«Non è necessario l’invio dei soldati alla frontiera»

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«Non è necessario l’invio dei soldati alla frontiera»

MALJEVAC | Non accenna a rientrare l’emergenza migratoria nella Bosnia occidentale al confine con la Croazia. Rimane alta la tensione in particolare nell’area del valico di Maljevac, vicino al quale sono accampati sul territorio bosniaco centinaia di migranti. Dopo aver bloccato ieri l’altro il tentativo di un gruppo agguerrito di profughi di varcare la frontiera, la Polizia croata ha trascorso in stato d’allerta tutta la giornata di ieri. Non vi è stata però la necessità d’intervenire nuovamente, in quanto i migranti si sono astenuti da altre prove di forza con gli agenti. Il valico rimane comunque chiuso al traffico, il che crea grossi disagi alla popolazione che vive a ridosso della frontiera.
Il ministro degli Interni croato, Davor Božinović, ha ribadito ieri che non c’è la necessità di schierare l’esercito al confine per bloccare l’immigrazione clandestina, in quanto le forze di Polizia sul campo sono sufficientemente numerose e bene addestrate, pronte quindi a fronteggiare ogni emergenza.
Anche sul versante bosniaco del confine la Polizia locale è in stato d’allerta e tiene d’occhio i profughi che restano accampati a circa duecento metri dal valico. Per il momento comunque non vi sono le condizioni per la riapertura del posto di blocco, in quanto – come ha rilevato il ministro Davor Božinović – non vi è ancora la possibilità di garantire la sicurezza dei viaggiatori e delle merci in transito. L’auspicio del governo di Zagabria è che le forze dell’ordine e le autorità bosniache riescano a creare le condizioni necessarie per la riapertura del valico di frontiera. Ma per arrivare a questo risultato bisogna convincere in un modo o nell’altro i migranti a fare finalmente rientro nei centri d’accoglienza.

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