Pola. Piccoli totem pubblicitari tappezzati di adesivi

L’arredo urbano, perlopiù nuovo, collocato dopo il rinnovo degli storici tornanti a fianco dell’anfiteatro mostra la sua parte meno nobile

0
Pola. Piccoli totem pubblicitari tappezzati di adesivi
Uno dei tanti cestini-bacheca, informativi, ma non si sa per chi. Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

È come una celebrity in abito griffato e tacchi a spillo, con le unghie dei piedi scrostate. Occhio al dettaglio che può rendere inquinata l’immagine, perfetta, della nostra matrona romana, l’Arena di Pola. Tutto va bene. La scelleratezza, che viaggia assieme al turismo di massa, non si è ancora spinta con incisioni di iniziali da innamorati, a meno che quanto accaduto a danno del Colosseo di Roma non finisca per tradursi in una nuova moda, come quella invasiva ma non rovinosa, di appendere lucchetti sugli steccati e ponti, celebri e meno celebri, di tutto il mondo. Tuttavia, di stonato vi è che l’Arena ai suoi piedi lascia intravedere il particolare trasandato. L’arredo urbano, perlopiù nuovo, collocato con il rinnovo degli storici tornanti, sta dando sfoggio di sé stesso con tanti piccoli totem pubblicitari tappezzati di stickers appiccicati che spuntano dal verde ben curato delle aiuole. Corpi luminosi in acciaio nichel, brillanti e dalla superficie perfettamente liscia si prestano al posizionamento di adesivi e cestini metallici per l’immondizia diventati plancie concedondo ulteriore spazio all’arte sudicia di coloro che amano le etichette: sportive, concertistiche, ribelli, sconclusionate, demenziali o volgari che siano. Chi è stato? Gente di casa (Croazia) e gente di oltreconfine (stranieri) che ha lasciato traccia di sé in uno strampalato repertorio plurilinguistico: Travel guides, Soñando per le mundo, Pussy lovers gang, Vukovar je naša kuća, Directivo ultras, Kinder Spiel Stadt e via etichettando una bizzarra e frustrata necessità di singoli e di gruppi di farsi notare. Se non altro su un palo. La manutenzione dell’Arena e dei suoi dintorni in estate è perfetta. L’altra mattina era in corso un lavaggio generale con karcher a spruzzo-estrazione da parte delle maestranze dell’Herculanea. E ci vorrebbe un impiegato comunale munito di spugnette e raschietti ingaggiato in pianta stabile, soltanto per rimuovere la stupidità umana che si nutre di adesivi e scarabocchi. La ribellione non autorizzata su pseudobacheche espositive inventate, potrebbe essere (quasi) perdonabile finché non imbratta il patrimonio storico e gli elementi di decoro che lo attorniano. È un peccato non potersi difendere.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display