Quando il pesce fresco è un lusso

I prezzi delle orate selvatiche variano dalle 50 alle 180 kune in base alla pezzatura e qualità del prodotto

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Quando il pesce fresco è un lusso
”Con la luna piena, il pesce azzurro fugge”. Foto: DARIA DEGHENGHI

Seppioline, triglie, calamari, orate, naselli e sardine. La “passeggiata” in pescheria in novembre non delude, anche se sono tanti gli ostacoli a una buona battuta di pesca. Certamente lo scirocco, e sicuramente una brutta “bora scura” ma non è ancora tutto: per il pesce azzurro l’impedimento maggiore a un buon pescato è la luna piena, proprio quella che avremo oggi, 8 novembre. Ma che diamine? Sarà una scaramanzia anche questa? Niente affatto: la luna piena è un fattore d’intralcio. Una delle pescivendole che chiacchierano volentieri ci spiega come si pescano sarde e acciughe. Ci vuole la lampara, ovvero l’imbarcazione con lampada a bordo alimentata da motori a diesel, ci vuole una notte fonda, scura scura, in modo che i pesci di piccola taglia siano attratti dalla luce e facciano branco intorno alla barca. Poi ci vogliono le reti che tirano su il branco nel momento propizio. Ma cosa vanno a fare le sardine e le acciughe intorno alla barca illuminata? Inseguono il plancton, ovviamente, cioè vanno a mangiare, e ci vedono meglio se c’è la luce a indicargli la strada. Ma allora la luna che c’entra? C’entra eccome: nelle notti di luna piena, il pesce azzurro ci vede benissimo anche senza le nostre lampare, e così i pescatori non salpano, perché non hanno alcuna possibilità di competere con l’astro del cielo. Complimenti per la lezione di tecniche e accorgimenti ittici che affondano le radici nella notte dei tempi.

È sempre un piacere chiacchierare con le pescivendole ciarliere. Che ci svelano anche che, a parte la luna piena, da qualche giorno almeno i pescatori non si subiscono le raffiche della bora o del scirocco, ugualmente insolenti e antipatiche, per cui il pescato non delude anche se mancano gli scombri e le acciughe, e se le sardelle sono poche. Vediamo dunque l’offerta di ieri e i prezzi.

Le sardelle a 30 kune il kg
Si diceva che le sardelle sono poche, ma ne troviamo comunque qualche chiletto e il loro prezzo non supera le 30 kune della norma. Ma per andare in cerca dell’offerta del giorno sarà meglio considerare i naselli, venduti in quantità sufficienti a prezzi che variano dalle 30 alle 70 kune a seconda della pezzatura. Inutile cantare le lodi del nasello, pesce delicato, dolcissimo, tenero come il burro. Non per niente piace anche ai bambini, che in fatto di gusto hanno ancora le idee poco chiare. Conviene gustarlo in questo periodo perché scarseggia quasi sempre, e comunque la sua presenza o assenza è dettata dalle stagioni. Poi troviamo le seppe, i calamari, i moscardini e i polpi, insomma la singolare famiglia dei cefalopodi che presenta una varietà di specie, di dimensioni e di forme affatto diverse.

Moscardini, seppie, calamari…
Con la prelibatezza e la quantità (o scarsità) del prodotto variano anche i prezzi, e questo è chiaro: attualmente i moscardini sono convenienti e si vendono a 70 kune il chilo, le seppie costano 90, i polpi vengono 150 kune, i calamari nostrani 120 e 160 kune a seconda della pezzatura, i calamari d’importazione (surgelati) vengono 80 o 90 kune. Insomma, chiamiamola pure convenienza, vista l’inflazione e il caroprezzi degli ultimi mesi, ma è chiaro che dall’ottica di chi campa di pensioni o salari minimi, non si tratta affatto di convenienza. Molto spesso, anche il pesce fresco è un lusso. Per esempio, le orate selvatiche. I prezzi variano dalle 50 alle 180 kune in base alla pezzatura e qualità del prodotto. A parte i pesci più piccoli e più scomodi da pulire e da consumare, stiamo parlando di prezzi proibitivi. Anche i gamberetti fanno parte del panteon dei pesci sempre meno disponibili (i prezzi vanno dalle 120 alle 160 kune), come le sogliole (a 100), i barai (90) e i pagelli (140). Di convenienti, a parte le sardelle, abbiamo ancora solo i cefali dorati, in vendita a 30 kune il chilogrammo, e le triglie a 40. Minute, però…

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