Damiani: La cultura è identità. Tremul e Corva: Un brand CNI

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Damiani: La cultura è identità. Tremul e Corva: Un brand CNI

PIRANO | Proseguono gli appuntamenti elettorali dei candidati alle cariche dirigenziali dell’Unione Italiana. Ieri sera sia l’agenda di Maurizio Tremul e Marin Corva, che presentandosi all’elettorato come lista Uniti per l’Unione chiedono il primo la fiducia per ricoprire l’incarico di presidente dell’UI e il secondo quello di presidente della Giunta esecutiva, sia quella di Sandro Damiani, che si candida a presidente della Giunta esecutiva dell’UI vedeva iscritto un comizio nella sede della Comunità degli Italiani “Giuseppe Tartini” di Pirano. Circostanza che ha fatto sì che la presentazione dei rispettivi programmi sia unica.

Per primo ha preso la parola Sandro Damiani che ha spiegato ai numerosi presenti perché si è sentito in dovere di scendere in campo a 68 anni. A suo avviso si nota una profonda spaccatura all’interno della Comunità Nazionale Italiana, che non è mai stata così divisa nemmeno ai tempi del regime comunista. La situazione, a suo avviso, è molto seria e le istituzioni hanno dimenticato soprattutto il ruolo delle Comunità degli italiani che – ha sottolineato – deve essere quello di fare cultura come hanno fatto in passato illustri connazionali come Antonio Borme, Alessandro Damiani e tanti altri. Dai suoi contatti con i connazionali è emersa una profonda delusione. In crisi sarebbero le scuole medie superiori, specialmente quelle di Fiume e Pola. Le potenzialità della Comunità Nazionale Italiane sono sparpagliate e per sopravvivere – è convinto Damiani – sarà necessario puntare sulla cultura. Dovranno farlo le nostre università promuovendo gli intellettuali connazionali. Ha affrontato poi il problema del Dramma italiano, che avrebbe perso completamente la propria autonomia e che si vedrebbe togliere di continuo risorse finanziarie importanti. In futuro sarà necessario rivedere la situazione.
Soffermandosi sulla casa editrice Edit, Damiani ha rimarcato la necessità di puntare sull’attività libraria e sulla promozione della la cultura italiana anche in questa forma Ha espresso profonda delusione per l’evidente incapacità di sviluppare una base economica che dia posti di lavoro e finanziamenti aggiuntivi per le nostre istituzioni.
Ha preso quindi la parola Maurizio Tremul, candidato unico alla carica di presidente dell’Unione Italiana. Nel suo intervento sì è soffermato su constatazioni generali, rilevando poi che serve un rinnovo generazionale. Io a 56 anni non posso essere il futuro, ma che questo deve essere rappresentato dalla generazione di Marin Corva, ha evidenziato, facendo presente che si è investito molto sui giovani e che oltre a formarli si è cercato anche di creare sbocchi lavorativi nell’ambito di progetti europei come quello intitolato a Tartini in corso a Pirano o quelli promossi dall’Ufficio Europa. Tremul ha sottolineato che va mantenuta la continuità con quanto è stato fatto finora e che è disposto a mettere a disposizione dei giovani dirigenti le sue esperienze e le sue conoscenze. Ha espresso gratitudine all’Italia per le risorse che mette a disposizione della nostra Comunità Nazionale, ma ha rivendicato per l’Unione italiana un’autonomia nella ripartizione dei finanziamenti concessi.
A Marin Corva, candidato per la Giunta esecutiva dell’Unione Italiana, è rimasto il compito di presentare in sintesi il programma della lista Uniti per l’Unione. In apertura ha evidenziato la necessità di assicurare sostegno agli attivisti delle Comunità degli Italiani e in particolare di sostenere i presidenti della CI assicurando loro consulenze di professionisti in vari settori. Circa le scuole ha sottolineato che sono il nostro futuro che devono essere centri di eccellenza. Anche Corva si è soffermato sui giovani e sulla necessità di aiutarli non soltanto a studiare, ma anche a trovare poi un occupazione nell’area d’insediamento storico citando alcune iniziative in corso. Ha parlato ancora della tutela della lingua e della cultura italiana e dei nostri dialetti. Tra le riforme da fare ha citato quella resa a garantire il rafforzamento del dialogo e a dare un ruolo più incisivo ad esempio agli attivi consultivi. A suo avviso il potere andrebbe decentralizzato creando gruppi di lavoro specifici chiamati ad affrontare alcuni problemi riscontrati. Ha anticipato che se eletto proporrà di aumentare il numero dei membri della giunta esecutiva da 5 a 7 per rendere meno gravosi i loro impegni. In chiusura si è soffermato sulla tutela dei diritti della CNI e della loro attuazione in collaborazione con i deputati a Lubiana e Zagabria in campo economico e sulla volontà di creare un “brand CNI” per valorizzare alcuni prodotti tipici e autoctoni, promuoverli e piazzarli sul mercato. Al termine l’appello di tutti ai connazionali è stato di presentarsi domenica 8 luglio all’appuntamento elettorale, perché il volto non è soltanto un diritto, ma anche un dovere.

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