«Il giardino d’acqua». Profondi elementi di convergenza

Nell’ambito del «Bloomsday», a Pola è stato presentato il libro dello scrittore Andrea Pagani

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«Il giardino d’acqua». Profondi elementi di convergenza
Andrea Pagani e Valter Milovan. Foto: VANJA STOILJKOVIĆ

“Bloomsday” 2023. Pola festeggia per tre giorni lo scrittore irlandese James Joyce e il suo “Ulisse”, che si celebra in tutto il mondo il 16 giugno rievocando gli eventi del celeberrimo romanzo, il quale si svolge in una sola giornata, il 16 giugno 1904, a Dublino.

Per la prima volta, a partecipare al “Bloomsday” è il Club & libreria Giardini 2 di Pola, che nell’occasione ha ospitato la presentazione del libro “Il giardino d’acqua” dello scrittore Andrea Pagani, moderata con disinvoltura dall’italianista, professore e traduttore Valter Milovan. È la prima volta, è stato detto, che il Club ai Giardini ospita un autore italiano. A dargli il benvenuto, oltre ai padroni di casa, è stato l’Ambasciatore irlandese a Zagabria Ruaidhri Dowling, che si è detto felice di presenziare all’evento, augurando a tutti buona “lettura”.

Incontro tra due giganti della letteratura
Edito da Ronzani Editore, il romanzo è ambientato giovedì 18 maggio 1922 a Parigi. All’hotel Majestic, uno dei più prestigiosi hôtel de luxe della capitale francese, nell’imponente avenue Kléber, si verifica un evento leggendario: l’incontro fra i due giganti della letteratura, Marcel Proust e James Joyce. Non solo. All’evento mondano, organizzato dai coniugi Schiff, ricchi mecenati inglesi, in occasione della prima del “Renard” di Stravinskij, accompagnata dai “Balletti russi” di Sergej Pavlovič Djagilev, partecipò in effetti una schiera di intellettuali, tra i quali Pablo Picasso, Igor Stravinskij, Sergej Pavlovič Djagilev, Marcelle Meyer, Bronislava Nijinska, Vera Trefilova, Olga Khokhlova, Clive Bell, Winnaretta de Polignac, Léon Delafosse…
Un incontro, un evento che ha sin da subito affascinato Andrea Pagani. In effetti, il suo interesse verso i due giganti della letteratura europea e mondiale, era nato ancora in giovinezza. Anni di studio e di ricerca hanno poi portato alla stesura di questo volume, in cui l’autore immagina quello che, quella sera, si sarebbero potuti dire Proust e Joyce. Quanto di veritiero e quanto di immaginario c’è ne “Il giardino d’acqua”? Pagani ricostruisce in forma appassionata e ironica le dinamiche della serata. Ma lo fa con un robusto fondamento scientifico. Basandosi su saggi, sulle biografie di Proust e Joyce, sugli epistolari… Si è tentato di essere quanto più vicini alla realtà, perfino nella descrizione del vestiario e nella presentazione del menù.

Una serata deludente
La sera del 18 maggio, tuttavia, si rivela un po’ deludente. Le aspettative per il loro incontro erano altissime, ma, in retrospettiva, i due scrittori ebbero poco da dirsi e non diedero origine a nessun momento storico o sinergie particolari. Altro ancora avrebbe potuto essere e non è stato: “Proust avvicinò Igor Stravinskij per chiedergli consiglio sulla musica di Beethoven, ma venne seccamente liquidato… Pablo Picasso avvicinò Proust nella speranza di convincerlo a posare per lui, ma lo scrittore inorridì all’idea”, ha ricordato Milovan.
Quello che si cerca di individuare nel libro sono i profondi elementi di convergenza. Pur essendo due caratteri completamente diversi, elegante, raffinato e sofisticato Proust, trasandato Joyce, quello che li accomuna è innanzitutto l’ironia. Poi sicuramente la complessità strutturale delle loro opere: “Proust spesso associava la ‘Recherche’ a una cattedrale gotica, per la maestosità del disegno strutturale. E questo paragone penso si possa associare anche all’’Ulisse’ di Joyce”, ha rivelato l’autore.

Un affresco della società parigina
Una scrittura agile e leggera quella di Pagani, in cui si approfondisce la complessa personalità, così diversa ma anche così simile, dei due grandi scrittori, e al contempo si disegna un affresco della società parigina del primo Novecento. Il libro è arricchito in appendice da 20 profili dei protagonisti (“titoli di coda”), brevi biografie degli artisti presenti quella sera o che hanno direzionato e influenzato la conversazione. Da figure celebri quali Virginia Woolf, Alfred Dreyfus il cui caso ancora divideva l’opinione pubblica, fino a quelli meno noti.
Andrea Pagani è insegnante di Lettere e collaboratore dell’editore Zanichelli. È autore di oltre quaranta pubblicazioni fra testi saggistici sul Cinquecento/Seicento e sul Novecento e testi narrativi. Il suo saggio su Joyce “Il cammino di Bloom” è stato presentato alle celebrazioni internazionali del Bloomsday di Trieste. È presidente dell’associazione culturale “Ippogrifo. Vivere la scrittura”.

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