Amazzonia in fiamme. Ecco i perché e cosa possiamo fare

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Amazzonia in fiamme. Ecco i perché e cosa possiamo fare

Dopo le foreste in Alaska e Siberia, in queste settimane anche la foresta amazzonica è divorata dalle fiamme che stanno causando perdite irrecuperabili al nostro più grande polmone verde.
Da gennaio gli incendi sono stati 72.000 mila, e quasi 10.000 solo nell’ultima settimana, come spiega l’Agenzia spaziale brasiliana (Inpe) alla Bbc. Si conta un incremento dei roghi pari all’84% con delle conseguenze che potrebbero avere delle proporzioni planetarie.
La deforestazione in Amazzonia è una questione di “grande preoccupazione” , ha detto Stephane Dujarric, portavoce del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. “Le foreste nel mondo – ha aggiunto – giocano un ruolo enorme nel tentativo di mitigare gli effetti del riscaldamento climatico”.
Secondo uno studio dell’Università dell’Oklahoma pubblicato sulla rivista accademica Nature Sustainability e ripresa dall’edizione brasiliana della Bbc, la deforestazione in Amazzonia sarebbe doppia rispetto a quella registrata dall’Istituto nazionale di ricerca spaziale (Inpe). Secondo gli scienziati dell’Università statunitense, tra il 2000 e il 2017 l’Amazzonia brasiliana ha perso circa 400mila chilometri quadrati di area verde, pari al territorio della Germania.
L’area dell’Amazzonia legale è compresa tra nove Stati brasiliani: Acre, Amapà, Amazonas, Parà, Rondonia, Roraima e parte degli Stati di Mato Grosso, Tocantins e Maranhao.
Il 20% dell’ossigeno della Terra
Quella amazzonica è la foresta pluviale più grande del mondo, con i suoi 5,5 milioni di km quadrati. Da sola produce circa il 20% dell’ossigeno della Terra e assorbe ogni anno circa 2 miliardi di tonnellate di anidride carbonica. Il suo ruolo nell’ecosistema mondiale è fondamentale, per questo gli scienziati lanciano l’allarme sugli incendi in atto nella foresta, temendo che possano compromettere la lotta ai cambiamenti climatici e al riscaldamento globale.
Le accuse del presidente Bolsonaro: «Sono state le Ong»
“Non chiedetemi le prove, ma ci sono forti indizi che a provocare gli incendi di questi giorni siano state le Ong ambientaliste. Hanno perso i fondi statali e per questo stanno seminando il panico, danneggiando così l’immagine del nostro Paese”, ha dichiarato il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro. Potrebbero essere stati anche gli agricoltori? “Certo, tutti sono sospettabili, anche gli indio – ha sottolineato Bolsonaro -: ma secondo me, vi ripeto, le Ong sono in cima alla lista”.
A smentire la tesi anti-Ong di Bolsonaro sono arrivate le dichiarazioni di alcuni “fazendeiros”, che sui social hanno pubblicato immagini degli incendi ammettendo che si è trattato di una grande mobilitazione per dichiarare al governo che sono pronti a occupare nuove terre.
Il ciclo della deforestazione in Amazzonia inizia quasi sempre così; alle fiamme seguono le ruspe per portare via i resti di alberi, poi si installano gli animali al pascolo e infine le coltivazioni. Tutto secondo calendario: si brucia quando non piove, si pianta prima dell’arrivo delle piogge, entro ottobre e novembre. La soia cresce velocemente e regala profitti straordinari.
E noi cosa possiamo fare?
Cosa possiamo fare per aiutare la foresta amazzonica, patrimonio di inestimabile valore per il Pianeta. Ecco una lista di consigli: eliminare o almeno ridurre il consumo di manzo importato dal Brasile. Gli allevamenti di bovini sono una delle prime cause di deforestazione dell’Amazzonia; ridurre il consumo di carta e legno che provengono dalla foresta amazzonica, o acquistare prodotti certificati; parlare di ciò che sta accadendo nella foresta amazzonica, anche divulgando articoli come questo sui social, usando l’hashtag #PrayforAmazonia; fare una donazione a un’associazione impegnata nella tutela della foresta e dei diritti degli indigeni, contribuendo al progetto Protect An Acre di Rainforest Action Network, supportando le popolazioni indigene con Amazon Watch o finanziando l’acquisto di terra attraverso Rainforest Trust; Aiutare a proteggere gli animali che vivono nella giungla sostenendo il WWF; Supportare progetti che sensibilizzano sull’Amazzonia attraverso la Amazon Aid Foundation.

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