La «Vodovod Labin» rimane ad Albona

La Corte costituzionale ha abolito il decreto governativo sull’inglobamento della municipalizzata nella «sorella» polese

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La «Vodovod Labin» rimane ad Albona
La sede della “Vodovod Labin”. Foto: Tanja skopac

La Corte costituzionale ha abolito martedì il decreto del governo che prevedeva, tra l’altro, l’inglobamento della municipalizzata preposta alla gestione dell’infrastruttura idrica e di quella fognaria nell’Albonese “Vodovod Labin” nella ditta che si occupa della gestione dello stesso tipo d’impianti di Pola. A esprimersi riguardo alla decisione sono stati ieri il sindaco di Albona, Valter Glavičić e il direttore della “Vodovod Labin”, Alen Golja, i quali si sono detti soddisfatti della decisione della Corte costituzionale, alla quale le autonomie locali dell’Albonese avevano avanzato, dopo l’entrata in vigore del decreto in parola, una querela per la valutazione della costituzionalità dell’atto.

“Ho creduto sin dal primo giorno che la sentenza sarà a nostro favore, perché nessuna logica poteva giustificare il decreto. Ero ottimista fino alla fine, anche se i colleghi mi dicevano che l’esito sarà sfavorevole per noi”, ha dichiarato Golja, dicendo di aver sottolineato più volte durante gli incontri sul tema del decreto con i rappresentanti del governo che la nuova Legge sulle acque e, di conseguenza, pure il decreto non sono conformi alla Legge sulle società commerciali e che le procedure legate al passaggio di proprietà non possono essere basate sulla situazione finanziaria nel 2018.
“Allo stesso modo, il Ministero non può violare una legge approvata dallo stesso dicastero e definire le istituzioni pubbliche preposte alla prestazione di servizi senza rispettare le leggi in vigore. La ‘Vodovod Labin’ ha tutti i requisiti per rimanere un fornitore pubblico autonomo. Abbiamo vinto la prima partita. Ora il governo croato deve approvare un altro decreto e dobbiamo prepararci per un’altra lotta. Tuttavia, adesso, oltre ai titolari della nostra ditta, ai consiglieri cittadini e comunali, ai dipendenti e alla cittadinanza, abbiamo dalla nostra parte pure la Corte costituzionale”, ha affermato Golja, dicendosi convinto che il governo, nel redigere il nuovo decreto, saprà prendere decisioni giuste e conformi alle leggi in vigore, in base alle quali la “Vodovod Labin” continuerà a operare autonomamente.
Ha confermato inoltre di essere rimasto sorpreso dal fatto che gli unici ad aver presentato una richiesta per la valutazione della costituzionalità fossero stati, oltre alle autonomie locali dell’Albonese e della “Vodovod Labin”, soltanto le ditte operanti nello stesso settore ad Abbazia e a Metković, nonché la Città di Ivanec. Si aspettava una lista più lunga di “insoddisfatti” in base alle reazioni di una serie di istituzioni alla decisione dell’Albonese di segnalare alla Corte costituzionale i difetti del decreto.
“Sono soddisfatto della decisione della Corte costituzionale della Repubblica di Croazia perché ho creduto fermamente nei nostri argomenti e nelle nostre valutazioni. Sono stati giustificati i nostri sforzi investiti al fine di dimostrare che la ‘Vodovod Labin’, con la sua tradizione di 85 anni, il sapere e l’esperienza, ma anche con i suoi risultati finanziari, sia in grado di essere autonoma e che la sua incorporazione nella ditta polese sarebbe non soltanto uno sbaglio, ma un grave danno per Albona e tutto l’Albonese. Credo che il governo croato adotterà la decisione della Corte costituzionale e che presto redigerà un altro decreto, che confermerà l’autonomia e la sostenibilità della ‘Vodovod Labin’, per permettere che quest’ultima continui a prendere decisioni riguardo agli investimenti nel sistema infrastrutturale nel rispetto delle esigenze degli abitanti del nostro territorio”, ha dichiarato Glavičić.

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