Con l’arrivo della primavera, le strade e le vie di Zagabria rivivono per accogliere uno degli eventi più gettonati a livello nazionale, il Festival delle luci. Un connubio di arte, design, spettacolo, intrattenimento e architettura animano in questi giorni per la quinta volta le località più note del centro città. Fino a domenica 19 marzo, i parchi, le piazze, i musei e gli edifici della capitale croata vengono trasformati in scenografia giocosa per numerose installazioni luminose, proiezioni, animazioni e altre forme di arte innovativa. Il Festival vuole celebrare anche quest’anno un nuovo risveglio, una nuova speranza e l’ottimismo. E proprio come la primavera ci sprona ad un senso di comunità, la luce ci unisce e ci invita a goderci insieme lo spettacolo portando prosperità e pace nei nostri cuori.
28 località diverse
Realizzato dall’Ente per il turismo della Città di Zagabria, il Festival, inaugurato alla presenza del sindaco Tomislav Tomašević, si svolge in numerose località del centro storico. Oltre a illuminare la Città alta, il Festival è approdato anche in alcune vie della Città bassa e nei parchi per un totale di 33 installazioni luminose posizionate in 28 località. Tra gli edifici più noti che vengono illuminati spiccano il Teatro Nazionale Croato, la Scena estiva Tuškanac e il Museo Mimara. Uno spazio lungo la passeggiata Dubravkin put è stato pensato per bambini e per i loro genitori e qui il divertimento è assicurato per tutta la famiglia.
Ad accompagnare le proiezioni sugli edifici storici è la musica che consente all’ambiente un’atmosfera particolare. Le installazioni artistiche esaltano la bellezza dello spazio incluso nel progetto. Una novità introdotta quest’anno è l’intervento di artisti provenienti da Italia, Francia e Paesi Bassi.
Un virtual artist cosmopolita
In collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Zagabria al Festival delle luci partecipa l’artista italiano Emmanuele Panzarini, noto al pubblico della Croazia per essersi presentato l’anno scorso nella capitale in occasione della Festa della Repubblica Italiana. Emmanuele Panzarini è un virtual artist cosmopolita originario di Padova che ha realizzato progetti di rilievo italiani con società del territorio sviluppando sinergie artistiche nei settori del trasporto merci, del food & beverage, dell’automotive, dell’energy & utilities e delle costruzioni.
La sua ricerca artistica abbraccia più settori, dalla fotografia alla scultura, dall’arte digitale agli interventi site-specific. Proprio l’installazione è diventato il suo principale campo di lavoro.
La sua installazione “Italian flag” (Bandiera italiana) può essere osservata fino a domenica prossima lungo via Kurelac. Per capire meglio qual è il significato dell’opera abbiamo interpellato l’autore dell’installazione, il quale racconta in un’intervista l’importanza della stimolazione delle persone mediante l’arte pensata per gli spazi pubblici.
È la seconda volta che presenta le sue opere a Zagabria. Nel 2022, in occasione della celebrazione della Festa della Repubblica Italiana, presso la sede dell’Ambasciata d’Italia a Zagabria, è stata proposta, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Zagabria, un’installazione site-specific intitolata “1, 2, 3”. Quanto si differenzia l’opera “Italian flag” portata ora in Croazia in occasione del Festival delle luci dall’installazione “1, 2, 3”?
“In realtà si tratta della stessa opera d’arte. In questa nuova occasione si è deciso di riformulare il titolo avendo un pubblico più eterogeneo rispetto all’esposizione nell’Ambasciata. Nel 2022 il titolo dell’opera ‘1, 2, 3’ sintetizzava il suo significato legandosi proprio al giorno d’esposizione: 1 nazione viene celebrata il 2 giugno attraverso i 3 colori della bandiera. Per il Festival delle luci di Zagabria invece ho deciso di esplicitare in modo diretto il significato dell’opera stessa con la riformulazione del titolo in ‘Italian flag’”.
Qual è l’ambiente ideale per posizionare l’opera?
“Come la maggior parte delle opere luminose, è essenziale che lo spazio circostante non sia illuminato da sorgenti esterne per valorizzare il gioco di luci dell’installazione stessa. Inoltre l’opera è stata studiata in modo da adattarsi a molteplici spazi espositivi. Le sei strutture piramidali infatti sono indipendenti tra loro e possono essere disposte in base alle diverse esigenze”.
Ha in programma di esporre quest’opera in altre occasioni, eventi o manifestazioni?
“In effetti sì, a seguito dell’importante riscontro ricevuto l’anno scorso in Ambasciata, nel corso dei mesi successivi abbiamo presentato l’opera a numerosi enti e istituti italiani, sia in Europa che nel mondo.
Tra questi l’Ambasciata d’Italia a Pechino, che, in collaborazione con il Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura in Cina, ha deciso di acquistare i diritti per la riproduzione di una copia dell’opera da esporre in occasione dell’Italian Design Day in quanto il titolo della manifestazione di quest’anno è ‘La qualità che illumina: l’energia del design per le persone e per l’ambiente’. L’opera verrà successivamente esposta ad eventi culturali che l’Ambasciata d’Italia a Pechino organizzerà nel corso dell’anno”.
Le sue opere si contraddistinguono per l’utilizzo di colori accesi e l’impiego di oggetti d’uso comune. In particolare l’installazione è il suo campo di lavoro predominante. Quanto è importante una partecipazione attiva del pubblico nella comprensione delle sue installazioni?
“La ringrazio molto per questa domanda, in quanto questa specifica lettura del mio lavoro è proprio il fil rouge che contraddistingue le mie opere. Penso, e credo, che lavorare nello spazio pubblico ti permetta di dialogare con un pubblico amplio e variegato, un pubblico che potrebbe anche non essere interessato all’arte. Ed è proprio in questo contesto che nascono le interazioni più particolari e suggestive, tra il pubblico e l’opera, a differenza di uno spazio museale o una galleria d’arte. Lavorare all’aperto mi dà la possibilità di stimolare le persone, farle riflettere, attirare la loro attenzione, porre domande. In base al contesto in cui si espone, è possibile lavorare su temi sociali e culturali, aprendo un dibattito pubblico, altre volte l’opera viene apprezzata per la sua valenza estetica e artistica. I colori accesi quindi vengono utilizzati per riuscire ad attirare nel più breve tempo possibile lo sguardo dei cittadini, in quanto presi dai propri impegni quotidiani, e dare loro la possibilità di soffermarsi qualche minuto ad osservare l’opera e riflettere sul suo significato. L’interazione è il secondo strumento che mi permette di coinvolgere lo spettatore. A volte l’interazione può essere tattile, a volte solo visiva o sonora, a volte anche immersiva, proprio perché l’installazione, a differenza di un quadro, può raggiungere dimensioni ambientali”.Un consiglio ai giovani che vogliono intraprendere una carriera lavorativa artistica?
“Perseverare, essere tenaci, mai mollare. Sono sì tutti e tre dei sinonimi ma è un modo per sottolineare quanto la costanza, in questo ambito, porta a raggiungere dei risultati personali tangibili”.
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