«Ronja». Guardare il mondo con gli occhi dei bambini

La direttrice del Teatro dei burattini, Magdalena Lupi Alvir, tira le somme della 28.esima edizione della Rassegna dei teatri dei burattini di Fiume

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«Ronja». Guardare il mondo con gli occhi dei bambini
Una scena dello spettacolo “Mesarica”. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Nove giornate all’insegna degli spettacoli per l’infanzia. Si è presentata così la 28.esima edizione della Rassegna dei teatri dei burattini di Fiume, che quest’anno è tornata in formato internazionale e si è svolta in quattro punti diversi della città, ovvero nella sede del Teatro dei burattini in Braida, nella Casa dell’infanzia, nella Casa croata di Cultura (HKD) di Sušak e nella Filodrammatica. Come ogni anno, ci siamo rivolti alla direttrice del Teatro dei burattini di Fiume, Magdalena Lupi Alvir, per chiederle di tirare le somme della Rassegna e condividere le impressioni relative all’ultima edizione.

Magdalena Lupi Alvir.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Reintrodotte le matinée
“Siamo molto soddisfatti di questa edizione anche perché è la prima Rassegna in formato prepandemico dopo tre anni di pausa – ha rivelato Lupi Alvir –. Da quest’anno abbiamo reintrodotto le matinée per le scuole e gli asili e siamo soddisfatti dell’afflusso dei gruppi organizzati, ma anche della vendita libera di biglietti. L’interesse tra il nostro pubblico è molto forte. In nove giorni abbiamo avuto 25 rappresentazioni, che sono state viste da più di 2.500 persone. Si tratta di un numero impressionante, soprattutto se si considera che alcuni programmi sono stati pensati per un numero ridotto di persone, come ad esempio quello per i bebè, che presuppone l’interazione con il pubblico, oppure i piccoli formati che vedono gli spettatori sul palco”.

Contrastare la violenza con il teatro
Per quanto riguarda, invece, i programmi collaterali, Lupi Alvir ha spiegato che si è tenuta la presentazione del libro “I teatri dei burattini contemporanei e la critica” di Igor Tretinjak, nonché la presentazione del progetto “To go or not to go”, realizzato dal Teatro dei burattini di Fiume, in collaborazione col Centro per la creatività e l’arte per l’infanzia e la famiglia La Sala di Sabadell, in Spagna e con il Centro artistico Annantalo di Helsinki, in Finlandia. Con questo laboratorio le due attrici Petra Šarac e Petra Vučković hanno tentato di comprendere cosa vogliono vedere a teatro i bambini e come contrastare la violenza tra i ragazzi con il teatro. La direttrice del Teatro dei burattini ha parlato in particolar modo di questo progetto internazionale, perché i risultati ottenuti potrebbero influenzare i progetti futuri. Il TNC “Ivan de Zajc” porta avanti il programma “Zavoli kazalište” (Innamorati del teatro), che punta a portare i ragazzi a teatro e che gode del sostegno della Città di Fiume, mentre il Teatro dei burattini, si è lamentata Lupi Alvir, è abbandonato a sé stesso.

I bambini amano il teatro
“I bambini amano venire a teatro e sono state numerose le scuole che in questi nove giorni ci hanno fatto visita – ha puntualizzato –. Abbiamo avuto persino un gruppo da Portole, in Istria. Il più grande problema nell’organizzazione di queste uscite sta nel trovare un autobus e un autista disposti a portare i bambini in Braida. Questo problema sta diventando sempre più serio, perché il costo dell’autobus supera di gran lunga quello del biglietto teatrale, e per questo motivo mi appello alle autorità affinché si giunga a una soluzione al più presto. Per quanto riguarda, invece, i bambini dai nove o dieci anni in su, che non vogliono andare al teatro dei burattini, col programma internazionale ‘To go or not to go’ abbiamo fatto chiarezza anche su questa problematica. La nostra attrice Petra Šarac aveva iniziato a distribuire un’inchiesta anonima nelle scuole prima della pandemia, chiedendo ai ragazzi cosa volessero vedere a teatro. Le risposte sono molteplici, ma potremmo dire brevemente che il nostro problema è l’ambiente, con piccole poltrone e tanti colori, perché viene percepito dai ragazzi come un teatro per i piccoli e loro si sentono grandi. Un altro problema riguarda i temi trattati, che dovrebbero essere più vicini ai loro interessi”.

Un approccio educativo
Nella soluzione di questo secondo problema Petra Šarac ha proposto a un gruppo di ragazzi di allestire uno spettacolo ispirato al libro “U blizini živi djevojčica” di Ida Mlakar Črnič e Peter Škerl. Ciascuno dei partecipanti ha avuto modo di impersonare la protagonista, una bambina povera e isolata, che scompare lasciando soltanto i suoi disegni. Nessuno dei suoi compagni ha mai scoperto il suo nome né i dettagli della sua vita. Il libro fa sicuramente riferimento a episodi di bullismo o forse anche alla vita di una bambina figlia di migranti. Il tema delicato e l’approccio educativo alla materia hanno entusiasmato i ragazzi, che lo hanno proposto in classe. Lupi Alvir ha rivelato che il Teatro dei burattini di Fiume sta prendendo seriamente in considerazione la possibilità di portare in scena l’albo illustrato.

Il buon gusto del pubblico fiumano
“Tornando al tema della Rassegna – ha continuato –, il vincitore di questa edizione è lo spettacolo ‘Ronja – la figlia del bandito’ del Teatro per l’infanzia e i giovani di Skopje, in Macedonia del Nord, che ha ottenuto un voto medio pari a 4.89. Il secondo classificato è ‘Mesarica’ del Teatro Matita dalla Slovenia, mentre il terzo è ‘Il giardino segreto’ (Frances Hodgson Burnett) del Teatro dei burattini Branko Mihaljević di Osijek. Tutti gli spettacoli hanno ottenuto voti estremamente alti e sommandoli tutti potremmo dire che la Rassegna è stata valutata dal pubblico con un voto superiore a 4.5, un ottimo. I tre spettacoli con i voti più alti indicano che il pubblico fiumano ha un buon gusto nella scelta delle produzioni e riesce a riconoscere la qualità sulla scena. Il vincitore di quest’anno, ‘Ronja’, con la regia di Jakub Maksymov, il quale è già stato ospite a Fiume l’anno scorso con ‘Sulle tracce del lupo’ e due anni fa con ‘Bambi’, parla di un tema estremamente attuale e lo fa in modo innovativo. Sulla scena troviamo gli attori, che fanno uso di maschere, burattini in legno e musicisti dal vivo che suonano il violino, la chitarra e le percussioni. Anche il canto avviene dal vivo. Il regista, ispirandosi alla tradizione ceca, fa uso di materiali organici come il legno, la paglia, tresche e altri materiali naturali. Per quanto riguarda il tema, ‘Ronja’ racconta di due tribù in lotta che rapiscono i bambini dell’altra per ricattarsi a vicenda. I bambini, però, avevano fatto amicizia e riescono a riappacificare i due clan. In un periodo storico di conflitti bellici, penso sia importante guardare il mondo con la purezza di cuore dell’infanzia”, ha concluso Magdalena Lupi Alvir.

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