Gli studi umanistici una necessità per la società

A Fiume celebrato il 20º del Dipartimento di storia dell’arte

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Gli studi umanistici una necessità per la società
In prima fila i docenti del Dipartimento di storia dell’arte. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Il più piccolo dipartimento della Facoltà di Lettere e Filosofia di Fiume, ma non il meno importante, quello di storia dell’arte, ha celebrato ieri il ventesimo anniversario dalla fondazione. Alla cerimonia, che si è svolta nell’aula al piano terra della Facoltà, ai presenti si sono rivolti il capodipartimento, Danko Dujmović, il preside della Facoltà, Aleksandar Mijatović, ma anche i responsabili delle varie cattedre attive in seno al dipartimento, che hanno presentato i traguardi raggiunti nell’ultimo ventennio.

A prendere la parola per primo è stato il capodipartimento, Danko Dujmović, il quale ha sottolineato la solennità dell’incontro e l’ha paragonata alla solennità del raduno delle reclute all’inizio di ogni nuovo anno accademico.
“Per il nostro dipartimento sono passate venti generazioni di reclute – ha affermato Dujmović – e, secondo le mie stime, nel suo ambito si sono finora laureati 450 studenti. Alcuni di questi studenti sono diventati nostri collaboratori, come ad esempio Ivan Braut, che ha creato lo splendido design visivo di questa celebrazione inserendo nel numero 20 i nomi di tutti coloro che hanno costruito il Dipartimento di storia dell’arte come lo conosciamo. In questo momento il dipartimento conta 12 docenti, che parleranno dei loro campi di specializzazione, nonché alcuni collaboratori esterni. Mi auguro che in futuro avremo modo di crescere e abbracciare persone nuove tra il nostro corpo docenti”.

Gli studenti come colonna portante
A salutare i presenti e a fare gli auguri agli studenti di ieri, oggi e domani è stato anche il preside, Aleksandar Mijatović, il quale ha sottolineato, appunto, l’importanza dei ragazzi che decidono di frequentare questo corso di studio.
Il preside ha parlato in generale delle sfide che affronta non solo il Dipartimento di storia dell’arte, ma tutta la Facoltà di Lettere e Filosofia, in paticolare le domanda che spesso viene posta e riguarda l’utilità di questi studi e se sia necessario sostenerli o meno.
“Io mi chiedo come sia possibile sviluppare la società se non curiamo le materie umanistiche e sociali – ha osservato Mijatović –. Gli studi umanistici sono ciò che ci rende umani in tutti i nostri aspetti, coi nostri pregi e con le imperfezioni ed è il campo di studio che ci offre un approccio scientifico a questo aspetto sociale. Il fondamento scientifico è essenziale. La storia dell’arte contribuisce a sviluppare questo segmento di studio e analizza le trasformazioni sociali da un punto di vista arcaico, ma non obsoleto. Come disse T.S. Eliot nel suo saggio dedicato all’Amleto: ‘Gli studiosi di oggi non sanno quello che sapranno quelli di domani’, il che ci fa capire che un dibattito vivo e acceso su tutti i temi della contemporaneità, ma anche del passato, è necessario”.
Mijatović si è complimentato anche per il numero di studenti iscritti quest’anno, che è superiore alla media, e si è auspicato che nel programma finanziario del 2024 si possano garantire i mezzi per assumere altri docenti.

Spazio alle iniziative individuali
L’ultimo intervento della parte introduttiva è stato quello del professore emerito Vladimir Peter Goss, il quale è stato non solo tra i fondatori del Dipartimento di storia dell’arte, ma anche dell’Accademia di Arti applicate di Fiume.
Goss ha raccontato di essere tornato in Croazia nel 2000, dopo aver trascorso parte della sua carriera negli Stati Uniti e in Israele. Era suo desiderio lavorare nel suo Paese natale e nella ricerca di impiego è stato contattato dall’allora rettore dell’Università di Fiume, Daniel Rukavina, che gli ha proposto di aiutare i colleghi a istituire un dipartimento nuovo. Entro il 2003 erano nati non solo il Dipartimento di storia dell’arte, ma anche l’Accademia di Arti applicate, entrambi attivi tuttora.
“Anche se sono stato tra i fondatori, ho lavorato solo per dieci anni al Dipartimento di storia dell’arte – ha ricordato Goss –. Il mio pensionamento, infatti, risale al 2013. Devo dire, però, che dal punto di vista professionale quelli sono stati i più begli anni della mia vita. Mi sono dedicato alla ricerca e ho creato qualcosa di nuovo. Non mi voglio prendere, però, i meriti della fondazione, perché se non fosse stato per il clima proattivo e liberale che si respira a Fiume, non sarei riuscito nel mio intento. Ho lavorato su tre continenti e in numerosi Atenei, ma non mi sono mai stati dati tanta libertà di azione e decisione e tanto sostegno come all’Università di Fiume. Io che sono nato e cresciuto a Zagabria, ho trovato la mia casa a Fiume e al convegno che si è tenuto recentemente e che è stato organizzato dalla professoressa Palma Karković ho avuto il piacere di notare che il dipartimento ha prodotto e continua a produrre esperti di alto rango, che espongono opere di alta qualità. L’impegno non è stato vano”, ha concluso Goss. La cerimonia è continuata con l’esposizione delle quattro cattedre, ovvero dell’Arte dell’antichità e del Medioevo, della Tutela, presentazione e interpretazione del patrimonio, dell’Arte della prima età moderna e di Storia e teoria dell’arte moderna e contemporanea.

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