Una «Festa barocca» dà il benvenuto all’estate

La serata è stata organizzata in concomitanza con la Giornata internazionale della musica, un evento che si tiene il 21 giugno di ogni anno

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Una «Festa barocca» dà il benvenuto all’estate
L’ensemble Collegium Musicum Fluminense. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Anche la Comunità degli Italiani di Fiume ha dato il suo benvenuto all’estate e soltanto tre ore dopo il solstizio ha ospitato nel Salone delle Feste una piacevolissima “Festa barocca”, organizzata anche in concomitanza con la Festa della musica, un evento musicale che si tiene il 21 giugno di ogni anno per celebrare il solstizio d’estate in più di 120 nazioni in tutto il mondo. Protagonista della serata l’ensemble Collegium Musicum Fluminense, guidato dal direttore artistico David Stefanutti, che con l’archetto del suo violoncello dettava simbolicamente i tempi agli altri componenti: Tea Grubišić (primo violino), le sorelle Maja (viola) e Nataša Veljak (secondo violino), il loro padre Valter al contrabbasso e Ivan Bošnjak al clavicembalo.

Affiatamento dell’orchestra
Mentre fuori la temperatura si era assestata sui 30 gradi, l’ensemble fiumano ha aperto la serata con il compositore inglese Henry Purcell, più precisamente con le musiche di scena per fosca tragedia di Aphra Behn “Abdelazer, o La Vendetta del Moro”, scritte nel 1695, l’anno della sua prematura scomparsa a 36 anni. La pièce è scivolata in maniera armonica, dall’ouverture al rondeau finale, con un’apparente facilità dovuta all’affiatamento dell’orchestra, molto precisa nella trasmissione fedele del linguaggio musicale del Seicento basato sul contrappunto. A seguire il concerto per corno da caccia in re maggiore del compositore tedesco Georg Philipp Telemann (1681-1767), contemporaneo di Bach e Händel, uno dei musicisti più prolifici di tutti i tempi. La sua incredibilmente lunga parabola creativa, durata quasi sette decenni, lo fece “viaggiare” dal pieno Barocco fino alle soglie del Classicismo, denotando la sua prodigiosa capacità di aggiornamento stilistico. La pièce proposta dal Collegium Musicum Fluminense ha dato l’opportunità al pubblico presente di conoscere uno strumento antico che è l’antenato del moderno corno francese. Stiamo parlando del corno naturale, che a differenza del successore moderno non ha valvole né cilindri, potendo produrre in questa maniera soltanto gli armonici naturali, come sottolineato dal solista triestino Andrea Sfetez, appassionatosi con il passare degli anni agli strumenti antichi, come da lui stesso ammesso. Per cambiare l’altezza dei suoni prodotti, Sfetez ha fatto vedere a un pubblico particolarmente interessato una tecnica che solitamente non si ha modo di vedere negli strumenti moderni e che ricorda vagamente le distorsioni timbriche prodotte dalla sordina per trombone. Questa tecnica consta nel cambiare la posizione della mano nella campana del corno, alterando la serie dei suoni armonici e ottenendo così i suoni mancanti, “aprendo” così lo strumento a tutta la scala cromatica.

Una fusione armonica e precisa
Mentre Sfetez stava riprendendo fiato, i musicisti fiumani hanno proposto la Sinfonia in si bemolle maggiore (HWV 338) di Georg Friedrich Händel (1685-1759), che ha dato a ogni singolo membro dell’ensemble la possibilità di mettere in vetrina le proprie doti, specialmente nell’allegro finale. A una “Festa barocca” non poteva non essere… invitato il grande Antonio Vivaldi (1678-1741), il quale ha portato in… regalo la Sinfonia (Allegro – Andante molto – Allegro molto) tratta da “La Sena festeggiante”, serenata a tre che il compositore veneziano ha scritto per tre voci, orchestra e basso continuo. Durante tutta la serata il suono “pizzicato” del clavicembalo non ha invaso il “territorio” degli archi, fondendosi con loro in maniera molto armonica e precisa.
In chiusura di concerto, realizzato con il patrocinio del Dipartimento per la cultura della Città di Fiume, l’ultimo pezzo in programma era la Sinfonia n. 3 in re maggiore (Allegro – Andante – Presto) di Luka Sorkočević (Luca Sorgo), compositore di origine ragusea (1734-1789), composta seguendo fedelmente lo stile italiano in voga all’epoca. Nell’annunciare il pezzo, David Stefanutti ha invitato a sorpresa Andrea Sfetez ad aggregarsi al gruppo, di modo che la Sinfonia di Sorkočević si è avvalsa pure della presenza del corno barocco, il cui suono, “inedito” ai tempi nostri, si è fuso in maniera quasi naturale con quello degli archi e del clavicembalo.

Una tempesta per concludere
Gli applausi calorosi del pubblico presente sono stati premiati con l’esecuzione di un pezzo in sintonia con la data, ossia l’Estate di Antonio Vivaldi, uno dei primi quattro concerti solistici per violino dell’opera “Il cimento dell’armonia e dell’inventione”, quello che per i suoi toni accesi e violenti riflette con maggiore efficacia la carica esplosiva dell’estate. La tempesta viene prima descritta nella sua manifestazione al pastore. Si avvicina da lontano nella calura estiva (allegro non molto – allegro), quindi il pastore si spaventa per l’improvviso temporale (adagio) e infine la violenza sprigionata dalla tempesta in azione (presto), per la quale, come puntualizzato scherzosamente dal Mº David Stefanutti, “spero vi porti un po’ di fresco in questa calura estiva”. L’Estate è stata anche un’opportunità per il primo violino Tea Grubišić di dare sfoggio al suo virtuosismo, premiato con calore dal pubblico.
Nella serata di ieri, il Collegium si è esibito a Muggia, presso la chiesa di San Francesco, nell’ambito del Festival “Festa barocca”, riproponendo il medesimo programma.

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