Castion, la protesta non si ferma

Durante la performance sottolineato lo scarso interesse dei cittadini verso una problematica che li tocca da vicino

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Castion, la protesta non si ferma
La protesta ai Mercati cittadini. Foto: Sasa Miljevic/PIXSELL

A Pola e dintorni tornano le manifestazioni contro il Centro regionale di trattamento dei rifiuti di Castion. Nel fine settimana una ventina di attivisti, diversi con il camice bianco e la maschere antigas, si sono dati appuntamento ai Mercati cittadini per ribadire la loro netta e ferma contrarietà all’impianto di smaltimento e trattamento dei rifiuti di Castion. Gli attivisti sono tornati in piazza sopratutto con l’obiettivo di informare e sensibilizzare la cittadinanza sulle problematiche ambientali e i rischi per la salute derivanti dal Centro di Castion, considerato da loro una vera e propria bomba ecologica e sanitaria pronta a scoppiare. Inoltre, è stata colta l’occasione per annunciare una nuova giornata di protesta contro l’impianto, in programma per il 30 settembre. Tra gli attivisti scesi in piazza nel fine settimana c’era anche Boris Kapuralin, organizzatore del sit in di sabato, che – nonostante tutti conoscano la gravità del problema – non riesce proprio a spiegarsi lo scarso interesse dei cittadini verso una problematica che, direttamente o indirettamente, li tocca da vicino. L’attivista ha quindi proseguito dicendo che il problema principale non sono i cattivi odori, ma le sostanze inquinanti e le micro particelle rilasciate nell’aria dal Centro di trattamento dei rifiuti, i cui effetti nocivi e le conseguenze e ripercussioni sulla salute pubblica si faranno sentire nel lungo periodo.

”E allora sarà troppo tardi”, ha sentenziato Kapuralin, che per quanto riguarda la mobilitazione in programma a fine mese ha dichiarato che sarà un’ottima occasione per informare i cittadini di Pola e delle località limitrofe sui rischi e sui pericoli connessi alla presenza e all’attività dell’impianto di Castion. “Non lo faremo noi, ma gli esperti”, ha quindi aggiunto l’attivista, che ha chiuso il discorso chiedendosi se esista qualcosa di più prezioso della vita umana. All’incontro non poteva mancare l’Associazione eco-ambientalista “Istria Verde”, sabato scorso rappresentata dalla sua presidente, Irena Burba, la quale ritiene inammissibile che per l’ennesima estate i residenti dell’area circostante il Centro di trattamento dei rifiuti abbiano dovuto convivere con gli odori nauseanti sprigionati dall’impianto. “I cittadini sono esasperati e giustamente preoccupati per la loro salute”, ha detto l’ambientalista, che assieme a un altro attivista, Željko Ilić, ha puntato il dito contro l’intero progetto, dicendo che il Centro regionale non sarebbe mai dovuto essere stato costruito a Castion. Ilić ha poi rincarato la dose criticando anche la scelta delle tecnologie per l’impianto.

Al comizio con mascherine e maschere antigas.
Foto: Sasa Miljevic/PIXSELL

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