Daniele Santarelli, croato d’adozione

Il tecnico bicampione d’Italia è pronto a guidare la nazionale croata femminile agli imminenti Europei dove Fabris e compagne puntano a stupire, cercando la qualificazione ai quarti di finale che manca dal 2013

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Daniele Santarelli, croato d’adozione

Per la nazionale croata di volley femminile è iniziato il conto alla rovescia in vista dei Campionati europei che scatteranno il prossimo 23 agosto e si concluderanno l’8 settembre. A ospitare la rassegna continentale saranno Turchia, Polonia, Ungheria e Slovacchia, con le semifinali e la finale che si giocheranno ad Ankara. Le ragazze agli ordini del tecnico Daniele Santarelli stanno ultimando la preparazione a Osijek, dove sudano per farsi trovare pronte all’appuntamento clou della stagione. Fabris e compagne sono inserite nel girone C, a Budapest, assieme a Olanda, Azerbaigian, Ungheria, Romania ed Estonia.
L’obiettivo minimo è la qualificazione agli ottavi di finale (passano le prime quattro), ma secondo gli addetti ai lavori, questa squadra potrebbe essere in grado di scalare un ulteriore gradino. In altre parole, approdare ai quarti, dove la Croazia manca dal 2013. Ripetere l’impresa sarà molto difficile, ma sembra comunque alla portata. La chiave va ricercata in panchina e corrisponde a un nome e a un cognome: Daniele Santarelli. Già, perché poter contare su uno degli allenatori più preparati e vincenti (a livello di club) in circolazione può far tornare questa squadra tra le otto migliori d’Europa. Del resto, i due scudetti vinti nelle ultime due stagioni alla guida dell’Imoco Conegliano sono un biglietto da visita mica male.
A poche ore dalla partenza per Antalya (Turchia), dove dal 15 al 17 agosto la Croazia è impegnata nel torneo di preparazione Gloria Cup, lo abbiamo “intercettato” per una piacevolissima chiacchierata con vista sugli imminenti Europei.
Daniele, innanzitutto come sta andando la preparazione?
“Rispetto alla prima parte dell’estate, ora stiamo lavorando con un gruppo ristretto di 13 atlete. Sono soddisfatto perché ci stiamo allenando duramente e si sente anche un po’ di stanchezza. Adesso ci aspettano dei test molto impegnativi al termine di questa settimana che ci faranno capire a che punto siamo”.

Daniele Santarelli con la squadra. Foto Davor Puklavec/PIXSELL

Ti riferisci ovviamente alla Gloria Cup dove affronterete Italia, Serbia e Turchia. Quali risposte cerchi?
“Il livello del torneo è altissimo e quasi proibitivo per noi. Stiamo parlando delle due finaliste dell’ultimo Mondiale (all’ultimo momento l’Italia si è però presentata con la squadra B, nda) e di una squadra come la Turchia reduce da una buonissima Nations League. Mi auguro di vedere delle buone risposte in generale da parte della squadra perché questo è il livello che ci attenderà poi all’Europeo”.
C’è un fondamentale sul quale stai insistendo in particolare?
“La ricezione, perché la fase del cambio palla è un po’ un nostro punto debole. Il primo tocco è il fondamentale principale e mi auguro che in quest’ultima parte della preparazione riusciremo ad alzare le percentuali”.
Sulla carta, la regista titolare è Bernarda Brčić, la quale però si è unita un po’ più tardi al gruppo per recuperare da un problema fisico. Hai già deciso chi sarà la prima palleggiatrice?
“Bernarda ha recuperato bene, anche se è ancora un po’ indietro nella condizione. Gli allenamenti che mancano da qui fino all’Europeo saranno fondamentali per lei. Sono comunque molto soddisfatto per la crescita e i progressi fatti dalla giovanissima Lea Deak. Chiaramente, in termini di esperienza Bernarda ha qualcosa in più. Quello che succederà da qui fino all’Europeo lo valuterò strada facendo”.
Obiettivi all’Europeo?
“Guardando il girone, puntare al secondo o terzo posto sarebbe il massimo per questo gruppo. Arrivare secondi e incontrare una squadra come la Bulgaria agli ottavi vorrebbe dire giocarsela alla pari. Viceversa, finire terzi e quindi incrociare la Turchia vorrebbe dire complicarsi il cammino”.
Il secondo posto è comunque alla portata, ma per raggiungerlo bisognerà battere l’Azerbaigian, che al recente preolimpico aveva strappato due set nientemeno che al Brasile.
“È indubbiamente una nazionale molto forte. Ma non è solo l’Azerbaigian. Il fatto è che dovremo giocare una grande partita anche contro l’Ungheria che è una buonissima squadra. Senza dimenticare la Romania, che ha vinto la Silver League pur dovendo fare a meno di tre o quattro giocatrici importanti, che se dovessero venire reintegrate nella rosa, allora il girone sarebbe veramente molto competitivo”.
Secondo te chi vincerà l’Europeo? Vedremo magari il remake dell’ultima finale iridata tra Italia e Serbia?
“Il livello è altissimo e tra le prime quattro vedo Italia, Serbia, Turchia e la Polonia, che è cresciuta tantissimo. Senza dimenticare squadroni come Olanda e Russia. Sarebbe molto bello rivedere il remake della finale mondiale. Stavolta però con un epilogo diverso”.
Durante la nostra ultima intervista, in merito al tuo futuro sulla panchina della Croazia, mi avevi detto che dopo l’Europeo ne avresti parlato con la Federazione. Ci sono per caso delle novità su questo fronte?
“No. Loro volevano così ed è giusto che sia così. Sono contento di come sto lavorando, non mi hanno fatto mai mancare nulla e sotto questo aspetto mi trovo davvero bene. Spero che loro siano allo stesso modo contenti di me. Ci confronteremo con calma alla fine dell’Europeo”.
Mi sembra di capire che da parte tua ci sia la volontà di restare.
“Sì”.
E anche la squadra lo vuole. Ne avevo giusto parlato con Bernarda Brčić la quale mi aveva confidato che tutte le ragazze ti vogliono ancora in panchina.
“Questo mi fa molto piacere. Mi trovo benissimo con loro. Ho trovato un gruppo che vuole mettersi in gioco, che vuole imparare, che vuole ascoltare e questo credo sia un punto di partenza fondamentale per poter lavorare bene”.
Mettiamo il caso che tu rimanga: ti preoccupa il fatto che nel prossimo campionato di Serie A1 ci sarà solamente una giocatrice croata, ovvero Ema Strunjak che indosserà la maglia di Perugia?
“Di certo non è una cosa positiva, come non lo è il fatto che ce ne siano poche nei top club europei. Qualche ragazza giocherà in Russia, Germania e Romania, quindi in campionati competitivi. Altre purtroppo rimarranno in campionati di terza fascia e questo è un problema in prospettiva futura, perché quando arrivo in nazionale devo ripartire, non dico da zero, ma da un livello un po’ basso e ogni volta che affrontiamo squadre forti per loro è un’esperienza nuova”.
Diamo infine uno sguardo alla prossima stagione. Visto il roster allestito da Conegliano, soprattutto dopo l’innesto di Paola Egonu, sulla carta siete la squadra da battere sia in Italia che in Europa.
“In questi tre anni la rosa è ogni volta migliorata e qui non posso che ringraziare la società. L’arrivo di Paola ha alzato ulteriormente la qualità, ma più in generale ho a disposizione una rosa completa in tutti i ruoli. Tanto per fare un nome, abbiamo preso un secondo opposto come Indre Sorokaite che potrebbe tranquillamente giocare titolare nei top club italiani ed europei. Sarà un campionato difficile perché si è alzato il livello: Scandicci è migliorata, Novara ha perso sì Egonu, ma anche così rimane molto competitiva, Monza e Busto Arsizio si sono rinforzate… Noi, spero, avremo anche il Mondiale per club e questo vorrebbe dire affrontare cinque competizioni. L’obiettivo sarà cercare di portare a casa quanti più trofei.”
L’arrivo di Egonu ha determinato l’addio di Fabris…
“Samanta ha dato tantissimo a Conegliano e viceversa. E anch’io devo tanto a lei perché i miei due scudetti da capo allenatore li ho vinti con lei in campo. Il fatto che Paola fosse in scadenza di contratto con Novara aveva scatenato una guerra di mercato in Italia. Stiamo parlando di una giocatrice straordinaria che rischiava di rinforzare una delle nostre dirette avversarie. E poi è italiana, il che ha spinto la società a fare di tutto per prenderla. Sono cose normali nel mondo dello sport e Samanta ha capito la decisione del club”.

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