3. maj, parte il procedimento prefallimentare

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3. maj, parte il procedimento prefallimentare

FIUME | Il Tribunale commerciale di Fiume ha dato il via al procedimento prefallimentare del 3. maj. L’obiettivo è appurare se ci siano le condizioni per l’inizio del processo di liquidazione del cantiere navale di Cantrida. Il giudice Ljiljana Ugrin ha affidato a Zdravko Čupković l’incarico di curatore fallimentare provvisorio e ha fissato per il 6 febbraio, alle ore 10, la prima udienza prefallimentare. 

Termini e obblighi

Čupković, noto all’opinione pubblica come curatore fallimentare della Transadria, con tutta probabilità si recherà al 3. maj già lunedì mattina. Lo attende una notevole mole di lavoro, dovrà appurare se ci siano i presupposti per l’avvio del procedimento fallimentare e se il valore del patrimonio del cantiere navale basta per coprire le spese del processo fallimentare nel caso in cui si proceda in questo senso. Una relazione scritta in tal senso deve essere consegnata da Čupković, entro 15 giorni, al Tribunale commerciale di Fiume.
Sempre stando alla delibera firmata dal giudice Ljiljana Ugrin, affissa nella bacheca del Tribunale, i responsabili del 3.maj hanno 8 giorni di tempo per depositare in forma scritta la relazione sulla situazione finanziaria della società.
Il 24 dicembre scorso, lo ricordiamo, l’agenzia finanziaria FINA aveva inoltrato al Tribunale commerciale di Fiume la richiesta di avvio del procedimento fallimentare del 3. maj richiamandosi al blocco dei conti aziendali per 120 giorni consecutivi a causa di debiti per complessivi 72,11 milioni di kune. 

Debiti e crediti

Va ricordato che Juraj Šoljić, presidente del Comitato sindacale per la salvaguardia del 3. maj, ha più volte fatto notare che non va dimenticato che lo stabilimento di Cantrida oltre ai debiti ha dei crediti. Il sindacalista ha parlato in questo contesto della richiesta più volte fatta al Gruppo Uljanik, del quale il 3. maj fa parte, e tesa a ottenere la restituzione dei prestiti il cui ammontare, con gli interessi di mora, ha superato l’importo complessivo di 600 milioni di kune.
Va detto anche che lunedì 31 dicembre l’Assemblea straordinaria degli azionisti dello stabilimento navalmeccanico fiumano ha deciso di riportare il numero dei componenti della Direzione a un massimo di cinque. Infatti, al momento della cessione del cantiere all’Uljanik era stato deciso di concentrare tutto il potere nelle mani di una sola persona, nominata dal proprietario polese. Il vicedirettore perciò non aveva alcun potere reale, neppure quello di firma. Attualmente i dipendenti del cantiere fiumano sono in ferie collettive e rientreranno al lavoro lunedì, 7 gennaio.
A Zagabria, intanto, il ministro dell’Economia, Darko Horvat, ha avuto un lungo incontro con i membri della Direzione del Gruppo Uljanik e al termine della stessa ha dichiarato di essere ottimista riguardo al futuro della cantieristica a Fiume e a Pola nonostante l’avvenuta nomina del curatore prefallimentare del cantiere di Cantrida. Decisione, che va detto, potrebbe essere presa anche per Scoglio Olivi il prossimo 26 gennaio. A motivazione del suo ottimismo il ministro ha dichiarato: “In questo momento ci sono due partner potenziali seri che stanno esaminando il data room e raccolgono informazioni in merito allo status e alla situazione al 3. maj e a Scoglio Olivi. Si tratta della cordata Fincantieri-Gruppo Div e del Gruppo Scenic australiano”. Horvat Horvat auspica pertanto che entro il 25 gennaio venga formulata un’offerta finanziaria concreta per la partnership nel Gruppo Uljanik.

Possibili partner strategici

“Stiamo cercando di fare il possibile per evitare il fallimento del 3. maj. Le informazioni delle quali disponiamo infondono ottomismo e cercheremo di evitare anche il fallimento di Scoglio Olivi”, ha detto il ministro Horvat, a cui avviso un impegno finanziario pari a 150 milioni di kune “non rappresenta un ostacolo insormontabile per gli investitori che in questo momento si trovano nel data room”. In ogni caso il ministro ha tenuto a sottolineare che “l’eventuale fallimento non significa la chiusura del 3. maj e in prospettiva di Scoglio Olivi e dunque della cantieristica”. “Si tratta però di un’opzione sulla quale in questo momento, considerato il contesto, non vorrei soffermarmi”, ha concluso Horvat, puntualizzando che si aspetta che entro il 18 gennaio (data di chiusura del data room) si facciano avanti anche i potenziali investitori ucraini e cinesi. Quanto all’ipotesi della scissione del Gruppo Uljanik, ovvero dell’uscita da questo del cantiere fiumano, il ministro si è limitato a dire che i due potenziali partner con in quali si dialoga in questo momento sono interessati a entrambi gli stabilimenti. Il dialogo con i potenziali investitori è stato confermato anche dal presidente dell’Uljanik, Emil Bulić.

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