«La mia scuiera» di Claudio Grassi. Il mare e la pesca, elementi di vita

Presentato al Teatro «Antonio Coslovich» il libro scritto con la collaborazione di Maura Favretto

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«La mia scuiera» di Claudio Grassi. Il mare e la pesca, elementi di vita
Maura Favretto, Caludio Grassi e Floriana Bassanese Radin. Foto: NICOLE MIŠON

È stata una di quelle serate piacevoli trascorse tra amici, durante le quali ci si sente a casa, circondati da persone care a ricordare il passato, le storie comuni che costellano l’identità e la realtà di un luogo, di un paese. Non è una cosa scontata e non capita sempre alla presentazione di un libro, ma giovedì sera in occasione del lancio de “La mia scuiera” di Claudio Grassi, scritto con la collaborazione di Maura Favretto, la magia si è realizzata. Il titolo dell’opera si riferisce a quella che oggi è conosciuta come la diga di Umago, ma per chi è nato nella Cittavecchia è ed è sempre stata la “scuiera”.

All’evento organizzato dalla Comunità degli Italiani “Fulvio Tomizza” e svoltosi presso il Teatro cittadino “Antonio Coslovich” di Umago erano presenti il candidato al seggio specifico della CNI al Sabor Furio Radin, vicepresidente del Sabor e deputato uscente, il suo sostituto Marin Corva, presidente della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana, Fabrizio Somma, in rappresentanza dell’UPT e il vicesindaco di Umago Mauro Jurman.
A fare gli onori di casa è stata la presidente del sodalizio umaghese, nonché vicesindaco in quota CNI Floriana Bassanese Radin, che ha dato il benvenuto al numeroso pubblico e agli autori della fatica letteraria: Claudio Grassi e Maura Favretto.

La prima stesura
Il libro è nato come un manoscritto di una ventina di pagine, nel quale l’autore ha ricostruito la genealogia della sua famiglia e ha ripercorso le vecchie tecniche di pesca che con il tempo sono scomparse. Dopo questa prima stesura, consegnata in formato digitale alla presidente della Comunità, si è unita al progetto Maura Favretto, la quale ha aiutato a trovare un filo conduttore al lavoro già svolto da Grassi. “Il libro è cresciuto e si è rimpolpato bene, perché nei nostri vari incontri chiacchieravamo e allora nascevano nuove idee e nuovi capitoli – ha commentato Favretto –. Gli ho chiesto di scrivere delle pagine sui venti e lui il giorno dopo mi ha consegnato il lavoro finito. Sono un’insegnante e ho pensato che non ho mai avuto un alunno così diligente”. Uno studente modello, che però ammette di non essere stato tra i primi della classe al tempo della scuola. “Stavo sempre nell’ultimo banco, non ero un gioiello, ma poi mi sono ripreso ai tempi delle medie – scherza Claudio Grassi –. Questo libro è nato con un po’ di fatica, un lungo ripensamento e una preparazione per trovare tutte le informazioni che mi servivano sulle reti, sulle stagioni, sui pesci e sui membri della mia famiglia, per ricostruirne il passato”.
Papà Carlo è una presenza costante nel libro, sia ovviamente come figura affettiva a cui il pescatore è profondamente legato, sia come personaggio emblematico per gli umaghesi. “Mio papà era riconosciuto da molte persone come un professionista di alto rango e un innovatore dei sistemi di pesca rispetto al passato – ha ricordato Grassi –. Il mio amore per il mare è nato quando ero piccolo, ho iniziato con l’acchiappare pesci più piccoli e granchi, poi man mano ho cominciato a pescare pesci più grandi. Mio papà e mio nonno non erano pescatori, uscivo in barca con loro, assieme ad altri personaggi sempre presenti nel corso della mia infanzia”.

«Pesce fresco»
Rimanendo in tema di bambini, la filodrammatica giovani della “Fulvio Tomizza”, guidata dalle insegnanti Ivana e Roberta Lakošeljac, ha donato una nota di brio alla serata, proponendo uno sketch intitolato “Pesce fresco”. Una performance in linea con il tema dell’evento, grazie alla quale i futuri pescatori hanno allietato il pubblico tra battute e simpatia.
La presidente della CI ha ricordato che sono proprio le pubblicazioni come “La mia scuiera” a permettere d’imprimere nella memoria storie, avvenimenti e personaggi fondamentali per la realtà umaghese, legati indelebilmente all’identità della CNI e allo stesso tempo a mantenere in vita uno stile di vita che affonda le sue radici nel passato. “La tradizione verrà portata avanti dalla mia famiglia, mio figlio ha preso in mano il mestiere di famiglia”, ci ha tenuto a ribadire Claudio Grassi.
Un percorso lungo e minuzioso, delineato grazie alla volontà di voler presentare un’opera organica e ben strutturata tra l’esperienza personale e la vita quotidiana dei pescatori. “Abbiamo fatto un discorso organico che nasce con la mappatura della famiglia e della Cittavecchia di Umago, la parte tecnica e la parte finale che è la parte più bella, con gli aneddoti più divertenti e i ricordi”, ha affermato Maura Favretto.
Nel libro l’autore ripercorre i segreti del mestiere, i luoghi cari e allo stesso tempo fondamentali per i pescatori locali, i vari tipi di imbarcazioni e i metodi di pesca ormai scompari, le varietà di pesce della zona, termini tecnici e molto altro. È stata quindi l’occasione giusta per testare la preparazione degli umaghesi in fatto di mare e di pesca con un “blitz quiz” preparato ad hoc per il pubblico. Bisogna ammettere che i presenti se la sono cavata abbastanza bene nel rispondere alle domande.
La serata si è conclusa con l’esibizione del coro misto del sodalizio locale, diretto dal Maestro Maurizio Lo Pinto, il quale ha eseguito in modo egregio tre brani dedicati appunto al mondo del mare. Il gruppo vocale ha proposto “El pescador”, “Ribari” e “Marinaresca”, guadagnandosi un meritato e caloroso applauso da parte del pubblico.
Al termine della presentazione del libro, le persone si sono spostate nel bar del sodalizio per trascorrere assieme un movimento conviviale, tra chiacchiere e buon cibo, dove l’autore ha firmato le copie del suo libro. “La mia scuiera” ripercorre un mondo che a tratti non c’è più e che si sta modificando, forse com’è normale che sia, e lo fa con onestà e con la consapevolezza che la pesca è un elemento fondamentale per tutti i paesi che si adagiano sul mare.

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