Rovigno. «Di questo mar che è il mondo…»

Nella sede della CI presentato il libro nel quale Rosanna Turcinovich Giuricin celebra il ricordo della figura paterna

0
Rovigno. «Di questo mar che è il mondo…»
Rossana Poletti e l’autrice Rosanna Turcinovich Giuricin dalanti al pubblico rovignese. Foto: Roberta Ugrin

Nella Comunità degli Italiani “Pino Budicin” è stato presentato giovedì sera, dinanzi a un numeroso pubblico, il libro di Rosanna Turcinovich Giuricin intitolato “Di questo mar che è il mondo…”.

La presentazione del volume è stata moderata dalla giornalista Rossana Poletti, la quale ha saputo interpretare con maestria l’intimità dei temi trattati dall’autrice nelle pagine del libro, che grazie allo studio del portolano, è riuscita a far rivivere e descrivere dettagliatamente il viaggio per mare di Bepi, padre dell’autrice, tra villaggi, baie e approdi, con soste nelle casette dei pescatori lungo le isole della costa dalmata.
La trama del romanzo, ambientata nel 1939, racconta la vicenda del giovane istriano Bepi, che si ritrova sulla via del mare per intraprendere il tragitto che dalla sua nativa Rovigno lo porterà a Zara, passando per lo stretto braccio di mare del Canale della Morlacca.
Questo è quindi il racconto di una traversata, un viaggio di formazione che porterà il protagonista a confrontarsi con un mondo che sta cambiando, ancora fermo a metà strada tra un passato travagliato e un futuro che si fa più minaccioso. Lungo il suo percorso Bepi troverà un inaspettato compagno, un orologiaio pronto a prendere il largo a causa di un antico amore, la cui pacata e decisa presenza sarà determinante per la sua crescita. “Il personaggio di Mate, l’orologiaio di Veglia, ricorda la figura di Virgilio, che accompagna Bepi durante il suo viaggio. Un alter ego di mio padre da giovane, che si distingueva per il suo carattere rigoroso, trasmesso a me e a mia sorella Milena”, ha raccontato visibilmente commossa Rosanna Turcinovich Giuricin.
Con delicatezza l’autrice racconta un episodio della sua storia familiare che celebra il ricordo della figura paterna, un capitano che aveva il mare nelle vene, per il quale l’imbarcazione tipica rovignese, ossia la batana a remi, era considerata un modello di libertà, un veicolo fedele con il quale solcare il mare, con lo sguardo rivolto al mondo mantenendo le radici ben salde in casa, dove l’identità italiana era una consapevolezza innata. Il racconto è anche uno scorcio su un pezzo di storia italiana tragico, come l’abbandono forzato della propria terra da parte dei cittadini istriani.
Attraverso una serie di riflessioni e dialoghi, che fanno da incipit a ogni capitolo del libro, l’autrice racconta la storia di Rovigno, sua città natia dalla quale si trasferisce appena diciottenne, le tradizioni e le abitudini delle famiglie di pescatori e quelle dei contadini, mettendo in risalto i momenti di convivialità, durante i quali si condivideva il pasto e poi si cantava in compagnia, sottolineando il rapporto atavico esistente da secoli tra i rovignesi e il mare.
Presenti tra il folto pubblico pure il vicesindaco in quota CNI David Modrušan, il Console onorario d’Italia a Pola Tiziano Sošić, il presidente onorario dell’UI Giovanni Radossi e la preside della SMSI di Rovigno Ines Venier.
A fare gli onori di casa è stato il vicepresidente del sodalizio Matteo Tromba, il quale ha omaggiato le due ospiti con delle splendide rose, ringraziando particolarmente l’autrice per aver condiviso momenti di vita privata e riflessioni che accomunano un po’ tutti i rovignesi sparsi nel mondo.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display