Alla Vigilia del Giorno del ricordo l’Associazione culturale Cristian Pertan e la Famia Ruvignisa hanno promosso la quinta edizione dell’evento “Ricordar e tornar” in collaborazione con la Comunità degli Italiani di Rovigno e l’Associazione Giusto Curto.
Partiti da Trieste i partecipanti al programma in mattinata hanno reso omaggio alle vittime delle foibe davanti a una di queste a Pucici nel Giminese. Hanno fatto seguito un pranzo conviviale e la visita alla mostra multimediale e fotografica “Una giornata a Rovigno” dell’Associazione Giusto Curto.
Il momento clou è avvenuto a Palazzo Milossa, sede della locale Comunità degli Italiani per il programma intitolato “Ricordar e tornar” durante la quale sono state ricordate la tragedia delle foibe, quella dell’esodo e del travagliato Dopoguerra di chi partì e chi rimase, nel più ampio contesto storico del confine orientale. Un programma che si è snodato attraverso testimonianze e poesie accompagnate dai canti della tradizione rovignese eseguiti dalla coro della Marco Garbin.
In apertura d’incontro il coro misto della “Marco Garbin” diretto da Riccardo Sugar ha interpretato l’“Inno all’Istria” e una bitinada. Roberta Ugrin, presidente della Comunità degli Italiani, ha ringraziato il coro per l’esibizione salutando gli ospiti in sala. “Nel secolo scorso sono successe cose terribili alla gente che ha vissuto in questi luoghi e che in un mondo dominato dalla paura è importante e necessario cambiare e rifiutare ogni tipo di estremismo nazionalista per costruire un presente e un futuro senza confini”.
Gabriele Bosazzi, presidente della Famia Ruvignisa, ha citato i nomi di alcuni rovignesi vittime delle foibe tra cui il più anziano, l’83.enne Angelo Rocco, nonché Giuseppina e Alice Abbà, madre e figlia. “La chiarezza dei fatti avvenuti in quel periodo è spesso arrivata dal Centro di ricerche storiche del prof. Radossi”, ha sottolineato Bosazzi.
È stata la volta poi di Tullio Svettini che ha parlato del dramma dell’esodo attraverso le testimonianze di alcuni rovignesi. Hanno fatto seguito poi le testimonianze dell’artista e fotografo Virgilio Guricin. Tra le orazioni, Nives Giuricin ha letto due poesie in dialetto rovignese. A fine serata il saluto di Roberta Ugrin e la consegna di una monografia con foto di Virgilio Giuricin a Gabriele Bosazzi.
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