Ex Cartiera: un ricordo velato di tristezza

Al Museo civico di Fiume è allestita la mostra che racconta i duecento anni di storia dello stabilimento i cui prodotti erano apprezzati in tutto il mondo

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Ex Cartiera: un ricordo velato di tristezza

Nel ricco passato industriale di Fiume, l’ex Cartiera occupa un posto particolare come uno dei simboli della città che, purtroppo, oggi non esistono più. Vivono ormai soltanto nel ricordo di coloro che vi trascorsero la loro vita lavorativa e negli oggetti custoditi dal Museo civico cittadino. In occasione del duecentesimo anniversario della fondazione dello stabilimento (1821), al Museo civico (il cosiddetto Cubetto) è allestita una piccola ma molto educativa mostra, “Harterom bez harte”, sulla storia della fabbrica i cui prodotti venivano esportati e apprezzati per quasi due secoli in tutto il mondo, ma che con la dissoluzione dell’ex Jugoslavia si spense per sempre. Ciò che rimane è lo stabilimento in riva alla Rječina che, abbandonato a sé stesso, sta subendo la medesima sorte di tantissime ex fabbriche fiumane: intaccato dal tempo e dalle intemperie, si sta progressivamente trasformando in una rovina, a meno che le autorità cittadine o qualche investitore privato non trovino un modo per dare nuova vita all’edificio nel prossimo futuro.

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L’idea visionaria di de Adamich

Il percorso espositivo, realizzato da Kristina Pandža, è stato suddiviso in tre segmenti: una parte dello spazio è dedicato alla direzione della fabbrica, un altro alle tecnologie e ai processi tecnologici applicati, la terza agli operai e alle loro famiglie, alle condizioni di lavoro e agli stipendi dei lavoratori, mentre l’ultima parte presenta tutti i tipi di carta e altri prodotti che uscivano dal complesso della Cartiera, come ad esempio i fiammiferi della “Parafinka”. La mostra si apre con l’idea visionaria di Andrea Lodovico de Adamich, che il 1.mo settembre 1821 acquistò per 7mila fiorini d’argento il mulino Lučica sulla Rječina, assieme agli edifici circostanti, al terreno e al diritto di sfruttare l’acqua. All’inizio del XIX secolo, Fiume era una piccola città con un grande potenziale industriale, ma la vita era difficile, soprattutto con le conseguenze della conquista napoleonica. All’epoca, l’attività del porto era ridotta, quella commerciale si trovava in serie difficoltà, per cui l’idea di de Adamich di fondare una nuova fabbrica assume un ulteriore peso. All’inizio, la produzione si svolge in due edifici e nella Cartiera lavorano 21 operai. In quel periodo, la carta viene prodotta utilizzando gli stracci e de Adamich ha difficoltà a rifornire la fabbrica con questa materia prima. Gli stracci, infatti, erano all’epoca un materiale molto ricercato e pagato ad alto prezzo. Viene raccolto nei villaggi della Slavonia e in altre zone rurali, immagazzinato a Sisak e a Karlovac, dopodiché viene trasportato fino al porto di Fiume e da qui viaggiava verso l’Inghilterra o verso gli Stati Uniti.

I lavoratori della fabbrica nel XIX secolo

Un’epoca di grande sviluppo

Inoltre, la quantità d’acqua indispensabile per la produzione della carta permetteva alla fabbrica di funzionare soltanto alcuni mesi all’anno. La carta che viene prodotta è poca e di qualità scadente, per cui de Adamich decide di vendere nel 1827 lo stabilimento all’imprenditore inglese Walter Crafton Smith e al francese Charles Meynier, una coppia esperta nella produzione della carta. Inizia così l’epoca di grande sviluppo della fabbrica; sono costanti gli investimenti nel processo produttivo. Viene costruito uno stabilimento moderno, al passo con i tempi. Infatti, nel 1833 viene introdotta una macchina a vapore, che portò a un aumento del numero di lavoratori a qualche centinaio. La Cartiera produce carta di alta qualità che si vendeva, oltre che a Fiume, anche a Zara, Zagabria, Trieste, Lubiana, Bratislava, Praga, Budapest, Klagenfurt, Graz, Vienna, Varsavia, e veniva esportata a Venezia, Liverpool, New York, in Brasile, nell’India orientale, in Grecia, Turchia, Siria, Libano, Israele, Giordania ed Egitto. La carta fiumana si presenta anche alle fiere mondiali dell’industria.

Andrea Lodovico de Adamich

I successi mondiali

Alla Prima fiera industriale, tenutasi a Vienna nel 1835, la carta fiumana viene insignita della medaglia d’argento. Vince altre medaglie anche alle fiere a Parigi, Monaco di Baviera, Londra e Barcellona, come pure a Melbourne nel 1888. È interessante il fatto che Walter Crafton Smith, tramite la sua Fondazione, lasciò nel suo testamento del 1858 ben 120mila fiorini d’oro agli operai malati della Cartiera che, stando alle disposizioni del documento, erano tenuti a utilizzare il denaro per l’acquisto o la costruzione di un palazzo in cui potevano vivere gratuitamente le famiglie di almeno dieci ex operai malati della fabbrica. Nel medesimo testamento lasciò altri 10mila fiorini all’ospedale fiumano destinati alla cura dei cittadini più poveri. La fabbrica donò un terreno sulla riva destra della Rječina, per cui in via dell’Acquedotto venne edificato un palazzo in cui vivevano gli ex operai della Cartiera.

Le medaglie conquistate alle fiere internazionali

Introduzione della cellulosa

La fine del XIX secolo portò all’introduzione della novità più rivoluzionaria nel processo produttivo: i vecchi stracci vennero rigettati come materia prima principale nella produzione della carta e si decise di ricorrere alla cellulosa. La carta regalo, la carta per le poste, la carta crespa, le cartine per le sigarette, la carta per la stampa e tante altre varietà venivano prodotte nelle grandi sale della Cartiera e poi esportate in tutti i continenti. Il percorso espositivo propone due filmati, realizzati nella seconda metà del XX secolo, che illustrano il processo di trasformazione della cellulosa in diversi tipi di carta. Un segmento dell’esposizione si concentra pure sui problemi e sulle difficoltà che accompagnavano la produzione industriale. Queste non erano legate soltanto ai periodi di piena della Rječina, quando il fiume straripava, ai frequenti incendi e ad altri problemi di questo tipo, ma anche e soprattutto alle dure condizioni di lavoro, alle malattie (come ad esempio un tipo di antracite che colpiva gli animali, ma anche gli operai a contatto con gli stracci).

Gli operai che si sono distinti per la loro diligenza nella seconda metà del XX secolo

Epidemia di antracite

Uno degli episodi più tragici nella storia della Cartiera si verificò nel 1881, quando nella fabbrica si diffuse una forma di antracite proveniente dagli stracci sporchi e contaminati. In pochi giorni, l’epidemia uccise 22 operaie. All’epoca, infatti, gli operai non indossavano indumenti protettivi per lavorare in fabbrica e le condizioni di lavoro nel XIX secolo e all’inizio del XX erano pessime. Si lavorava dalle 6 di mattina fino alle 18, con una pausa di un’ora. Tra i lavoratori c’erano anche i bambini.

Verso la fine del XIX secolo la Cartiera si concentrò sulla produzione della carta di consistenza leggera per le sigarette. Nel XX secolo la fabbrica subì numerosi cambiamenti a livello di gestione e di proprietà, ma il lavoro proseguì sempre senza intoppi, se non si conta lo sciopero di massa indetto dai lavoratori di tutte le fabbriche fiumane nel 1906, con il quale gli operai chiedevano un miglioramento delle condizioni di lavoro. Tutti e 600 i dipendenti della Cartiera incrociarono le braccia, chiedendo meno ore di lavoro, la domenica non lavorativa, un aumento dello stipendio del 20 p.c. e la costituzione di un consiglio dei lavoratori. La direzione rispose licenziando tutti gli operai.

La carta prodotta dalla Cartiera

La carta per sigarette

La Cartiera, nonostante tutti i problemi, continuò a funzionare anche nei decenni successivi. All’epoca dell’ex Jugoslavia diventò di proprietà dello Stato e gestita dai lavoratori. Uno dei prodotti più pregiati era la carta per sigarette, che veniva esportata in tutto il mondo. Nel 1980 la Cartiera produceva il 7 p.c. di tutta la carta per sigarette a livello mondiale. È interessante la linea del tempo che riporta la quantità di carta prodotta nell’arco di due secoli di attività: tra il 1821 e il 1900 la produzione passò da 60 tonnellate a ben 2mila tonnellate all’anno e si mantenne costante fino al 1913, dopodiché scese a 97 tonnellate nel 1919. Nel 1945, invece, la produzione cresce a 1.416 tonnellate, per arrivare a 4.150 tonnellate nel 1960, a 10.250 tonnellate nel 1971 e a 16.082 tonnellate nel 1986.

La pubblicità per i prodotti della Cartiera

Gli anni Novanta portarono, però, al decadimento della fabbrica e alla sua fine definitiva, segnata nel 2005 dalla conclusione del processo fallimentare.

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