La mostra «Storie dagli archivi» racconta la fondazione dell’«Ivan de Zajc»

La mostra itinerante è stata promossa dall'associazione Icarus, mentre il segmento legato alla storia della costituzione dell'attuale TNC di Fiume è stato curato da Ervin Mičetić

0
La mostra «Storie dagli archivi» racconta la fondazione dell’«Ivan de Zajc»

Sta facendo il giro dei Teatri e delle istituzioni culturali di Zagabria la mostra itinerante “Storie dagli archivi” (Priče iz arhiva), nell’ambito della quale un segmento è dedicato anche al processo di fondazione del Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” di Fiume nel 1945, realizzato dal documentarista del TNC, Ervin Mičetić. L’allestimento racconta storie di persone, eventi e luoghi che hanno segnato la storia dei Teatri della Croazia.

Ervin Mičetić

Grazie a questa mostra, per la quale non è ancora noto se verrà allestita anche al Teatro fiumano, un vasto pubblico conoscerà le vicende legate alla fondazione dello “Zajc” attraverso una serie di documenti storici risalenti a 75 anni fa, che rivelano non solo il linguaggio e le circostanze politiche dell’epoca, ma anche il lato umano dell’amministrazione e le circostanze in cui il grande compositore e direttore d’orchestra Boris Papandopulo, in seguito direttore dell’Opera fiumana, fu costretto a lavorare per cinque mesi come conducente della corriera che collegava Zagabria e Spalato.

Il documento in cui il dott. Đuro Rošić viene nominato sovrintendente del Teatro

L’interpretazione del materiale d’archivio
La mostra è nata nell’ambito del progetto Europa creativa CREARCH – CReative European ARCHives as innovative cultural hubs (Archivi europei come centri culturali innovativi), dedicato all’interpretazione del materiale d’archivio. L’allestimento è stato realizzato dall’associazione non-profit Icarus, che si dedica alla ricerca del patrimonio storico, alla promozione dell’accessibilità delle fonti d’archivio per mezzo delle nuove tecnologie e allo sviluppo della collaborazione interistituzionale e internazionale nel campo della cultura, della scienza e dell’attività professionale.

L’invito alle organizzazioni culturali cittadine scritto reca ancora i simboli nazisti

Il percorso espositivo
Ervin Mičetić ha presentato la storia della fondazione dell’attuale TNC partendo dal 1913, anno in cui il Teatro fiumano divenne Teatro Verdi e come tale avrebbe continuato con la sua attività fino alla fine della Seconda guerra mondiale. Nel periodo in cui Fiume faceva parte del Regno d’Italia, gli artisti teatrali croati non avevano accesso al Teatro ed era vietato allestire spettacoli in lingua croata, racconta Mičetić nel breve testo che accompagna la mostra. Dopo la resa incondizionata dell’Italia, l’8 settembre 1943, Fiume e Sušak vengono occupate dai tedeschi. Pochi giorni dopo la liberazione di Fiume, il 3 maggio 1945, il dottor Đuro Rošić venne incaricato dal Comitato popolare cittadino di Sušak a organizzare l’attività dell’ente teatrale. La compagnia di prosa “Otokar Keršovani” – racconta ancora Mičetić –, che venne fondata in Istria durante la Lotta popolare di liberazione, assunse la gestione della sede del Teatro. Il tetto, le finestre, le porte e le colonne accanto all’ingresso al Teatro erano stati danneggiati durante la guerra, per cui iniziò immediatamente l’intervento di restauro del palazzo. L’edificio venne messo in funzione già il 9 maggio, mentre il 10 maggio il TNC aprì i battenti al pubblico per una celebrazione in occasione della liberazione della città. L’evento prevedeva un discorso del dott. Đuro Rošić, l’intonazione dell’inno croato e un programma di recitazione.

Uno dei documenti ufficiali

La costituzione degli ensémble
Il 25 maggio 1945, il Comitato popolare cittadino spedì un invito a tutte le associazioni e individui interessati alla costituzione di un’attività artistica e culturale a Fiume e a Sušak. È curioso il fatto che la lettera, che prevedeva la riunione il 26 maggio, venne scritta su fogli di carta che recavano ancora i simboli della Germania nazista, rimasti dopo che i tedeschi erano stati cacciati dalla città. Il 4 gennaio 1946, il dott. Đuro Rošić assunse la carica di sovrintendente del Teatro, il cui nome ufficiale divenne Teatro del popolo. Al fine di dare vita a un Teatro stabile, i membri della compagnia di prosa “Otokar Keršovani” e della troupe cittadina italiana “Filodrammatica” divennero dipendenti del Teatro, mentre tutti i musicisti e coristi delle compagnie attive in seno al Teatro divennero membri dell’Opera e dell’Orchestra sinfonica. Il primo spettacolo allestito nel nuovo Teatro fu “Dubravka” di Ivan Gundulić, per la regia di Marko Fotez, la cui première ebbe luogo il 20 ottobre 1946.

La lettera che informa il Ministero della Cultura della fondazione del Teatro del popolo

Copie di documenti d’epoca
“La partecipazione alla mostra ‘Storie dagli archivi’ è il frutto della collaborazione dello ‘Zajc’ con l’associazione Icarus, iniziata quando il Teatro ha aperto un profilo sulla piattaforma Topoteka, sulla quale viene pubblicato il materiale d’archivio digitalizzato dell’ente teatrale – ci spiega Ervin Mičetić -. Sulla piattaforma sono state pubblicate finora le fotografie del Dramma Croato scattate tra il 1946 e il 1980, come pure i filmati VHS realizzati dal 1984 al 2004. In seguito ho capito che sarebbe interessante presentare la storia del Teatro anche in un altro modo, oltre che con la digitalizzazione del suo fondo fotografico e filmico, per cui ho deciso di raccontare la storia della sua fondazione dopo la Seconda guerra mondiale. Ho trovato nell’archivio teatrale delle copie di documenti dell’epoca risalenti a maggio del 1945 e ho deciso di partecipare al progetto espositivo ‘Storie dall’archivio’ dell’associazione Icarus. Diverse associazioni e istituzioni culturali hanno avuto la possibilità di presentare la storia della loro fondazione e tra queste c’è anche il Teatro fiumano. I primi documenti legati alla fondazione del Teatro ci raccontano i suoi inizi dopo la Seconda guerra mondiale.

La mostra è itinerante e sta facendo il giro delle istituzioni culturali zagabresi, ma per ora non so se questa verrà allestita anche a Fiume”, ha osservato Mičetić, aggiungendo di aver menzionato alcuni dettagli legati al breve testo che ha stilato per la mostra già alla manifestazione online Giornate di Icarus, svoltasi nel mese di marzo, nell’ambito di una relazione legata alla digitalizzazione del materiale d’archivio. “Alla mostra ho presentato sei documenti, più il cartellone di seta del primo spettacolo in lingua croata all’allora Teatro del popolo, ‘Dubravka’. Il manifesto è originale ed è custodito nell’archivio dello ‘Zajc’. I documenti ci permettono, invece, di conoscere i protagonisti dell’iniziativa di rivitalizzazione della vita culturale cittadina nel 1945”.
Tra questi ci sono anche i membri dell’allora Filodrammatica che diede vita al Dramma Italiano. Ci sarà qualche progetto di presentazione del processo di fondazione del DI?
“Sarebbe senz’altro interessante studiare gli inizi del Dramma Italiano e credo che potrebbe essere intrigante trovare pure documenti che riguardano il Teatro fiumano qualche decennio prima, risalenti all’epoca in cui il Teatro era intestato a Verdi. I documenti relativi alle epoche che precedono il secondo dopoguerra sono, però, custoditi in altre istituzioni di Fiume come l’Archivio di Stato, il Museo civico e il Museo di Marineria e Storia del Litorale croato. Il nostro archivio contiene solo documenti dal 1946 in poi. Sono certo che nell’archivio teatrale si potrebbero trovare numerosi documenti legati alla fondazione del DI e, se non sbaglio, la storia del DI dovrebbe essere raccontata pure in un documentario, che è in lavorazione. Infatti, sono stato contattato dagli autori del documentario per certi documenti d’archivio legati al Dramma”, ha concluso Mičetić.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display