La Slovenia vuole la Croazia quanto prima in Schengen

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La Slovenia vuole la Croazia quanto prima in Schengen
| Il vicepremier e ministro degli Affari esteri sloveno, Tanja Fajon. Foto: Britta Pedersen/DPA

Il vicepremier e neoministro degli Affari esteri della Repubblica di Slovenia, Tanja Fajon si recherà oggi a Zagabria. Nel corso della sua prima visita di lavoro in Croazia in seguito al suo insediamento a capo della diplomazia di Lubiana, Tanja Fajon dovrebbe essere ricevuta dal Presidente della Repubblica, Zoran Milanović, dal premier Andrej Plenković e dal ministro degli Affari esteri ed europei, Gordan Grlić Radman. “La mia sarà una visita amichevole. Desidero parlare con il mio omologo croato, il ministro Grlić Radman, e la con leadership politica croata su come rafforzare i rapporti bilaterali nello spirito di buon vicinato, trovare soluzioni per vari progetti e questioni bilaterali aperte”, ha dichiarato Tanja Fajon in un’intervista rilasciata ai mezzi d’informazione sloveni alla vigilia della trasferta.
Cooperazione trilaterale
Oltre alle relazioni bilaterali tra i due Paesi, un altro tema centrale del colloquio di Tanja Fajon e Gordan Grlić Radman riguarderà la cooperazione trilaterale tra Slovenia, Croazia e Italia nell’Adriatico settentrionale.
Quattro anni per trovare soluzioni
In agenda dovrebbero esserci pure temi attinenti a questioni politiche e di sicurezza europee. Tanja Fajon ha detto di voler vedere la Croazia nello Spazio Schengen il prima possibile, in quanto ciò semplificherà la vita alle persone che vivono lungo il confine tra i due Paesi. “Il mio mandato è appena iniziato.
Il nodo dell’arbitrato
Nei prossimi quattro anni desidero cercare di risolvere il maggior numero possibile di questioni bilaterali aperte”, ha rilevato Tanja Fajon all’agenzia di stampa STA, aggiungendo che la posizione della Slovenia sull’arbitrato attinente alla frontiera tra i due Paesi rimane invariata. “La Slovenia non si discosterà dall’attuazione del lodo arbitrale e spero che nei prossimi quattro anni faremo progressi”, ha affermato Fajon. Zagabria, lo ricordiamo, si è ritirata dall’arbitrato nel luglio del 2015. Una decisione presa all’unanimità dal Sabor, a causa dei contatti tra l’allora rappresentante sloveno nella commissione arbitrale istituita in seno alla Corte permanente d’arbitrato (CPA), Jernej Sekolec, e la dipendente del Ministero degli Affari esteri di Lubiana, Simona Drenik. Nonostante ciò nel 2018 la CPA conferì alla Slovenia la sovranità su circa due terzi del Golfo di Pirano, pur negandole l’acceso diretto al mare aperto e assegnò a Zagabria buona parte dei territori contesi sulla terraferma (compresa la collina Sveta gera/Trdinov vrh, e svariati villaggi istriani bagnati dal fiume Dragogna).

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