Caso «vermi». Dolac, esame superato

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Caso «vermi». Dolac, esame superato

Sono iniziate stamattina le trattative tra la Dolac e la Blato 1902 d.d. per la rescissione del contratto di fornitura dei pasti, dopo lo scandalo delle tarme del cibo nella minestra che l’azienda ha servito lunedì scorso agli alunni della scuola elementare italiana. Ieri la Blato 1902, nonostante sia l’esclusiva colpevole per quanto accaduto, ha inviato alla riunione una rappresentante che non ha nessun potere decisionale e perciò le trattative di ieri si sono concluse con un nulla di fatto, anche se la direttrice Dunja Kučan Nikolić ha ribadito che la scuola è assolutamente intenzionata a rescindere il contratto “perché il danno sia per gli alunni che per la scuola è enorme”.  Comunque, le parti si sono ripromesse di ritrovarsi nei prossimi giorni per chiudere la faccenda.

Intanto, la Blato 1902 non fornisce più i pasti alla Dolac, che ha provveduto ad accordarsi con la Croce rossa, per assicurare i pranzi per gli alunni del doposcuola. Si tratta di una soluzione temporanea, però “i bambini e i loro genitori non devono preoccuparsi per quanto riguarda il servizio”.

Neodirettrice, battesimo di fuoco

Per la direttrice Dunja Kučan Nikolić è stato un battesimo di fuoco. Nemmeno nei suoi incubi peggiori avrebbe immaginato di intraprendere questo importante incarico con uno scandalo del genere, che ha coinvolto la scuola suo  malgrado. Anzi, il danno d’immagine per la Dolac è notevole, poiché sui siti e sui giornali nazionali il nome della SEI ha campeggiato su tutti i titoli. La direttrice ha aggiunto che il fornitore dei pasti è praticamente una scelta a cui la scuola viene obbligata dalla legge sugli acquisti pubblici. “La Blato ci forniva il pranzo dall’inizio di febbraio e devo dire che tutto il personale scolastico, a cominciare dalla sottoscritta, ha controllato la qualità dei pasti che arrivavano sui piatti dei nostri alunni – ha ribadito la Kučan Nikolić –, ed effettivamente non avevamo riscontrato problemi. Poi è successo quello che tutti sappiamo”.

La direttrice ha voluto ancora una volta precisare che l’istituto si è attenuto alla procedura stabilita in questi casi, com’è stato anche confermato sia dalla ministra dell’Istruzione, Blaženka Divjak, che dal capodipartimento per l’Istruzione della Città di Fiume, Sanda Sušanj. “Questa procedura ci ha impedito di reagire subito nei confronti dei mass media, che mercoledì ci hanno tempestato di telefonate e richieste d’intervista – ha voluto ribadire la direttrice –. Però, la situazione era esplosiva e abbiamo cercato in tutti i modi di tutelare innanzitutto i nostri alunni, ossia abbiamo aspettato le analisi dell’Istituto per la salute pubblica, per poter uscire con delle dichiarazioni più precise. Spero che i giornalisti e i genitori abbiano capito che ho agito in buona fede, pensando sempre a tutelare la scuola e i suoi ragazzi”, ha concluso Dunja Kučan Nikolić, che effettivamente si è ritrovata a gestire un problema grandissimo con pochissima esperienza data la sua fresca nomina. Ma, a conti fatti, la direttrice ha superato l’esame, come dimostra il fatto che nessuno ha colpevolizzato la scuola, bensì soltanto la Blato 1902 d.d.

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