Il decentramento un oggetto «misterioso»

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Il decentramento un oggetto «misterioso»

FIUME | “Il decentramento è come lo yeti, tutti ne hanno sentito parlare, ma nessuno lo ha mai visto”. Con queste parole pronunciate ieri dal primo cittadino di Fiume, Vojko Obersnel, durante la conferenza “Decentramento in Croazia: situazione e prospettive”, si può riassumere quella che è la problematica principale del decentramento, ovvero se ne parla da anni, ma nessun governo ha ancora attivato politiche concrete per realizzarlo. Con il termine decentramento si indica, in diritto e nelle scienze politiche, il trasferimento di funzioni e responsabilità delle funzioni pubbliche dal governo centrale a quello locale, con l’obiettivo di dare ai cittadini o ai consiglieri da essi eletti maggiore potere nell’ambito delle decisioni pubbliche. Su questo argomento sono state spese pagine e pagine di giornali, di studi, ma nel concreto si è fatto poco o nulla. Per fare il punto della situazione, il Centro per la democrazia e la legge Miko Tripalo, la Fondazione Friedrich Ebert e l’Associazione dei Comuni, hanno effettuato un’indagine tra le amministrazioni locali, comuni e municipali per capire quali siano le esigenze e le aspettative.

I risultati dell’inchiesta

Il responsabile dell’inchiesta, Vedran Đulabić, ha presentato i risultati del sondaggio tra gli amministratori di Città e Comuni realizzato tra l’ottobre dello scorso anno e il gennaio di quest’anno. La ricerca si è basata sul presupposto che il decentramento sia un processo che non viene condotto in modo strategico, ma quasi per inerzia, e che le unità dell’autogoverno locale a causa dell’impossiblità di controllare tale processo, non registrino troppi benefici dall’attuazione delo stesso in questo periodo. Il sondaggio ha esaminato le opinioni dei dirigenti delle unità locali sul processo di decentramento relativo alle aree amministrative in cui è già stato effettuato: istruzione, salute, assistenza sociale, sicurezza antincendio, permessi di costruzione e attività di manutenzione pubblica delle strade. A prendere parte allo studio è stato il 43 p.c. di tutte le unità di autogoverno locale della Repubblica di Croazia (163 Comuni – il 38 p.c. del totale e 74 Città – il 58 p.c. del totale). Delle unità locali di autogoverno che hanno partecipato all’indagine, il 58 p.c. non ha assunto funzioni decentralizzate in alcuna area, mentre soltanto l’1 p.c. degli intervistati ha adottato il decentramento nel settore sanitario. Il 43 p.c. non ha usufruito delle politiche di decentramento per i settori succitati perché nessuno gliele ha proposte, mentre il 34 p.c. ritiene di non avere gli strumenti necessari per attuarle.
Nel valutare la distribuzione delle responsabilità e delle competenze nel settore della salute, la maggior parte delle unità di autogoverno locale (41 p.c.) afferma di non disporre di sufficiente esperienza per attuare politiche del genere. Nel campo dell’istruzione, invece, le unità di autogoverno locale hanno più esperienza; quindi il 52 p.c. delle stesse valuta l’attuale distribuzione delle responsabilità e delle competenze in modo positivo e soddisfacente. Un terzo dei dirigenti intervistati (il 32 p.c.) non vuole assumere funzioni decentrate in nessuna delle aree amministrative summenzionate. Secondo le unità di autogoverno locale il sistema di finanziamento è ancora inadeguato, le risorse a disposizione sono scarse e la regolamentazione giuridica è insoddisfacente. Tutti si dicono consapevoli dell’impulso positivo che potrebbe derivare dal decentramento, ma non hanno chiare le modalità con le quali questo dovrebbe realizzarsi.

Riforma territoriale

Secondo il primo cittadino di Fiume, Vojko Obersnel, se si vuole arrivare a godere dei benefici di una struttura statale decentrata, bisogna in parallelo attuare anche la riforma territoriale, perché l’attuale modello non permette di usufruire in pieno delle possibilità di una politica decentralizzata. Oltre al sindaco di Fiume e al professore Vedran Đulabić a prendere la parola sono stati anche Max Brändle, direttore dell’ufficio regionale della Fondazione Friedrich Ebert, e Goran Radman, presidente dell’assemblea del Centro Miko Tripalo. Tra il pubblico anche numerosi sindaci di Città e Comuni della Regione litoraneo-montana e il presidente dell’Assemblea regionale, il connazionale Erik Fabijanić.

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