Il Rijeka a caccia della finalissima

I fiumani cercano la qualificazione all’ultimo atto di un torneo che in passato ha dato loro tante gioie, ma non avranno vita facile contro un avversario in grande salute. «L’unica cosa che conta è centrare la qualificazione», dice Željko Sopić

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Il Rijeka a caccia della finalissima
Nell’ultimo confronto in campionato a Rujevica il Rijeka ha rifilato un poker agli zagabresi. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Il successo sul Rudeš, che ha aggiunto un altro piccolo ma importante tassello nella corsa al titolo, è ormai soltanto un lontano ricordo perché il Rijeka è già pronto a tornare in campo. Nuovamente in via Kranjčević, ma stavolta nella semifinale in gara unica di Coppa Croazia, che vedrà questo pomeriggio i biancocrociati fare visita alla Lokomotiva (calcio d’inizio alle 16). Nella capitale i fiumani andranno a caccia della nona finale (sei i trionfi) in una competizione che ha spesso regalato loro grandi gioie e soddisfazioni. Ma non avranno vita facile visto che i “ferrovieri” sono una delle squadre più in forma del momento, battuta una sola volta nelle ultime 12 partite di campionato, curiosamente proprio dal Rijeka con quel pesante 4-0 rimediato a Rujevica lo scorso 17 febbraio. Questa volta però sarà tutta un’altra storia, in primis perché gli zagabresi potranno sfruttare il fattore campo e poi perché il terreno di gioco si presenterà in condizioni piuttosto precarie, il che certamente non agevolerà il gioco palla a terra di Labrović e soci.

Tutti a disposizione
“Ci aspetta un’altra partita complicata contro una squadra giovane, forte, talentuosa, sfrontata, in grande salute e che esprime un bellissimo calcio – tesse le lodi degli avversari il tecnico Željko Sopić –. D’altra parte però lo stesso discorso vale anche per noi. L’unica cosa che conta è vincere la partita, indipendentemente se nell’arco dei 90, 120 minuti o al termine dei calci di rigore. Vogliamo prenderci la finale e riportare il trofeo a Fiume. Il campo? Ha piovuto tanto negli ultimi giorni. Rispetto a quelli di Pola o Koprivnica è messo un po’ meglio, però non è certo il massimo. Arriviamo comunque nelle migliori condizioni a questa sfida: tutti i ragazzi sono a disposizione e abbiamo dosato bene le energie contro il Rudeš perciò guai a parlare di stanchezza. Ripeto, ci sarà da soffrire perché loro non ci regaleranno nulla e poi le partite secche sono sempre imprevedibili”.
La chiave sarà contenere il gioco impostato tutto in velocità degli zagabresi. “Hanno giocatori molto rapidi che possono farti male se gli concedi troppo spazio. Dovremo essere quindi intelligenti cercando di controllare la partita attraverso il possesso, evitando di esporci al loro contropiede, che è una delle loro armi migliori, e al tempo stesso contenere la loro transizione. La Lokomotiva è una squadra ordinata, bilanciata, messa benissimo in campo dal collega Silvijo Čabraja, il quale sta facendo un lavoro pazzesco con questi ragazzi”.
Rispetto al Rudeš ci sarà qualche piccolo cambio. “È normale, ma non svelo nulla. Ho piena fiducia nei ragazzi e chiunque scenderà in campo darà il massimo per conquistare la finale. Abbiamo avuto poco tempo per preparare la partita, ovvero solamente il giorno di Pasquetta più la rifinitura, ma va bene così.

«Hajduk o Dinamo? Fa lo stesso»
Più si va avanti nella competizione e più sale la pressione. “Personalmente non avverto nulla, come peraltro i miei giocatori. Poi è chiaro che una volta in campo qualcosa potrebbe cambiare sotto questo punto di vista. I rigori? Li proveremo durante la rifinitura. È una buona prassi farlo prima delle partite di Coppa perché i penalty sono sempre dietro l’angolo per cui è importante non lasciare nulla al caso. La finale in gara doppia? Da un certo punto di vista è più equo così dato che in caso di una sola partita c’è un alto rischio che si giochi in casa di una finalista, però se penso alla natura della Coppa sarebbe più opportuno che anche le finali si giocassero in un’unica partita. La peculiarità di questa competizione è che dà la possibilità anche alle squadre più piccole di spingersi lontano. Ma affinché una piccola possa battere una grande è necessario che si giochi una sola partita e possibilmente in casa della squadra meno quotata. Chi preferirei in finale tra Hajduk e Dinamo? Una vale l’altra. Pensiamo piuttosto a come battere la Lokomotiva e non a cosa succederà al Poljud”, conclude l’allenatore del Rijeka.

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