Trieste. Escher: un viaggio ipnotico nelle visioni interiori

Al Salone degli Incanti di Trieste le opere di uno degli artisti più iconici del secondo Novecento

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Trieste. Escher: un viaggio ipnotico nelle visioni interiori

Un percorso visionario, multisensoriale, tra arte, architettura, scienze esatte, design. L’occhio dello spettatore si muove in un spazio che acquista diverse dimensioni, surreale, impossibile ma affascinante. S’inseguono figure strane, architetture complicate, rimandi a stili diversi – dall’Art déco alle geometrie arabesche a quelle orientaleggianti e altre tendenze –, si cercano significati reconditi, un modo diverso per arrivare alla conoscenza della realtà. “Io non faccio uso di droghe, i miei sogni sono già abbastanza terrificanti”, ha dichiarato il geniale artista olandese Maurits Cornelis Escher (Leeuwarden, 1898 – Laren, 1972). Per chi li ammira, tradotti in incisioni e litografie, appaiono stupefacenti esplorazioni. Pagine incantevoli, per cui non stupisce il successo che questo artista gode da diversi anni. Confermato nell’appuntamento triestino, con in sala (alla conferenza stampa di presentazione nel Salone – già “verde” – delle Assemblee del palazzo delle Generali, poi tutti all’ex Pescheria) di una star del giornalismo come lo statunitense Alan Friedman. Non hanno resistito al richiamo schiere di mass media e autorità, compreso il console generale della Repubblica di Croazia a Trieste, Nevenka Grdinić.
Escher c’è dappertutto a Trieste, nei manifesti disseminati per la città – a dimostrazione dell’importanza che il progetto riveste per il capoluogo giuliano – e in primis al Salone degli Incanti, suo ospite fino al 7 giugno 2020, con una straordinaria antologica. La più bella e la più completa organizzata da Arthemisia, meglio di New York, Milano, Singapore e altre sedi prestigiose. Per l’occasione, Trieste sfoggia ben 200 opere, tra cui tutti i capolavori più famosi, cui si aggiunge una serie di opere praticamente inedite e mai finora esposte insieme – di fatto, un’anteprima mondiale – e che rendono quindi quest’occasione ancora più preziosa e imperdibile; si tratta della serie “I giorni della Creazione”, sei xilografie che raccontano appunto la Creazione del Mondo, realizzate da Escher tra il dicembre 1925 e il marzo 1926.
La mostra “Escher”, divisa in otto sezioni (Opera giovanile, Paesaggi italiani, Tassellazione, Struttura dello spazio, Metamorfosi, Paradossi geometrici, Lavori su commissione, Eschermania), racconta dunque il genio dell’olandese con i lavori più iconici della sua produzione quali “Mano con sfera riflettente” (1935), “Vincolo d’unione” (1956), “Metamorfosi II” (1939), “Giorno e notte” (1938) e la serie degli “Emblemata”, che appartengono all’immaginario comune riferibile al grande artista. Un’offerta culturale di grande livello, promossa e organizzata dal Comune di Trieste e Gruppo Arthemisia – una partnership già collaudata da “I Love Lego”, a oggi campione di incassi nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia, con oltre 50mila presenze di pubblico –, con Generali Valore Cultura, in collaborazione con M.C. Escher Foundation, curata da Federico Giudiceandrea, uno dei più importanti esperti di Escher al mondo, con il supporto di PromoTurismoFvg, special partner Ricola e Media coverage by Sky Arte.
Da questa partnership pubblico-privata nasce un “colpo da novanta”, per Trieste, con l’obiettivo di incrementare ulteriormente il turismo-culturale nella città, beneficio anche dell’indotto economico e delle strutture ricettive e commerciali, in un periodo invernale con flussi turistici inferiori alla stagione estiva. Trieste come il brand principale del Friuli Venezia Giulia, osserva l’assessore regionale Fabio Scoccimarro. Gongolante il sindaco Roberto Dipiazza, orgoglioso più che mai dei risultati che la sua città sta inanellando uno dietro l’altro come qualità di vita, con la cultura che è uno degli assi portanti. “Si tratta di un progetto culturale molto significativo che abbiamo fortemente voluto portare a Trieste inserendo la nostra città nel prestigioso calendario, nazionale e internazionale, che impegna questa mostra”, dice Dipiazza, che conclude: “Questa città mi sta dando soddisfazioni incredibili”.
Lucia Sciacca, direttrice delle comunicazioni di Generali, rileva i tanti punti in comune e l’affinità di pensiero riscontrata con le istituzioni: una visione dell’arte come fattore di crescita e sviluppo del territorio, di un’arte alla portata del pubblico di tutte le fasce. “Oggi abbiamo fatto un altro passo avanti, molto lungo, commenta l’assessore alla Cultura, sport, turismo, eventi del Comune di Trieste, Giorgio Rossi. “Portare Escher in questa città è una scommessa – premette Iole Siena, presidente di Arthemisia –, richiede infatti numeri importanti. Siamo stati incoraggiati dall’accoglienza e dalla risposta”. Dati confortanti anche per Federalberghi: il presidente Guerrino Lanci ha annunciato che c’è una richiesta che parte dalla mostra, prenotazioni in crescita: “Speriamo sia solo un inizio che porterà dietro di sé un fiume”.
C’è tanta “carne sul fuoco”: le opere, in primis, i particolari sul percorso artistico ed esistenziale di Escher, intimamente legato al Belpaese. Escher nel 1922 visita per la prima volta l’Italia (è qui che conosce la futura moglie, Jetta Umiker), dove poi vivrà per molti anni, visitandola da nord a sud e rappresentandola in molti suoi lavori. Evidentemente, l’Italia gli porta anche fortuna poiché non solo in questo periodo la sua produzione è ispirata alla natura, ma ottiene anche un notevole successo con la sua prima mostra, allestita in una città italiana, Siena. Successivamente, le sue opere vengono conosciute anche all’estero, con mostre via via sempre più numerose. Nel 1934 tutte le sue opere vengono accolte favorevolmente alla Exhibition of Contemporary Prints, Century of Progress, a Chicago.
Abbandona l’Italia fascista, va in Svizzera e quindi in Belgio, i cui paesaggi e architettura sono però meno coinvolgenti. “Mi sono così sentito spinto ad allontanarmi sempre di più dall’illustrazione più o meno diretta e realistica della realtà circostante. Non vi è dubbio che queste particolari circostanze sono state responsabili di aver portato alla luce le mie ‘visioni interiori’”, ammetterà egli stesso. Scoperto dal grande pubblico negli ultimi anni – un cult per la cultura beat e hippie (conosciutissima è, ad esempio, la copertina del 1987 di “On the Run”, album non ufficiale dei Pink Floyd, per la quale venne utilizzata la celebre xilografia “Relatività”, del 1953 –, è diventato dagli anni Novanta del secolo scorso a oggi uno degli artisti più amati a livello planetario. Ora possiamo entrare nei suoi “mondi” attraverso il Salone degli Incanti. Ci vuole del tempo, per sperimentare appieno questo emozionante viaggio, e per sedimentare le impressione. Se ne esce quasi storditi, ma contenti.
Nel 1936 arrivò a Fiume
Escher viaggiatore a Fiume. E chissà che nel capoluogo del Quarnero non ci sia da qualche parte una sua opera. Lasciata l’Italia, dove il clima non era per lui dei migliori, nel 1936 l’artista arriva a Trieste e da qui a Fiume. La sua meta era il Mediterraneo. Si rivolge alla compagnia di navigazione Adria e riesce a imbarcarsi su un mercantile pagando il biglietto con un set di sue opere. L’artista approderà in Spagna e all’Alhambra di Granada troverà nuove fonti d’ispirazione, ma dei lavori ceduti all’Adria si sono purtroppo perse tutte le tracce, come ha spiegato il curatore Federico Giudiceandrea, uno dei maggiori conoscitori di quest’artista (e collezionista fin da giovanissimo delle opere di Escher).
Mostra di caratura mondiale
È senza ombra di dubbio che ci troviamo di fronte a un evento che porterà a Trieste visitatori provenienti da diverse città d’Italia, dall’area transfrontaliera, ma anche europea e mondiale. Certo, merito dell’interesse che esiste da alcuni decenni per le opere di questo singolare artista, ma anche della selezione unica di opere – con gli inediti, per la prima volta proposti insieme – e per l’allestimento suggestivo in un ambiente che è di per sé una sfida, proteso sul mare, luminosissimo. Come presentare i capolavori escheriani e organizzare le sezioni? Se con la rassegna su Gabriele d’Annunzio e il centenario dell’Impresa gli spettatori entravano in un “treno” metallico, per Escher hanno invece pensato a delle scatole che narrano la sua vita e la sua arte, nonché l’influenza che questa ha avuto e continua ad avere un po’ in tutti gli ambiti, dalla musica al cinema al design… Scenografia complessa e un po’ labirintica, ma assolutamente suggestiva e d’effetto. Da sperimentare: a corredo del percorso, una serie di “punti” in cui lo spettatore può immedesimarsi nelle prospettive e nei giochi psichedelici che le sue opere evocano.
Scheda tecnica
Enti promotori il Comune di Trieste – Assessorato alla Cultura, Gruppo Arthemisia, Generali Valore Cultura. Al Salone degli Incanti fino al 7 giugno 2020. Contestualmente alla mostra, Feltrinelli Real Cinema e Wanted Cinema presentano nelle sale cinematografiche italiane il primo docu-film dedicato alla figura dell’artista olandese “Escher. Viaggio nell’infinito”. In programma il 22 gennaio una giornata di apertura gratuita per tutte le scuole, alla quale seguiranno due tappe dei “Racconti dell’arte”. Si tratta di una narrazione moderna e coinvolgente a cura del critico e curatore artistico Sergio Gaddi, che dialoga con i nuovi linguaggi per approfondire la mostra e la vita dell’artista. L’iniziativa sarà realizzata nella sede di Generali a Palazzo Berlam.

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