Il dramma dell’esodo con gli occhi di Giulia

Una toccante rappresentazione nella CI di Castelvenere

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Il dramma dell’esodo con gli occhi di Giulia

Una scenografia semplice, foto vecchie con cornici ormai logorate, appendiabiti traballanti forse per il lungo viaggio dovuto affrontare durante l’esodo, stoffe grezze, dure e scure, come lo era anche la morte, inscenata per l’occasione da una cupa maschera antigas. Tra questi dettagli,con molta scorrevolezza, il Teatro Impiria di Verona ha proposto nella Comunità degli Italiani di Castelvenere, “Giulia”, storia di una semplice bambina che durante un viaggio per l’Istria con i suoi genitori, con ingenuità e curiosità, desidera avere una risposta ai tanti perché del dramma dell’esodo di un popolo dalle terre italiane e di migliaia di persone torturate, uccise o gettate talvolta ancora vive dentro le foibe, secondo un disegno di pulizia etnica, culturale e politica a opera delle milizie jugoslave.
Dopo poco più di un’ ora di teatro, è seguito un applauso lunghissimo ed emozionante, che ha voluto dire grazie agli attori che, anche se non fanno parte di quella parte di storia, si sono immedesimati. Artisti coraggiosi e professionali che hanno donato un valido e colto anticorpo culturale basato semplicemente sui fatti accaduti, senza cadere mai in poco nobili strumentalizzazioni politiche, facendo capire che sia uno sbaglio pensare che le foibe siano state solo ed esclusivamente una battaglia tra fascisti e comunisti, il tutto senza tante parole, rappresentato in scena da cornici bianche, che potevano riportare il nome dei nostri nonni, zii, sorelle o parenti. Come sottolineato a margine dello spettacolo dalla poetessa dignanese Loredana Boliun, uno spettacolo che tocca un argomento che per molti anni è stato tabù nel nostro territorio e del quale ancora oggi si parla troppo poco. A prendere la parola pure la presidente del sodalizio, Tamara Tomasich che, dopo aver riportato il saluto del presidente dell’Unione italiana, Maurizio Tremul, ha rilevato come il teatro, quando riesce perfettamente a unire ritmo, storia narrata, musica e valida interpretazione, coglie nel segno. Diviene addirittura sublime se, oltre a tutto ciò, aiuta a far luce su tristi pagine storiche del proprio Paese troppo a lunghe taciute e travisate.

Il cast di «Giulia» al completo

Una pagina dolorosa, una complessa vicenda del Novecento mai abbastanza conosciuta, e se possibile resa ancora più straziante dal fatto che la sua memoria è stata affidata non a un imponente monumento, ma a tante piccole testimonianze come quella dei bisnonni della protagonista, Delmo e Giulia, di cui lei porta il nome. Uno spettacolo corale, che vuole appassionare, sorprendere, ricordare, e firmato da Michela Pezzani che non vuole spiegare tutto, bensì cercare una verità sfuggente, come spiegato da Andrea Castelletti, uno dei protagonisti che firma pure l’adattamento della regia. “Crediamo sia giusto far sentire la voce di chi ha sofferto, senza per questo dover render conto a ideologie e idealismi divisori, cui questo spettacolo vuole invece dire basta. Sono tante le opinioni diverse e le colpe, ma unica rimane la tragedia delle migliaia di persone uccise e delle centinaia di migliaia costrette a lasciare la propria terra. Ricordare questi fatti ci riporta anche ad altri eccidi avvenuti in passati remoti e recenti, nei diversi angoli del mondo, nel nome di follie, di ideologie e di vacue smanie di potere”, ha sottolineato Castelletti spiegando come questo sia solo un piccolo tassello che va a incastrarsi in un grande puzzle fatto di tante storie. Quindi in scena con l’ambizione di dire basta, con la voglia di pace e giustizia tra gli uomini. La piccola Giulia e la mamma interpretate da Simonetta Marini e Bianca Bassi, con i numerosi testimoni nei panni di sacerdoti, fratelli, nonni e giovani interpretati da Michele Vigilante, Sergio Bonometti, Fabio Sidoti, Valentina Stevan, Guido Ruzzenenti, Annamaria Zaccaria, Laura Consolini, Claudio Furia, Nicola Lonati e Andrea Lusente. Quindi un viaggio nel tempo e nella memoria alla ricerca delle origini, voluto dall’Associazione Nazionale Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con l’Unione Italiana e la Comunità degli Italiani di Castelvenere.

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