La CNI dinanzi a un bivio

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La CNI dinanzi a un bivio

FIUME | La decisione del governo italiano di sopprimere dalla proposta di Bilancio per il 2009 le voci relative alle Leggi 72/01 e 73/01 ha suscitato una grande amarezza nelle file della Comunità nazionale italiana e dei giuliano-dalmati in generale. La Legge del 21 marzo 2001, n. 73, regola gli interventi dello Stato Italiano a favore della minoranza italiana in Slovenia e in Croazia. La Legge del 16 marzo 2001, n. 72, invece, riguarda gli interventi a tutela del patrimonio storico e della cultura delle comunità degli esuli italiani dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia da parte dello Stato Italiano. I testi originali di entrambe le norme sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale (italiana) n. 73, del 28 marzo 2001.

Il presidente dell’Assemblea dell’Unione Italiana, Paolo Demarin, ha espresso ieri l’auspicio che quanto accaduto sia “una svista della burocrazia italiana”. “Dobbiamo augurarci che non si tratti della volontà del proponente della Legge di Bilancio”, ha puntualizzato Demarin. “Ritengo – ha proseguito Demarin – che si sia giunti a un bivio. O si riesce a ottenere una legge d’interesse permanente o queste vicissitudini che si ripetono a cadenze regolari porteranno a un distacco dei connazionali dalle nostre istituzioni. È necessario lanciare un appello a tutte le forze politiche italiane affinché sia varata una legge permanente a sostegno della CNI”. Il presidente dell’Assemblea UI ha ammesso che senza i mezzi previsti dalla 73/01 per la CNI risulterebbe difficile operare. Interpellato in merito all’esistenza di un “piano B”, ha osservato che bisogna attendere gli sviluppi della situazione. “Da quanto mi risulta, l’UI si è già mossa, rivolgendosi a tutti gli uffici competenti nell’intento di fare rientrare nel Bilancio sia la Legge 72/01 sia la 73/01”, ha concluso Demarin.

Rammarico e fiducia

A confermarci che l’UI si è già attivata è stato Maurizio Tremul, presidente dell’associazione apicale degli italiani in Croazia e Slovenia. Nell’affrontare l’argomento Tremul non ha nascosto il suo rammarico, tuttavia si è dichiarato fiducioso. “Ci siamo mossi, come Unione Italiana, scrivendo al governo italiano già mesi fa. Lo abbiamo fatto, appunto, per ricordare l’importanza di rifinanziare la legge 73/01. Lo abbiamo fatto alla fine dello scorso mese di agosto. In precedenza avevamo sollecitato i nostri interlocutori a voce”, ha fatto presente il presidente dell’UI. Tremul ha chiarito che l’UI si è rivolta al governo italiano, al ministero degli Affari esteri e della Collaborazione internazionale (MAECI), alle Commissioni Affari esteri e cultura del Senato e della Camera dei deputati del Parlamento Italiano, ai gruppi parlamentari di Palazzo Madama e Montecitorio, e ad altri senatori e deputati. “Ci siamo adoperati sia per quanto riguarda il rifinanziamento della Legge 73/01 sia della 72/01. Ci siamo mossi anche a favore del sostegno pubblico italiano all’editoria italiana pubblicata all’estero e ai giornali delle minoranze linguistiche in Italia”, ha sottolineato Tremul.

Il dialogo alla Farnesina

Ha ricordato che alla fine del settembre scorso lui e il presidente della Giunta esecutiva dell’UI, Marin Corva, hanno compiuto una missione di tre giorni a Roma. “Abbiamo avuto rassicurazioni dal viceministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Emanuela Claudia Del Re, che la Legge sarebbe stata rifinanziata. Lo scorso 7 novembre io ho incontrato a Roma il sottosegretario agli Affari esteri, Guglielmo Picchi, che mi ha confermato la stesa cosa. Me lo hanno confermato pure i nostri interlocutori diplomatici alla Farnesina”, ha rilevato il presidente dell’UI. “Fatto sta – ha proseguito – che per un motivo che a me sfugge, nella Legge di Bilancio non è stato inserito il rifinanziamento. Da quanto mi risulta la situazione in questo momento è la seguente: il MAECI ha avanzato tramite il governo un emendamento alla finanziaria per il rifinanziamento triennale delle due Leggi, negli attuali importi. Parliamo di 3,5 milioni di euro all’anno nel caso della 73/01 e di 2,3 milioni nel caso della 72/01”.

Tremul ha notato che anche alcuni parlamentari della maggioranza hanno segnalato di aver presentato emendamenti analoghi a sostegno del ripristino dei finanziamenti destinati alla CNI. “Dal canto nostro – ha aggiunto –, tra domenica e oggi (ieri per chi legge, nda) abbiamo scritto alla Farnesina per chiedere lumi. Sempre oggi (ieri per chi legge, nda), abbiamo inviato al MAECI, al governo e ai parlamentari le nostre proposte di emendamento”.

Le proposte dell’Unione Italiana

L’UI ha chiesto di inserire nella finanziaria il rifinanziamento delle Legge 72/01 e 73/01 per il triennio 2019-21, mantenendo invariato l’importo destinato agli esuli e aumentando a 5 milioni le rispose destinate alla CNI. “Inoltre, abbiamo proposto che si torni al testo della Legge 73/01 in vigore prima delle modifiche apportare alla medesima l’anno scorso“, ha puntualizzato Tremul. “Inoltre, – ancora Tremul – abbiamo proposto che terminato il triennio 2019-21, ossia a partire dal 2022 lo stanziamento diventi perpetuo, sulla falsariga di quanto è stato assicurato, giustamente, alla comunità slovena in Italia nel 2016”. Il presidente dell’UI ha ricordato che la minoranza slovena in Italia gode di un finanziamento permanente e che di conseguenza non deve più battersi per il rifinanziamento periodico della Legge del 23 febbraio 2001, n. 38, norme a tutela della minoranza linguistica slovena della regione Friuli Venezia Giulia.

Relazione sul lavoro svolto

“Credo che essendoci un emendamento presentato dal governo italiano alla Finanziaria, il medesimo sarà sicuramente approvato. Reputo che a questo punto ci debba essere una sufficiente tranquillità per quanto riguarda il rifinanziamento dei mezzi destinati alla CNI e agli esuli. Auspico e mi appello al governo italiano e alle forze politiche affinché gli emendamenti presentati dall’Unione Italiana, che vanno nella stessa direzione siano accolti”, ha detto Tremul. Il presidente dell’UI ha spiegato che la missiva inviata a Roma da Palazzo Modello è stata corredata da una “brevissima relazione di tre pagine sulle attività che vengono svolte, sostanzialmente annualmente, con queste risorse”. “Lo abbiamo fatto per documentare e supportare, dando uno strumento importante a tutti quanti, la nostra motivazione“, ha spiegato Tremul.

Serve una legge permanente

“Mi sento di dire che sono fiducioso. Ovviamente da gennaio in poi bisognerà lavorare con il governo, per trovare un metodo che ponga noi e gli esuli a riparo da situazioni che ci portano a dover correre ai ripari ogni tre anni”, ha detto Tremul. Il presidente dell’UI si è poi posto un interrogativo: “Per l’Italia la presenza della cultura, dell’identità, della lingua italiana in questi territori – che vede la CNI come comunità autoctona –, che sono stati parte del Regno d’Italia e che grazie agli italiani rimasti, che continuano a produrre cultura italiana originale; fanno parte anche oggi della nazione italiana, continua a esserci un interesse strategico?. Se questo interesse c’è, vanno individuare le soluzioni giuridiche che consentano di realizzare il medesimo. Ovviamente un discorso speculare riguarda la comunità degli esuli in Italia, che noi abbiamo sempre presentato come rifinanziamento nelle nostre richieste. La CNI è sempre stata solidale con tutti. Abbiamo sempre tentato di fare un lavoro di sistema e di networking. Abbiamo sempre parlato di noi, ma anche della necessità di rifinanziamento delle leggi degli esuli e della comunità slovena in Italia. Spero e mi appello al governo affinché anche con un gesto di innovazione accolga alla fine gli emendamenti che io e Marin Corva abbiamo firmato e inviato ieri al governo e al Parlamento italiano”, ha concluso Maurizio Tremul.

Massimiliano Panizzut (Lega): Pronto un emendamento per recuperare le risorse

ROMA | “Rosato del PD si sbaglia. A differenza di quanto erroneamente afferma, infatti, nella legge di bilancio abbiamo inserito un emendamento che conferma per un ulteriore triennio gli stanziamenti per l’attuazione delle leggi n. 72/2001 e n. 73/2001 a tutela degli esuli e della minoranza italiana in Slovenia, Croazia e Montenegro”, così il deputato della Lega, Massimiliano Panizzut, replica al vicepresidente della Camera, che nei giorni scorsi aveva puntato il dito contro la soppressione dei finanziamenti destinati alla Comunità Nazionale Italiana e agli esuli. “Da sempre la Lega è attenta a garantire la protezione del patrimonio storico e culturale degli esuli italiani da Fiume, dall’Istria e dalla Dalmazia. Si tratta di un finanziamento che riveste un forte rilievo per circa un milione di esuli dall’ex Jugoslavia e che non abbiamo mai messo in discussione. Rosato, quindi, si informi bene prima di incorrere in ulteriori gaffe”, ha aggiunto il deputato della Lega, firmatario dell’emendamento inserito in legge di bilancio. “Tutta la famiglia di mia madre ha abbandonato Pola nel 1947, sono nipote e figlio di esuli – ha detto Panizzut, –. Il sostegno alla 72 e alla 73 è fondamentale anche per ricordare quanto successo allora. Un ricordo che deve essere storico, non politico. Ci impegneremo perché quei fondi vengano reinseriti”. Sulle tragiche vicende del secondo dopoguerra Panizzut si era soffermato lo scorso giugno nell’Aula di Montecitorio. In quell’occasione parlando delle foibe e dell’esodo ha raccontato: “Mio nonno materno ha rischiato di finire in foiba, e riuscì a scappare in quanto la nave che trasportava i prigionieri è finita contro su una mina. Dopo si è fatto due anni e mezzo di campo di concentramento dei partigiani comunisti jugoslavi, luoghi che per certi aspetti non avevano nulla di meno rispetto ad altri campi di concentramento dell’epoca. Il tutto perché era accusato di insegnare l’italiano, lui era maestro elementare”.
L’allarme, come scritto, riguardo al mancato rifinanziamento delle leggi 72/01 e 73/01 era stato lanciato da Ettore Rosato, che in un post su Facebook aveva scritto: “Alla disperata ricerca per far quadrare i conti, il governo gialloverde introduce un pericoloso cambiamento: spariti dalla manovra i fondi per aiutare le associazioni e le iniziative che conservano la memoria dell’esodo dall’Istria e dalla Dalmazia e quelli che sostengono la minoranza italiana in Slovenia e Croazia. Non sono un regalo. Se non si ripristinano le scuole con insegnamento in Italiano oltre confine chiudono e si dovranno cancellare le tante manifestazioni che finalmente si fanno in tutt’Italia per la Giornata del ricordo, solo per citare due immediate conseguenze. Spero – ha scritto ancora Rosato nel post – che sia una svista, rimediabile nel passaggio parlamentare. Se non fosse così, ma si trattasse di una decisione assunta consapevolmente, sarebbe – ha concluso – veramente molto molto grave.” (chb)

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