La sterzata del Rijeka

I biancocrociati hanno letteramente cambiato pelle rispetto al girone autunnale: se prima il rendimento in trasferta e i cambi erano stati il tallone d’Achille, ora invece sono diventati un punto di forza della squadra

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La sterzata del Rijeka
Il Rijeka è la squadra più in forma del campionato. Foto: Matija Habljak/PIXSELL

La classifica si è nuovamente un po’ allungata, con Rijeka, Hajduk e Dinamo ora racchiuse in sei punti. Nulla di strano considerando l’andamento ad altalena delle tre pretendenti al titolo. Basti pensare che solamente tre volte in stagione fiumani, spalatini e zagabresi hanno vinto in contemporanea: alla 9ª, 13ª e 16ª giornata. Tre sole volte in 22 turni è un dato emblematico, che descrive più di ogni altro l’equilibrio che regna sovrano in questa corsa a tre. La vetta è rimasta immutata, con il Rijeka a conservare due lunghezze di vantaggio sull’Hajduk grazie al successo, il secondo nell’arco di tre settimane, in casa del Gorica, nonché il quarto in altrettante uscite nel girone primaverile (la striscia vincente si allunga a cinque partite consecutive considerando la vittoria sul fanalino Rudeš nell’ultima fatica del 2023).

Jolly Obregon
I motivi che hanno portato i biancocrociati a guardare il resto della compagnia dall’alto sono molteplici, ma ce ne sono due molto significativi che illustrano una notevole sterzata rispetto alla prima parte di stagione. Il primo è legato al rendimento in trasferta. Ebbene, se nella tornata autunnale la squadra aveva raccolto solamente tre successi (Slaven Belupo, Rudeš, Varaždin), in quella primaverile ha fatto altrettanto, ma con la grande differenza di aver vinto tutte e tre le partite disputate lontano da Rujevica (Hajduk e doppio Gorica). Le gare fuori casa si stanno ora trasformando da punto debole a punto di forza. L’equilibrio in termini di punti tra casa e trasferta è sicuramente uno degli elementi cruciali nella corsa al titolo.
Il secondo aspetto riguarda i cambi. Nella prima metà della stagione Željko Sopić lamentava lo scarso impatto dei giocatori entrati dalla panchina, adesso invece il discorso è ben diverso. Nel poker di gare giocate nel 2024, i fiumani hanno messo a segno dieci gol, di cui quattro realizzati da giocatori buttati nella mischia in corso d’opera (3 Obregon, 1 Marić). E proprio la punta colombiana si sta rivelando un prezioso jolly. A gennaio sembrava destinato a togliere il disturbo, poi la decisione di volersi giocare fino in fondo le proprie carte, riuscendo a convincere Sopić a dargli un’ultima chance. Che ha colto al volo. Prima il gol che ha dato il via alla rimonta contro l’Hajduk al Poljud, poi la doppietta su rigore domenica scorsa valsa i tre punti nel cortile del Gorica. Non è ancora il caso di ribattezzarlo “Obregol”, intanto però è salito a quota cinque centri stagionali in campionato agganciando Pjaca e Ivanović, portandosi a -2 dal capocannoniere biancocrociato Janković. Chissà, magari il fatto di essere in scadenza a giugno gli avrà dato una motivazione extra…

L’involuzione di Pašalić
Il Rijeka è lanciatissimo ed è la squadra più in forma del momento, ma non è tutto oro quel che luccica. Le vittorie hanno infatti mascherato il rendimento sotto standard di alcuni singoli. A preoccupare è in particolare l’involuzione di Pašalić, lontano parente di quel giocatore letale per le difese avversarie, autentico trascinatore fino a dicembre, con prestazioni che non sono passate inosservate al punto da meritarsi la chiamata di Zlatko Dalić in nazionale. Fin qui in questo 2024 non ha saputo ripetersi su quei livelli. Non avendo avuto problemi fisici, è lecito pensare che si tratti di un problema di testa. Il fatto di giocarsi un posto all’Europeo nella “sua” Germania, anziché caricarlo ulteriormente potrebbe aver prodotto l’effetto contrario. Tocca a Sopić ora cercare di “resettarlo” perché il Rijeka ha bisogno eccome dei suoi gol e delle sue giocate. Discorso in parte simile anche per Ivanović, che ha perso il posto da titolare nelle ultime due partite e nelle gerarchie è finito addirittura dietro a Obregon. Ci sta un momento di appannamento per un ragazzo di soli 20 anni, ma bisognerà ritrovarlo in fretta perché per sbracciare con Hajduk e Dinamo è necessario il contributo di tutti.

Capacità di adattamento
Intanto però il Rijeka è là davanti e anche il burbero Sopić si gode l’ottimo momento della sua squadra. “Stiamo crescendo giorno dopo giorno, partita dopo partita – sottolinea il tecnico zagabrese –. E questo non è che il frutto del lavoro che viene fatto quotidianamente in allenamento. È bello guardare la classifica, ma dobbiamo tutti tenere i piedi per terra perché manca ancora tanto alla fine. Il focus è già sulla partita di sabato prossimo con la Lokomotiva. Una squadra ricca di talento che esprime un bel calcio. Sono giovani, sfrontati e cattivi agonisticamente perciò ci aspetta un’altra sfida molto complicata. Ma sarà anche l’occasione per dimostrare il nostro valore e di meritare l’attuale posizione in classifica”.
Un concetto ribadito anche da Ivan Smolčić, a Velika Gorica riadattato a terzino sinistro in seguito alle assenze per infortunio di Goda e Čabraja. “Ogni punto è importante e può risultare decisivo in questa lotta. Ora dobbiamo continuare a spingere. Battere due volte il Gorica su un campo ridotto in quelle condizioni la dice lunga anche sulle nostre capacità di adattamento”, ha aggiunto il difensore originario di Gospić.

Il Rijeka è la squadra più in forma del campionato.
Foto: Matija Habljak/PIXSELL

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