Anche gli ucraini interessati al 3. maj

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Anche gli ucraini interessati al 3. maj

ZAGABRIA | Che il tempo sia tiranno è risaputo. Che l’antico detto ben si addica anche alla situazione in cui versa il Gruppo Uljanik, la cui crisi potrebbe segnare le sorti della cantieristica ne sono ben consapevoli tutti gli attori coinvolti nelle attività tesa a individuare una soluzione che consenta il mantenimento di quest’attività produttiva in Croazia. Quello che serve, arrivati a questo punto, è una svolta. Lo ha detto senza fare inutili giri di parole il ministro dell’Economia, Darko Horvat, che già la settimana scorsa ha invitato a ragionare dei due cantieri del Gruppo considerandoli due soggetti distinti: Scoglio Olivi di Pola da una parte, il 3. maj di Fiume dall’altra.

Gli auspici dei cantierini

Un ragionamento in sintonia con gli auspici dei cantierini di Cantrida che oggi guarderanno con interesse verso Zagabria aspettando di sapere se si stanno delineando delle soluzioni compatibili con quelli che sono i loro desiderata che si riassumono in un semplice: Vogliamo continuare a costruire nave qui, nel nostro cantiere. È annunciata per oggi, infatti, una riunione con i possibili partner ucraini che hanno manifestato interesse per entrare nell’assetto proprietario del 3. maj, “In questo momento stiamo dialogando con i possibili partner. I rappresentanti di uno di questi sarà domani (oggi per chi legge, ndr) qui e lo incontrerò. Si tratta di colleghi ucraini che hanno manifestato interesse a entrare nell’assetto societario del 3. maj. Ad oggi è già la quarta espressione d’interesse seria che ci viene esposta”, ha detto ieri il ministro Horvat, confermando che nei giorni scorsi ha già incontrato i potenziali partner italiani che guardano con interesse al cantiere navale fiumano. Stando alle voci ufficiose che sono circolate in precedenza a considerare la possibilità di investire nello stabilimento fiumano sarebbe stata Fincantieri.

Evitare il fallimento

Entrando ai Banski dvori dove si è riunito il Gabinetto ristretto del governo Horvat non ha voluto fare alcuna previsione riguardo alle conclusioni che potrebbero emergere domani, né tantomeno rigurdo “agli sviluppi che potrebbe avere l’intera vicenda”. Si è però detto certo che nell’arco di una decina di giorni “le prese di posizioni saranno definite e rese note”. Incalzato dai giornalisti ha poi precisato che maggiori dettagli potranno essere comunicati soltanto dopo l’incontro di oggi perché, ha fatto presente, “dobbiamo capire se la manifestazione d’interesse è concreta o se i possibili partner desiderano fare un giro conoscitivo per capire meglio la situazione nella quale versa la cantieristica croata”.

Il piano di ristrutturazione

Nessuna novità, invece, per quanto attiene al piano di ristutturazione dell’Uljanik rivisto e integrato, che non sarebbe ancora stato trasmesso al ministero dell’Economia. “Il tempo sta inesorabilmente scorrendo e io sono in attesa esattamente come lo sono i giornalisti, l’opinione pubblica e le parti interessate”, ha detto Horvat, che ha confermato la sua posizione contraria alla dichiarazione del fallimento. Richiesto però di dire se ci siano gli spazi per un intervento salvagente dello Stato in veste d’imprenditore il ministro ha risposto seccamente che quest’opzione non è percorribile.

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