L’INTERVENTO La Russia abbandona il dollaro?

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L’INTERVENTO La Russia abbandona  il dollaro?

Sempre più Paesi nel mondo stanno cercano di ridurre la loro dipendenza dal dollaro statunitense. Tra questi c’è anche la Russia, un Paese che ha già raggiunto diversi traguardi in merito. Lo riporta il quotidiano USA “The Wall Street Journal”. Sebbene il Presidente russo Vladimir Putin e l’omologo statunitense Joe Biden abbiano concordato, nel corso del primo vertice transatlantico del 16 giugno, di avviare consultazioni sulla stabilità strategica, la Russia sta gradualmente riducendo la sua dipendenza dal dollaro. Le transazioni in valute nazionali nello spazio dell’Unione economica eurasiatica ultimamente sono cresciute del 74 p.c., cpme annunciato dal presidente della Camera bassa del Parlamento russo (Duma), Vjačeslav Viktorovič Volodin (“L’Anti Diplomatico.it”). Ai margini del Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo del 3 giugno, Anton Siluanov, ministro delle Finanze della Federazione Russa, ha dichiarato che “Mosca abbandonerà completamente il dollaro americano nella struttura del ‘Fondo ricchezza nazionale’. Al contempo, verrà aumentata la percentuale di euro e di yuan. Verrà introdotto l’oro, mentre la quota dello yen giapponese non cambierà”. Alla luce delle recenti tensioni diplomatiche e delle sanzioni economiche, la Federazione Russa sta cercando di rendersi progressivamente più autonoma, dal punto di vista economico, dall’Occidente. Le quote del dollaro statunitense e dell’euro sono entrambe state ridotte al 35 p.c., dal precedente 45 p.c. (“Brics Information Portal”). Così il “National Welfare Fund” russo non avrà più dollari USA. Entro un mese le attività esistenti saranno divise tra euro, yuan cinese e oro. Negli Stati Uniti, la definiscono una “decisione politica”. Gli esperti sottolineano che la svendita di dollari è un’ovvia conseguenza delle crescenti tensioni geopolitiche e rientra negli sforzi per ridurre la dipendenza dell’economia dalla valuta statunitense. Mosca vuole ridurre al minimo le perdite causate dalle sanzioni statunitensi contro il settore bancario. Tutti i grandi profitti derivanti dalla vendita del petrolio in futuro faranno parte delle riserve internazionali della Russia. I mercati russi sono stati scossi dai timori di sanzioni in seguito all’incarcerazione di Alexei Navalny (“Moskva News Agency”). I dati ufficiali del “National Settlement Depository” russo mostrano per la prima volta in sei anni che il debito pubblico nazionale detenuto da investitori stranieri è sceso al di sotto del 20 p.c. Sebbene siano possibili sanzioni contro la Russia, i rischi per le riserve della Banca, sostanzialmente non dovrebbero rappresentare un problema (“Moscow Times”). La quota di euro aumenterà al 40 p.c, lo yuan cinese rappresenterà il 30 p.c. delle riserve e un altro 20 p.c. sarà immagazzinato in oro.

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