Un gioiello di etnobotanica che racconta la ricca flora istriana

La CI di Dignano ha ospitato la presentazione del volume dell'esperto di botanica locale, Claudio Pericin, edito dal CRS di Rovigno

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Un gioiello di etnobotanica che racconta la ricca flora istriana
Paola Delton, Eleonora Cunaccia, Claudio Pericin, Matija Drandić, Raul Marsetič e Marin Corva. Foto: VANJA STOILJKOVIĆ

“Chi che l’erba sa cusinar, sa ben magnar, sa ben gustar, sa ben risparmiar”. Lo sa di certo Claudio Pericin, il cui ultimo libro (in realtà un’enciclopedia), “Le buone erbe salvàdighe dell’Istria”, è stato presentato l’altra sera presso la Comunità degli Italiani di Dignano. Il volume, della Collana degli Atti – Extra serie n. 9, è stato edito dal Centro di ricerche storiche di Rovigno e realizzato con i fondi dell’Ufficio per i diritti dell’uomo e per i diritti delle minoranze nazionali del Governo della Repubblica di Croazia per il tramite dell’Unione Italiana.

A presentarlo lo stesso autore, Claudio Pericin, assieme a Raul Marsetič, direttore del CRS di Rovigno, Paola Delton, che cura la Collana degli Atti, Matija Drandić, sempre del CRS ed Eleonora Noris Cunaccia, appassionata di botanica. Numerose le autorità presenti: Davide Bradanini, Console generale d’Italia a Fiume, Jessica Acquavita, vicepresidente della Regione istriana in quota CNI, Edi Pastrovicchio, sindaco della Città di Dignano, Diriana Delcaro Hrelja, vicesindaco, Maurizio Tremul, presidente dell’Unione Italiana, Marin Corva, presidente della Giunta esecutiva dell’UI, Giovanni Radossi, presidente onorario UI, Paolo Rovis, vicepresidente dell’Università Popolare di Trieste, Maurizio Somma, segretario generale UPT, Tiziano Sošić, viceconsole onorario d’Italia a Pola e Maurizio Piccinelli, presidente del sodalizio ospitante.

Il grande valore dell’opera
“Un privilegio poter toccare con mano questo prezioso volume naturalistico-botanico, che è anche segno dell’ampiezza degli argomenti studiati dal CRS”, ha rivelato Davide Bradanini. A riconoscere il grande valore dell’opera pure Jessica Acquavita, Edi Pastrovicchio, che l’ha definita come “un sapere che merita essere messo su carta, un argomento vicino ai nostri nonni che ora impareremo a conoscere pure noi”, Maurizio Tremul, che ha definito il volume come “parte di un enorme patrimonio naturale che il CRS sta studiando e catalogando, e che potrebbe in un futuro avere un riscontro turistico-economico”.
Del volume ha parlato poi Raul Marsetič: “La presentazione non poteva che avvenire a Dignano, con cui vantiamo un’ottima collaborazione e che ha dato in passato altri grandi nomi nel campo della scienza. Ricorderemo Bartolomeo Biasoletto, farmacista e botanico. Sono sicuro che troverebbe la presente opera straordinaria”. Pericin, ha ricordato, ha già scritto “Fiori e piante dell’Istria” e “Lachi e locuzzi dell’Albonese e della Valle d’Arsa”: con “Le buone erbe” si riconferma un vero esperto di botanica istriana.

Passione per la natura
Paola Delton ha spiegato come “Claudio Pericin con le sue ‘buone erbe salvàdighe dell’Istria’ ci regala un altro gioiello editoriale che racconta e presenta la ricca e caratteristica flora istriana, questa volta con un occhio alla gastronomia e alla cucina tradizionale, che tanto sembra oggi solleticare tutti noi. L’autore va per l’Istria, alla ricerca delle erbe mangerecce spontanee, quelle conosciute dalle nostre nonne per intenderci, e ci illustra così la buona prassi di raccoglierle, presentando anche i modi più usati di prepararle e consumarle. Naturalmente lo fa con la sua nota precisione e passione, accompagnando il tutto da bellissime foto e minuziosi disegni che rendono il libro decisamente invitante. Completano l’opera alcune appendici che riguardano in particolare le piante velenose, quelle aromatiche istriane, i frutti selvatici e i fichi”.
L’opera è rivolta ad un pubblico vasto: dall’esperto in botanica, ovvero etnobotanica, al camminatore della domenica e all’escursionista, ai giovani, agli appassionati di cucina tradizionale e salutistica… Lo completa l’indice dei nomi delle piante in latino, italiano, croato, sloveno, tedesco, romeno, istroveneto, istrioto, istro-croato, istro-sloveno e istro-romeno. Congratulazioni ancora da parte di Eleonora Cunaccia (che lo definisce un libro di etnobotanica, un capolavoro), Marin Corva e Fabrizio Somma.
Commosso, l’autore si è detto onorato di trovarsi a Dignano: “La prima volta che vi giunsi da Pola in bicicletta, mi persi per i suoi meandri…”. Il libro, ha spiegato, nasce da una passione che dura da una vita, quando sin da piccolo sua madre lo portava nei campi attorno Pola a raccogliere erbe buone da mangiare. “Mi auguro, – ha aggiunto – che la ricetta inserita nella scheda di ciascuna specie possa essere di stimolo per la vostra curiosità e il vostro palato”.

Una ricerca multidisciplinare
Disponibile per il download su www.crsrv.org, il volume è una vera e propria enciclopedia che su più di 400 pagine si presenta come una minuziosa ricerca botanica, gastronomica e, volendo, linguistica dell’Istria, che lascia a bocca aperta. E come dice Elis B. Geromella nella prefazione, “è bello leggerlo, è bello lustrarsi gli occhi con le sue immagini e quelle della disegnatrice Lotti Schumacher, sarà bello cucinare secondo queste ricette. E gustarne il risultato, naturalmente”.
Un evento che a Dignano è stato salutato da un foltissimo pubblico. Ad arricchire la serata il duo Irena e Mauro Giorgi, che ha intonato “Moreda”, “La piova” e “Di sole e d’azzurro”.

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