INTERVISTA Ivan Šarar. La cultura fiumana: un organismo in perenne subbuglio

L’attuale capodipartimento alla Cultura ripercorre i temi e gli avvenimenti che hanno segnato l’anno appena conclusosi soffermandosi su alcuni progetti in fase di realizzazione pluriennale

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INTERVISTA Ivan Šarar. La cultura fiumana: un organismo in perenne subbuglio
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

La vita culturale fiumana è stata teatro (volendo usare un gioco di parole) di grandi cambiamenti e sconvolgimenti nel 2022. Pensiamo soltanto alle bufere in seno al Consiglio teatrale dello “Zajc” o ai grandi progressi fatti nella costruzione del nuovo edificio della Biblioteca civica e ai danni subiti da quelli del Museo civico e della Casa dell’infanzia durante l’alluvione di settembre. La cultura lotta e continua a lottare con il disinteresse del pubblico, le calamità naturali, l’inerzia della burocrazia e, spesso, pure con la malafede della politica. In barba a tutti gli ostacoli, però, continua a mietere successi e vincere premi. Il 2023 non si prospetta come un periodo di calma e assestamento, ma dovrebbe portare, almeno da quanto annunciato in questa intervista dal capodipartimento per la Cultura, Ivan Šarar, nuove sfide da affrontare.

Quando dovrebbe prender vita il Megadipartimento annunciato e votato nel corso del Consiglio cittadino?
“L’idea del Megadipartimento, ovvero dell’unione dei Dipartimenti per l’Educazione, l’Istruzione, la Cultura, lo Sport e i giovani, è impossibile per me da commentare, in quanto non si tratta di una proposta nata in seno all’amministrazione cittadina, ovvero generata da noi che vi lavoriamo. Questa idea si può considerare una sorta di promessa politica fatta dal sindaco, Marko Filipović, e verrà attuata proprio come la ristrutturazione e riorganizzazione, che avvengono in seno all’opzione politica o coalizione informale da lui rappresentata. Suppongo che l’amministrazione cittadina verrà coinvolta nel processo appena dall’inizio di questo mese e dunque, non essendo al corrente dei dettagli dei lavori, non posso sbilanciarmi e offrire pareri in merito. Le informazioni che possiedo sono quelle che sono state diffuse dopo il Consiglio cittadino. Questo grande Dipartimento dovrebbe prender vita da aprile e penso che tutti i Dipartimenti, a parte quello comunale, subiranno tagli o aggiunte. Appena quando verranno riplasmati i Dipartimenti si potranno votare le persone che li dirigeranno e da giugno si lavorerà sull’ottimizzazione del lavoro. A partire dal mese di agosto verranno confermate le funzioni in seno ai nuovi Dipartimenti”.

Una circostanza che poteva venire evitata
Com’è la situazione ora in seno al TNC «Ivan de Zajc»?
“Il 2022 è stato un anno turbolento per quanto riguarda il Teatro e penso che i dettagli siano già noti, motivo per cui non ho bisogno di ripeterli. Il succo della questione è il fatto che si è venuta a creare una campagna mediatica e politica molto attiva a sfavore del sovrintendente Marin Blažević. Tale campagna era alimentata dallo scontento del personale teatrale, un’insoddisfazione che non metto in dubbio, ma è indubbio anche il fatto che il Teatro, nonostante l’atmosfera che si era creata, abbia continuato a mietere successi. Reputo che tra questi due estremi potremmo individuare quella che definirei ‘verità sensata’ su ciò che stia succedendo allo ‘Zajc’. Il Teatro, però, non è un luogo nel quale regna la ‘ratio’ e non dobbiamo aspettarci che così sia, motivo per cui abbiamo avuto alcuni mesi a dir poco turbolenti. Non dobbiamo dimenticare che il Consiglio teatrale, un organo importantissimo nella direzione dell’istituzione, ha operato in maniera indipendente dall’amministrazione cittadina e ha reciso ogni comunicazione costruttiva col fondatore riguardo al modo di prendere delle decisioni e alla direzione da dare al Teatro. Questo ha portato a un’escalation alla quale abbiamo assistito al Consiglio cittadino e che è risultata con la destituzione del sovrintendente, successivamente rigettata dal ministro. In tutta questa situazione Marin Blažević aveva chiesto di venire dimesso il 31 dicembre di quest’anno, ma la sua proposta era stata bocciata. La situazione si era conclusa con un nulla di fatto e lui, in base al contratto, ha ancora due anni fino alla fine del mandato. Il mio parere, e forse anche il suo se glielo chiedete privatamente, è che tutta questa situazione si poteva risolvere in maniera molto più elegante se il desiderio di cambiamento è tanto forte. Se si desidera dirigere un’istituzione così grande e costosa come un teatro, i dibattiti che si sono fatti nei media, dovrebbero avvenire dietro le quinte. Esistono modi migliori e più saggi di esprimersi, senza danneggiare l’istituzione. Il teatro, come ho affermato, è ed è sempre stato un’istituzione molto dispendiosa, soprattutto a Fiume, dove possiamo affermare che rappresenti il gioiello della nostra vita culturale. Fiume non è la città dei musei, né di altre istituzioni artistiche o culturali. Fiume è la città del teatro ormai da secoli. Se vogliamo destituire la direzione, dobbiamo essere lungimiranti e pensare bene a chi gli succederà. Un atteggiamento distruttivo e dubbio come quello dimostrato nel 2022 lancia un messaggio sbagliato nel quale diffondiamo l’immagine di Fiume in quanto città nella quale la politica influenza il Teatro tramite il caos. Questa non è sicuramente un’atmosfera che attirerà nuovi sovrintendenti, ma penso che i prossimi mesi porteranno delle novità più costruttive”.

Possiamo aspettarci dei cambiamenti?
“Il mio modo di ragionare è il seguente: è palese che Marin Blažević non goda del sostegno né dei collaboratori in seno al Teatro, né di quelli all’esterno, visto che persino il Consiglio cittadino sia andato contro. Pure lui è cosciente di questa situazione, motivo per cui ha dato le dimissioni. È molto chiaro che Blažević stesso vuole andarsene, proprio come lo vuole l’establishment politico. Io mi chiedo se tutte queste opzioni politiche hanno un’idea chiara su come dovrebbe essere il Teatro fiumano e chi dovrebbe dirigerlo. In base alla Legge sui Teatri, il concorso per il posto di lavoro di sovrintendente viene bandito un anno prima dello scadere del mandato del sovrintendente in carica. Già la legge ci fa capire quanto sia complicato sostituire un sovrintendente, in quanto non si tratta di una sola persona, ma pure dei direttori di tutti gli ensemble, di collaboratori, dirigenti e altro. Dobbiamo sostituire, dunque, dieci o quindici figure chiave dell’istituzione e questo non può avvenire a caso, ma dobbiamo pensare in avanti chi vorremmo avere a capo del nostro Teatro”.

Un potenziale da sfruttare
Per quanto riguarda la vecchia sede del Museo civico, che ne sarà del «Cubetto»?
“Non sappiamo ancora con l’esattezza cosa ne sarà di quello spazio, ma ci stiamo lavorando. In pratica stiamo aspettando il nuovo direttore del Museo civico, perché non è giusto iniziare le trattative col direttore uscente. L’idea è di farne una galleria d’arte o comunque uno spazio espositivo, nel quale le mostre non sarebbero allestite soltanto dal Museo civico, ma anche da altri tramite un sistema aperto come viene applicato nella Galleria Kortil, in seno alla Casa croata di Cultura (HKD) di Sušak. In pratica gli interessati che vogliono realizzare un programma nei vani della galleria contattano la direzione. Pensiamo che il Cubetto abbia un potenziale in questo senso e che vi si possano allestire sia mostre che solitamente si trovano nel Museo di Marineria e Storia del Litorale croato, per quanto possa essere regionale e non cittadino, ma anche mostre della scena artistica indipendente. Vorremmo farne uno spazio nel quale vengono realizzate le migliori mostre cittadine, considerando che si tratta di un ambiente spazioso, neutrale e, in fin dei conti, costruito proprio per questo intento. Quando possiamo aspettarci l’apertura di tale galleria? Dipende esclusivamente dalla scelta del nuovo direttore del Museo civico”.

Un luogo di incontro e socializzazione
Cosa ne sarà, invece, del club Palach, per il quale si è in attesa del nuovo concorso?
“La situazione del Palach è uguale a quella degli altri vani culturali, come la Filodrammatica, il Peek&Poke, i vani dell’Unione musicale croata, della Società degli Artisti visivi e altri, per i quali pubblicheremo i nuovi concorsi prossimamente. Visto che la Legge sulle necessità pubbliche nella cultura ha subito delle modifiche e per la prima volta nella storia ha preso in considerazione pure i vani culturali, noi abbiamo realizzato un documento che regola le concessioni alle associazioni e soggetti culturali. Stiamo, dunque, preparando un’ondata, sia di concorsi che di concessioni dirette, per risolvere e regolare i nostri vani, nel rispetto di tale regolamento. Uno di questi vani è pure il Palach, che verrà dato in gestione per un periodo di dieci anni a quello che presenterà il programma migliore. Partner di tale ente o associazione sarà il ristoratore che otterrà in gestione il bar e parte dello spazio. Ridurremo la superficie adibita alla ristorazione perché abbiamo notato che gli imprenditori fanno fatica a pagare l’affitto di uno spazio troppo grande in centro città. Reputiamo che il club sia importante, ma senza una zona di ristorazione, si ha sempre l’impressione che sia chiuso al pubblico e noi vorremmo che il Palach continui ad essere un luogo di incontro e socializzazione”.

Come mai l’idea di cedere i vani per un periodo così lungo?
“La nostra intenzione è di cedere i vani più importanti per un periodo di dieci anni per due motivi. Innanzitutto abbiamo osservato che un contratto più lungo è un fattore di stabilità ed è più semplice ottenere finanziamenti sia a livello nazionale, che europeo, da investire nell’arredamento degli interni. In secondo luogo penso che alcune associazioni abbiano meritato di poter operare indisturbate per dieci anni, anche perché cinque anni sembrano molti, ma passano in fretta”.

La Galeb – in via di finalizzazione
Com’è la situazione con la Galeb?
“La situazione è abbastanza buona. Dopo gli ultimi incontri e le domande alle quali ho risposto e che riguardavano l’utilizzo dei fondi della tassa sui monumenti e risalenti a prima dell’estate, i lavori sono andati avanti, soprattutto quelli che riguardano il restauro della parte più rappresentativa della nave. Questa parte è quasi ultimata e noi abbiamo già consegnato la richiesta di proroga del progetto europeo, che dovrebbe concludersi quest’anno. La scadenza che possiamo aspettarci in questo momento è la fine di aprile per la conclusione dei lavori”.

Un altro bene culturale da tutelare è la casa ricoperta di impalcature nei pressi del Parco archeologico…
“Sì, si tratta della cosiddetta ‘Casa Colazio’ e in questo momento non abbiamo alcun piano per questo palazzo. Si tratta di una casa che richiede ingenti investimenti e la sua superficie interna non ci ispira alcuna idea per un suo futuro utilizzo. In questo momento stiamo terminando altri grandi investimenti e quindi non abbiamo nemmeno la disponibilità economica per occuparci di questa casa. Per il momento, dunque, l’edificio rimarrà vuoto e non possiamo aspettarci alcun intervento in merito”.

Progetti in cantiere
Cosa ne sarà invece dei mosaici rinvenuti nei pressi del Duomo?
“Ci sono stati dei cambiamenti di natura politica legati a questa zona, in quanto è stata articolata l’idea di raggruppare piazza del Duomo e piazza Klobučarić, di fronte alla scuola elementare ‘Nikola Tesla’, in un unico progetto comune da realizzare grazie ai fondi europei. Questa idea è sorta nel momento in cui è stato deciso che il nuovo edificio della Biblioteca civica, non verrà costruito in piazza Klobučarić, ma in seno al Benčić. La piazza, dunque, è rimasta una superficie pubblica collocata in un’area storica nella quale troviamo non solo il Duomo, ma anche il vecchio muro medievale e i mosaici, tutti beni culturali. Probabilmente esiste un modo come risolvere la questione grazie ai fondi europei, ma esistono anche problemi attuali dei quali dobbiamo tener conto. La piazza del Duomo, ad esempio, in base ai piani dei conservatori, doveva venire scoperta in modo da esporre i mosaici ai passanti. Nel frattempo, però, i conservatori stessi hanno cambiato idea, perché si sono resi conto che i corsi d’acqua sotterranei avrebbero reso difficile la realizzazione del progetto, ma anche perché alcuni esperti di mosaici hanno affermato che la scopertura dei mosaici li avrebbe danneggiati col tempo. Per questo motivo è stato definito un periodo di tempo per vedere come influiscono sul sito archeologico le acque e altri fattori, ma con ogni probabilità la pavimentazione della piazza non verrà aperta. Forse verrà mostrata soltanto una piccola parte dei mosaici, nella zona presso il Duomo. Siamo noi che dobbiamo scegliere una delle soluzioni architettoniche che non prevedevano la scopertura, oppure dobbiamo trovare una soluzione completamente nuova. Non è, dunque, nostra la responsabilità del ritardo dei lavori, ma esistono fattori obiettivi dei quali dobbiamo tener conto prima di prendere alcuna decisione”.

Il futuro del muro medievale?
“Questo è un altro tema del quale si è parlato tanto, sia in seno al Consiglio cittadino che negli altri organi dell’amministrazione. In pratica, prendendo in considerazione la piazza come è adesso, collocarvi un muro medievale non è facile né avrebbe alcun senso, perché stonerebbe. Vorremmo riporre il muro sulla piazza nel momento in cui tutto lo spazio verrà rimesso a nuovo e nessuna soluzione parziale verrà presa in considerazione. Non possiamo appoggiare il muro a un parapetto di cemento nei pressi della banca, ma progetteremo il nuovo aspetto della piazza e terremo conto di questo elemento”.

Tutela del patrimonio locale
Una volta che Fiume otterrà una nuova stazione degli autobus, che ne sarà della mostra di siluri Torpedo?
“La collezione di siluri deve venire spostata, questo è sicuro e non abbiamo molto tempo a disposizione per farlo. Non sappiamo, però, se per il momento ci limiteremo a riporre tutti i reperti in un magazzino nell’attesa di trovare uno spazio nuovo, oppure se riusciremo a trovare subito una nuova sede nella quale esporre i siluri. Devo dire che il tempo a disposizione è di pochi mesi, dunque i dettagli si sapranno prossimamente, entro il mese di marzo. Non so esattamente quanti siano i siluri Torpedo che si trovano nel magazzino di Žabica, però la maggior parte non appartiene al fondo del Museo civico e in caso di scioglimento della collezione, esiste sempre la possibilità di far tornare i Torpedo ai legittimi proprietari, tra cui il Museo di Marineria e Storia del Litorale croato e il Museo civico di Spalato. Anche se esistono queste opzioni, nostro desiderio sarebbe di mantenere la collezione così com’è e di aprirla al pubblico. Penso sia importante rinnovare le trattative con la Port Authority, che all’epoca ci aveva promesso di mettere a disposizione degli spazi espositivi, ma anche con il Ministero della Cultura e dei Media, che aveva ventilato la possibilità di restaurare la rampa di lancio. Queste soluzioni, però, sono molto più lontane nel futuro e in questo momento dobbiamo pensare a una soluzione temporanea, ma più immediata”.

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