Il «Cielo» come metafora dell’infinito e della libertà

All’inaugurazione della mostra Mauro Stipanov ha parlato del significato più profondo dei suoi dipinti

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Il «Cielo» come metafora dell’infinito e della libertà

È stata inaugurata nella galleria d’arte Kortil, in seno alla Casa croata di Cultura di Sušak (HKD), la mostra “Nebo/Cielo” dell’artista fiumano Mauro Stipanov. Si tratta della terza parte di una trilogia artistica iniziata nel 2016 e dedicata ai temi esistenziali della morte, della vita e del cielo come metafora dell’infinito o di Dio. Ad aprire la mostra è stata la direttrice della galleria, Jolanda Todorović, la quale ha più volte sottolineato la grandezza e il valore dell’artista, spesso troppo modesto. Ha aggiunto scherzosamente che pure il cielo fiumano della giornata di ieri ha voluto in qualche modo omaggiare il pittore e ci ha offerto alcuni dei suoi toni più cupi, ma anche più belli.

 

“Questa trilogia è nata in maniera spontanea, con una mostra dedicata al tema della Morte e intitolata ‘Introspettiva’ – ha ricordato -. In quella occasione sono state esposte 400 tele di teschi, accompagnati dai versi di Leopardi. È seguita l’esposizione ‘Jungla della vita’, la quale mirava a rappresentare la ricchezza e la varietà degli esseri viventi e conteneva anche molti ritratti di conoscenti, amici, colleghi e persino sette autoritratti. Questa mostra è valsa a Mauro Stipanov il Premio ‘Ivo Kalina’, conferito dalla Città di Fiume. In questo dittico tra vita e morte l’autore si è posto il quesito del confine, della linea che separa l’esistenza dalla non esistenza e ha trovato una risposta nell’infinito. Uno dei quesiti che ci pone è quello legato alla percezione, molto importante nell’arte, ma anche estremamente soggettiva in quanto ogni persona può vivere un’esperienza diversa dello stesso fenomeno”.

Mauro Stipanov e Jolanda Todorović

Anche se non si è rivolto direttamente al pubblico, Mauro Stipanov ha parlato con i giornalisti spiegando alcune sue scelte artistiche, come ad esempio quelle cromatiche. Il Cielo non è soltanto la volta celeste con le nuvole e il sole, il cielo è molto di più, soprattutto se non lo guardiamo a occhio nudo, ma se usiamo un telescopio.
“Guardiamo il cielo solo quando ci interessano le previsioni del tempo o vogliamo ammirare un bel tramonto – ha spiegato -. Per me, invece, quello che ci sovrasta ha un significato molto profondo. I credenti lo chiamano Dio e vi collocano il paradiso, gli astrofisici, gli artisti e i poeti lo vedono come uno spazio immenso, infinito e indefinito. Ho scelto la tecnica dell’olio su tela, ma ho realizzato i quadri col cartoncino per velocizzare i tempi, motivo per cui ogni tela ha un fronte e un retro e in realtà è composta da due quadri di cui uno non si vede. Una grande importanza hanno per me pure le cornici, perché racchiudono l’immagine. Pure noi veniamo racchiusi nei sistemi nei quali funzioniamo”.

Stipanov ha rivelato che è stata esposta una trentina di quadri nati in tre o quattro mesi, ovvero da settembre a dicembre del 2020, in cima al Monte Maggiore. La mostra rimarrà in visione fino al 28 febbraio e sarà aperta dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle 13 e dalle 17 alle 20, mentre il sabato dalle ore 10 alle 13.

L’artista con il suo quadro preferito

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