ROBE DE MATTEONI Il minimo sindacale

0
ROBE DE MATTEONI Il minimo sindacale

Giugno 1996. Entro nel mitico stadio Old Trafford di Manchester, dopo che pochi giorni prima avevo messo piede nel tempio di Wembley. Quello vecchio, per capirci, con le due torri e il profumo della storia centenaria del calcio d’Oltremanica. Lì ebbi la fortuna di scambiare qualche battuta con un altro mito. Il “vecchio”, che per le sue origini friulane lo chiamavano il “vecio”, Enzo Bearzot. Lui e Cesare Maldini, Spagna ‘82, partite leggendarie degli azzurri con Argentina, Brasile, Polonia, Germania Ovest, e poi ancora Paolo Rossi e i suoi 6 indimenticabili centri che hanno trasformato l’Italia dal brutto anatroccolo della fase a gironi al magnifico cigno che ha vinto il Mondiale.Ne parlavo con Bearzot in tribuna a Wembley durante l’apertura dell’Europeo ‘96. Football’s coming home, cantavano gli inglesi: il calcio sta tornando a casa. Bearzot era ospite di un convegno. Un personaggio formidabile, di un’umiltà rara.Ma torniamo a Manchester. Nella tana dello United ho vissuto altre emozioni indimenticabili. Mi sono fatto in quattro affinché gli addetti ai lavori, con tanto di benedizione di Alex Ferguson, mi lasciassero fare due passi sul prato verde più famoso al mondo. Il mio sogno da bambino diventato realtà. Lì ammiravo Arrigo Sacchi. Era vicecampione del mondo due anni prima al Mondiale americano. A Manchester terminava la sua era da “odiato” selezionatore. Per me, contro la Germania, l’Italia aveva giocato una delle migliori partite che le ho visto fare. Fu lo 0-0 ben più scoppiettante di molte altre goleade. Agli azzurri serviva una vittoria perché la Repubblica ceca aveva un punto in più. Anzi due, considerando lo scontro diretto vinto. I cechi invece li guardavo in un terzo tempio – Anfield. All’alba del 14 giugno Paolo Maldini, capitano dell’Italia, diventa papà per la prima volta. Vola con un aerotaxi a Milano, bacia la moglie Adriana e il primogenito Christian e ritorna subito a Liverpool. Alle 19.30 si scende in campo. Maldini gioca forse la sua peggiore partita della carriera. Nedved la sblocca già al 4’, Chiesa pareggia i conti al 18’, prima del definitivo 2-1 siglato da Bejbl al 35’. I cechi sono un po’ come i croati: sfacciati di fronte alla grandi potenze del calcio. Trascinati da Poborsky, Nedved e compagnia volano in finale. Tutta l’Europa tifa per loro, ma ad alzare il trofeo è la Germania… Quella stessa Germania che la Croazia avrebbe potuto fermare nei quarti. Con una “spintarella” dell’arbitro i tedeschi passarono 2-1. Lì nacque la Croazia che due anni più tardi stupì il mondo con il bronzo al Mondiale francese.Stasera all’Hampden Park di Glasgow la Croazia vicecampione del mondo affronta la Repubblica ceca. Dopo la sconfitta con l’Inghilterra tira un’aria pesante tra i ragazzi di Dalić. Non per i punti persi, bensì per un gioco che stenta a decollare. Cinque anni fa a Euro 2016 proprio contro gli avversari odierni finì 2-2. I disordini dei tifosi croati provocarono un’interruzione della partita e secondo gli addetti ai lavori senza quello stop la Croazia non si sarebbe fatta rimontare dopo essere stata in vantaggio per 2-0. Potrebbe anche essere, io però sono del parere che il problema fosse il ginocchio di Modrić, che lo costrinse ad abbandonare il campo nel secondo tempo sul 2-0. E senza il suo “cervello” il gioco si sfaldò…Dopo 70 partite giocate negli ultimi 12 mesi, a 36 anni suonati Modrić pare ancora un giovane calciatore in cerca di gloria. Lui, Pallone d’Oro 2018, faro del Real Madrid che ha appena dato il benservito alla bandiera e capitano Sergio Ramos, ma che al suo coetaneo Luka ha fatto firmare un nuovo contratto.Stasera la Croazia deve vincere se vuole fare il primo passo verso gli ottavi. Superare il girone è il minimo sindacale. Uscire equivarrebbe a un dramma sportivo. Modrić è al suo ultimo Europeo e di certo non meriterebbe una fine anticipata. Non dubito che contro i cechi farà una grande partita, anche se è un po’ stanco, più di testa che di gamba. Ma lui ci sarà, il dubbio, semmai, è se ci saranno gli altri…

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display