Dialetto e caffè: binomio vincente

Nereo Zeper, Paolo Rovis e Gianni Pistrini hanno presentato alla stampa due nuovi corsi divulgativi offerti dall'Università Popolare di Trieste

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Dialetto e caffè: binomio vincente

“Ripartono finalmente in presenza i corsi dell’Università Popolare di Trieste”, lo ha affermato con soddisfazione il vicepresidente Paolo Rovis, introducendo la conferenza stampa nella quale si sono illustrate le novità di quest’anno. “Sono stati confermati tutti i titoli degli anni passati, 63 il numero complessivo, parte dei quali sospesi nella scorsa stagione a causa della pandemia. I costi dei corsi di lingue, di storia dell’arte, di disegno e pittura e tanto altro sono rimasti invariati”. Anche per le sedi che li ospitano ci sono novità. Le lezioni avranno luogo presso la Casa del Cinema, nella sala Sbisà e da quest’anno anche all’Accademia Nautica dell’Adriatico. Sono aperte le iscrizioni pure per due corsi inediti, “Dialetto triestino” e “Trieste, la città del caffè. Dalla pianta alla tazzina”. Ad illustrarne i contenuti i due docenti, Nereo Zeper e Gianni Pistrini.

 

Diffondere l’idioma locale

“Non sono un accademico – ha esordito Zeper -, sono un appassionato del dialetto. Con questo spirito ho accettato la proposta dell’UPT di tenere un corso doppio (il primo inizia a fine ottobre e verrà ripetuto in primavera, 12 lezioni con una 13° plenaria dei due corsi). Non si tratta di tutelare o conservare il dialetto, bensì di farlo conoscere; il dialetto non si insegna, perché si trasmette come lingua madre. Si possono analizzare però le relazioni con gli altri dialetti e parlate vicine, studiare la sua storia. Per lungo tempo c’è stata una polemica su chi voleva che il tergestino esistesse anticamente e chi lo negava; oggi gli studiosi accettano chiaramente la sua esistenza. Si può capire la differenza tra il dialetto patoco, negron e slavazà (il dialetto originario, quello parlato dai ceti più bassi e quello inquinato dai sofismi dei più colti), le diversità tra parlato e scritto. Il corso – ha concluso Zeper – tratterà di etimologia appunto e forestierismi, di grafia, grammatica, modi di dire, di toponomastica, anche quella affettiva come quella di nominare il municipio che domina piazza Unità “palazzo cheba”, o l’antica pescheria “Santa Maria del Guato”. Non potrà mancare una lezione sulla letteratura triestina in dialetto”.

Curiosità sul liquido bruno

Gianni Pistrini sarà il docente del corso sul caffè a Trieste. “Difficile parlare di caffè nella città del caffè: tratteremo molte notizie convenzionali sulla sua produzione, le tante curiosità e aneddoti che circolano attorno al liquido bruno. Alcuni degli incontri saranno realizzati nelle realtà del territorio, nei caffè storici; verranno coinvolte figure specializzate, si approfondirà la questione delle cialde e capsule del caffè, di com’è nata l’idea, della questione del loro smaltimento e del riutilizzo degli scarti. Vedremo filmati inerenti la materia. I corsi saranno due – ha concluso Pistrini -, uno conseguente all’altro”.

“I corsi sono divulgativi, non accademici – ha ribadito Rovis -. In questo caso riguardano la nostra realtà territoriale, il dialetto e il caffè che sono prerogative della città. Il Porto poi li accomuna, merci e linguaggio si sono sviluppati di pari passo a Trieste, creando radici profonde con il nostro passato”. Per maggiori informazioni consultare il sito www.unipoptrieste.it.

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