ma nel calcio la linea che separa il successo dall’insuccesso è molto sottile”.
Nuova linfa, ma forse anche una mentalità ben diversa… “L’aspetto psicologico è una componente molto importante per arrivare ai risultati sperati. Come detto, il merito è soprattutto dei nuovi arrivati, che hanno dato una scossa all’ambiente. Ricollegandoci alla domanda precedente, magari possiamo dire che è proprio la mentalità il segreto di questa serie di successi.

Un trampolino di lancio
Come detto, Selahi aveva alcune offerte, ma alla fine è rimasto a Fiume. “Il Rijeka è l’ideale trampolino di lancio per un trasferimento all’estero. Dipende da te, da come giochi e quanto riesci a metterti in luce. Non so che cosa mi riserverà il futuro, dipenderà in parte anche dai piani e dalle esigenze della società. Il mio compito è di dare il massimo in campo, onorando la maglia che indosso. Se saprò farmi valere, le offerte non mancheranno di certo”.
A proposito di “farsi valere” e del suo momento personale, Selahi risponde: “Onestamente credo che nelle ultime tre partite non ho giocato come potrei e dovrei. Ma sono cose che capitano, visto che non sempre riesci ad esprimerti come vorresti. Dipende da una serie di fattori: dalla condizione fisica al tipo di partita o avversario. L’unico modo per migliorare è impegnarmi ancora di più agli allenamenti. Non bisogna essere presuntosi e pensare di essere i migliori al mondo, ma d’altra parte devi essere ambizioso e puntare sempre a un livello superiore. Se nel calcio c’è una cosa positiva questa è il fatto che ogni nuova partita rappresenta una nuova opportunità per mettersi in luce. Poi sta al giocatore coglierla o meno”.

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