L’edificazione e l’abbattimento di un edificio possono cambiare totalmente il volto di una cittadina. Umago ne è un esempio. Infatti, oggi nell’immaginario di tutti la piazza cittadina si estende ampia e sgombra verso il mare, ma non sempre è stato così. Nei secoli scorsi, dove oggi giace un piazzale lastricato, si ergeva invece il palazzo municipale. Nel 1924 un vasto incendio ne devastò la struttura, lasciandone solo l’ossatura, che in seguito (quattro anni dopo) fu abbattuta.
E proprio questo memorabile incendio è stato il tema della conferenza storica che ha avuto luogo giovedì sera presso la Comunità degli Italiani “Fulvio Tomizza”, proposta dalla professoressa Erika Sporčić Calabrò, la quale ha intrattenuto il pubblico sull’argomento “Alcune note sul vecchio municipio di Umago”. Per l’occasione la storica ha presentato documenti inediti che è riuscita a reperire nel corso delle sue ricerche. Si tratta, in particolare, di tre lettere e un telegramma nei quali vengono descritte le dinamiche dell’incidente e sono nominate le persone accorse immediatamente sul luogo per salvare il salvabile.
Le fiamme si propagarono la notte tra il 30 e il 31 gennaio 2024, innescate da una stufa difettosa e diffuse ancora di più dalla presenza di una forte bora, ha spiegato la professoressa Sporičić Calabrò. Nei quattro documenti rinvenuti si parla di materiale messo in salvo, da cui nasce l’interessate quesito di dove si trovi ora tale materiale e perché non sia mai stato ritrovato. Infatti, era convinzione comune che non fosse sopravvissuto nulla all’incendio. Tra i vari documenti c’è una proposta di encomio per i soccorritori da parte del colonnello Sante Laria, comandate di legione inviata alla Regia Prefettura della provincia dell’Istria.
A pochi giorni dal misfatto anche il commissario prefettizio di Umago, Antonio Cleva, scrisse al comando della Guardia di Finanzia per proporre un riconoscimento a chi si prodigò nelle prime ore dell’incendio per cercare di salvare il palazzo ed evitare che le fiamme avolgessero gli edifici vicini, prima dell’arrivo via mare dei pompieri da Pirano.
Il fuoco devastò oltremodo la struttura del Municipio, tanto che le autorità decisero di non investire nella sua ricostruzione, lasciandolo riversare fino al 1928 nelle condizioni di un rudere, prima di abbatterlo definitivamente. Un argomento interessante che ha coinvolto il pubblico, regalando diversi spunti di conversazione su questioni quali i documenti mai ritrovati, la loro natura e il luogo in cui furono deposti.
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