Racconto appassionato della scena rock fiumana

Nella Galleria Kortil è stata inaugurata la mostra, dedicata alla storia musicale fiumana, dell’autore Velid Đekić e del designer Mladen Stipanović

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Racconto appassionato della scena rock fiumana
Velid Đekić e Mladen Stipanović. Foto: RONI BRMALJ

Per la Galleria Kortil della Casa croata di Cultura (HKD) di Sušak in questi giorni è iniziata una nuova era, in quanto la storica direttrice, Jolanda Todorović, che l’ha guidata per 26 anni, è si è ritirata in pensione e le redini dello spazio espositivo sono state prese da Ivana Lučić, la quale ha avuto l’onore di inaugurare la prima mostra di questa stagione, “Nevjerni psi i druge priče” (Cani infedeli e altri racconti) dell’autore Velid Đekić e del designer Mladen Stipanović, inserita nel programma collaterale dell’History Film Festival.

Grande afflusso di pubblico
Il benvenuto ai numerosi visitatori, tra cui musicisti, fotografi, amanti del rock e dell’arte, è stato dato dal direttore dell’HKD, Edvin Liverić, il quale ha dichiarato di non essere per niente meravigliato del grande afflusso all’inaugurazione, in quanto il tema del rock ha sempre attirato moltissimi cittadini. Quello che gli ha fatto particolarmente piacere, ha aggiunto, è stato notare persone di tutte le fasce d’età a dimostrazione che il rock fa parte della nostra storia, ma anche del nostro presente.
Un saluto ai visitatori è stato porto pure dalla nuova direttrice della Galleria Kortil, Ivana Lučić, la quale ha illustrato i 20 manifesti informativi che compongono l’allestimento.
”Quello che possiamo vedere è un racconto appassionato, ma anche documentaristico, della scena rock fiumana – ha esordito -. La mostra comprende il periodo di settant’anni che intercorrono dagli anni Cinquanta del XX secolo ad oggi. Non è facile fare una sintesi di ben sette decenni e realizzare un concentrato di 20 pannelli o manifesti, ma l’autore è riuscito a raccontare il rock usando sia il criterio cronologico sia quello episodico. Quello che rende unica questa mostra è pure il fatto che Đekić non si è limitato a parlare dei musicisti che calcavano le scene, bensì ha dato rilevanza anche al pubblico, ai sostenitori, ai fotografi e a tutti quelli che hanno contribuito, direttamente o indirettamente, a fare di Fiume la città del rock. Una lode particolare va anche al designer Mladen Stipanović, il quale ha dato una forma interessante al materiale. Tra i capitoli in esposizione troviamo quello dedicato alle prime influenze, ai luoghi d’incontro, alle uscite e ai momenti più importanti. Ogni cartellone potrebbe servire da spunto per una ricerca più approfondita. La mostra viene accompagnata dai film ‘Ritam rock plemena – od Uragana do Urbana’, ‘Dugosvirajući rock’ e ‘Rock bozon’”.

Un’idea nata l’anno scorso
Tiha Modrić, organizzatrice e direttrice dell’History Film Festival, ha ringraziato tutti i presenti per aver sostenuto la mostra, che è il primo evento del Festival. Modrić ha ricordato che l’idea per questa esposizione era giunta l’anno scorso da Jolanda Todorović, in occasione dell’HFF. Todorović aveva proposto di dedicare una mostra al rock fiumano e aveva fatto il nome di Velid Đekić, conoscendo la sua passione per la materia. Đekić ha assunto un approccio panoramico, esaustivo e divertente, proprio come si può considerare lo spirito fiumano, per realizzare il singolare allestimento. Modrić ha concluso il suo intervento ricordando che l’HFF si terrà dal 12 al 16 settembre all’Art cinema.
Estremamente interessante è stato pure l’intervento dell’autore, Velid Đekić, il quale ha spiegato come è nata la mostra e ha indicato con grande modestia il suo ruolo nella categorizzazione del materiale.

Una storia che si scrive ancora oggi
”La cerimonia di apertura mi sembra quasi una sorta di realtà parallela perché molti dei personaggi da me inseriti nei cartelloni sono ‘usciti dalle cornici’ per essere qui con noi – ha esordito -. Sicuramente molte persone si chiedono perché e come sia nata questa mostra. Posso dire soltanto che sintetizzare settant’anni di rock fiumano è tutt’altro che semplice. Si tratta di un compito che prenderebbe in mano soltanto una persona non troppo intelligente e dunque sono stato il primo a tentare questa impresa. Nella realizzazione dei 20 capitoli ho applicato criteri di genere, cronologici, fenomenologici e altri, ma non ho mai voluto chiudere un determinato tema in un cassetto rigido. Mi sono lasciato guidare dall’istinto. Quello che mi dispiace è la mancanza a livello cittadino di una coscienza sull’importanza della storia musicale di Fiume. Dobbiamo comprendere che siamo stati i primi in tutto il blocco dei Paesi socialisti ad abbracciare la musica rock, a invitare musicisti stranieri e a ballare e suonare al ritmo di rock. Ovviamente, 10 o 15 righe di testo per trattare un determinato genere o tema non bastano a trasmetterne la profondità e la complessità, ma possono essere uno spunto per ulteriori approfondimenti o nuove mostre. La storia del rock fiumano è vasta, lunga e soprattutto continua ancor oggi. Ci sono giovani complessi e giovani musicisti ai quali è stato trasmesso il testimone del rock fiumano e grazie ai quali possiamo ancora dire, senza se e senza ma, che Fiume è la città del rock e che questo rock non è influenzato né dai media, né dall’economia, ma soltanto dalle note musicali”, ha concluso l’autore.

Foto: STELLA DEFRANZA

Un approccio panoramico
L’ultimo intervento della serata è stato quello del sindaco di Fiume, Marko Filipović, il quale ha avuto pure l’onore di aprire la mostra. Filipović ha ringraziato tutti coloro che hanno lavorato all’allestimento e si è dichiarato contento di vedere tanti volti conosciuti. Ha lodato il modo in cui è stato sistematizzato il materiale, anche perché si tratta di un lavoro veramente arduo e complesso.
L’inizio cronologico dei cartelli risale al 1957, ovvero all’apertura del rock club Husar, del quale è esposta una locandina. Altri manifesti sono dedicati alla band Uragani, al fondatore della fotografia rock Ante Škrobonja, al gruppo Paraf, al gruppo hip-hop Žele, nonché al primo gruppo hip-hop femminile Freek Tha Ho. Đekić ha dedicato un capitolo ai numerosi fotografi che hanno documentato la storia del rock fiumano e senza i quali oggi non avremmo tutte queste testimonianze. Molti di loro sono attivi tutt’oggi e lavorano per giornali o portali locali. Un capitolo è stato dedicato a Colin Hicks e al gruppo The cabin boys, i quali furono i primi a esibirsi a Fiume, nell’allora cinema Partizan (oggi Teatro Fenice), il 13 dicembre del 1960.
Đekić non ha trascurato i gruppi di nicchia, artisti di musica elettronica o new age, ma ha dato spazio anche al gruppo Let 3, il quale è attivo ormai da molti decenni e per quanto a volte possa sembrare che sia ormai superato, i suoi frontmen Mrle e Prlja riescono sempre a sorprendere e continuano a sfornare della buona musica.

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