Gallerie: le sfide del futuro

Dirigenti e curatori museali della Croazia e dall'estero si sono riuniti al Museo archeologico istriano di Pola per discutere del settore

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Gallerie: le sfide del futuro
Darko Komšo inaugura la conferenza. Foto: ARLETTA FONIO GRUBISA

Un’occasione per lanciarsi in nuove avventure, avvicinare nuovi appassionati della cultura e dare voce a nuovi artisti e collezionisti: questi sono stati in sintesi gli obiettivi di fondo della conferenza polese “Le sfide delle gallerie a favore della formazione del pubblico”, giunta alla sua quarta edizione, che ieri mattina ha visto radunare galleristi, dirigenti e curatori museali di Croazia e provenienti dall’estero per ragionare assieme sul futuro debutto del settore, in un contesto contemporaneo fatto di crisi socio-economica e politica. Già si è ampiamente ragionato in merito ed ora come non mai ci si ritrova nella condizione di dover gioco forza (con)vivere in una realtà costituita da trasformazioni radicali, scandita tra l’altro dalla “rivoluzione” dell’era digitale, dalla necessità di cooperare assieme, nonché di adattare strategie e attività in maniera tale da poter soddisfare le esigenze di un pubblico sempre più connesso ed esigente.

Un pubblico comune
”Il denominatore comune per tutti gli ambienti espositivi è proprio quello di condividere il medesimo tipo di pubblico. È nostro compito collettivo quello di investire nelle modalità necessarie a mantenerlo e catturarlo”: lo ha rilevato Darko Komšo, direttore del Museo archeologico istriano di Pola, istituzione scelta per ospitare la conferenza e per una riflessione a più voci in materia di veri processi di “adattamento”. In fin dei conti, come fatto notare da Vladimir Torbica, assessore istriano alla Cultura e alla territorialità, oltre che pensare specificamente al pubblico, va tenuto conto di nuovi paradigmi che si stanno facendo strada negli ambienti culturali d’Europa, puntando sull’estetica ed altri valori, che vanno oltre agli imperativi del guadagno.
Prima ancora d’incominciare, la conferenza promossa dall’associazione Atanor, assieme all’Agenzia culturale istriana e il Museo polese con il sostengo del Ministero della Cultura e dei Media, della Città di Pola e dell’Arena Hospitality Group, ha visto un breve prologo di presentazione della “Mappa delle gallerie e degli spazi espositivi d’Istria”, in versione brochure, da parte della coordinatrice di questo progetto regionale, Nela Simić. Si tratta di un “manuale”, disponibile e aggiornabile in ampia versione digitale, che i potenziali visitatori possono utilizzare e che come tale aiuta a raggiungere un pubblico più ampio e diversificato, migliora l’accessibilità e la visibilità dei luoghi che espongono opere d’arte o reperti che raccontano la storia.

Nuove opportunità
Al via, quindi, la presentazione keynote ad opera della direttrice delle Gallerie costiere di Pirano, Mara Ambrožič Verderber, che ha offerto agli addetti ai lavori delle direttive necessarie ai galleristi per “evolvere” e far meglio esplorare i loro ambienti agli albori del XXI secolo. Come sentito, quello di cui va tenuto conto è che nell’era digitale, gli ambienti della cultura stanno sperimentando un cambiamento radicale. L’innovazione tecnologica sta trasformando il modo in cui l’arte e la storia vengono esplorate, offrendo nuove opportunità per curatori, collezionisti, artisti e appassionati. E questo cambiamento non è solo una risposta alla crescente digitalizzazione della società, ma anche un’opportunità di rendere il prodotto culturale più alla mano, multimediale e coinvolgente per un pubblico più ampio. Ampiamente affrontati quindi le strategie e gli approcci multidisciplinari necessari a supportare l’arte e lo sviluppo delle istituzioni nel contesto locale e in quello della loro internazionalizzazione.

Un’arte sostenibile
In collegamento online, poi, niente meno che Aoife Fannin, responsabile del progetto Gallery climate coalition, l’associazione no-profit che quantifica emissioni e sprechi del mondo dell’arte, offrendo soluzioni pratiche e concrete con la guida delle stesse gallerie. Uscendo dal guscio dell’arte e dei voli pindarici fine a sé stessi, per vestire gli abiti da ecologisti responsabili nei confronti dell’ambiente e diventare arte “impegnata”, dunque, le gallerie fanno squadra e provano a contrastare il cambiamento climatico facendo d’esempio. Come? Da quanto sentito mediante la decarbonizzazione del settore delle arti visive e la promozione delle pratiche zero-waste (vedi la riduzione e l’organizzazione di trasporti unificati se le opere provengono da luoghi attigui, i depositi condivisi tra le varie gallerie, i contatti con aziende che producono materiali meno inquinanti, inchiostri di stampa ecocompatibili e altro ancora).

Collaborazione internazionale
La conferenza è proseguita all’insegna della tavola rotonda “Dentro e fuori dai confini: la collaborazione tra le gallerie e gli interscambi dell’arte nella regione dell’ex Jugoslavia” che ha visto partecipi Feđa Gavrilović e Korana Littvay (Zagabria), nonché Danka Dimitrijević e Nataša Radojević (Belgrado). Quindi l’intermezzo dedicato agli esempi di buona prassi nella promozione dell’arte ha visto protagonisti Bartol Fabijanić (argomento improntato sulle piattaforme digitali per la vendita delle opere d’arte visive), Marijeta Bradić (in merito ai nuovi spazi di produzione artistica a Pola), Dunja Martić Štefan e Tina Širec Džodan (con interventi a nome del Museo polese e dell’Agenzia culturale istriana). In finale il Gallery networking lab a cui hanno preso parte diversi galleristi dando vita a un laboratorio interattivo quale formula confacente per allacciare la tanto necessaria cooperazione, gli scambi di competenze ed esperienze tra coloro che offrono cultura.

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