LO SGUARDO Il G20, gli Usa e la Cina

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LO SGUARDO Il G20, gli Usa e la Cina

Il G20 si tiene a Bali, in Indonesia, oggi e domani. Vi prendono parte i Paesi più ricchi del pianeta e le economie emergenti. Non ci sarà il Presidente russo Vladimir Putin, in difficoltà sia interna che internazionale a causa della sua guerra in Ucraina. Per la prima volta il neopremier italiano Giorgia Meloni avrà un incontro bilaterale con Biden.

A margine del summit si sono incontrati i due uomini più potenti della terra, Joe Biden e Xi Jinping che probabilmente proveranno a tracciare delle linee rosse. Hanno un disperato bisogno di parlare. Le relazioni USA-Cina sono al loro punto più critico da quando l’ex Presidente Richard Nixon si recò a Pechino negli anni ‘70.

Le tensioni sono acute su Taiwan dopo la recente visita di Nancy Pelosi a Taipei e la risposta della Cina, una vasta esercitazione militare che ha dimostrato la sua crescente capacità di isolare Taiwan dal resto del mondo. Per decenni gli strateghi hanno cercato di immaginare un futuro in cui la crescente superpotenza cinese si sarebbe confrontata con un’altra superpotenza, gli Stati Uniti. L’incontro sarà l’occasione di definire quali sono gli interessi critici nazionali della Cina e quali quelli degli USA e determinare se sono in conflitto o meno tra loro – e se lo sono – come risolvere la situazione.

Il leader cinese sempre più nazionalista e militarista, appena rieletto per la terza volta Presidente della Cina, potrebbe cercare chiarezza su quale sia esattamente la politica di Biden nei confronti di Taiwan, che ha ripetutamente promesso di difendere se la Cina avesse attaccato e sulla determinazione di Washington a rimanere in Asia orientale. Un argomento non teorico, ma di realismo geopolitico.

Il Presidente americano oltre a cercare di tracciare il limes ovvero delle linee rosse con Xi Jinping per prevenire ed evitare ogni probabile contrasto tra le due superpotenze che potrebbe sfociare in micro conflitti locali per procura, in un crescendo kafkiano fino all’apoteosi finale, ancora da scrivere, di una catastrofica Prima guerra nucleare, forse l’ultima per l’umanità. Cercherà anche di creare un cuneo nell’amicizia tra il leader cinese e quello russo. Ha già provato con la guerra psicologica verso Putin, che non sarà a Bali, affermando di non credere che ci sia molto rispetto da parte cinese per la Russia di Putin e di considerarla un’alleanza strategica dato che si sono mantenuti a distanza sulla guerra in Ucraina.

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