Buie. I 50 anni della SMSI in una ricca monografia

Il volume, edito dalla «Leonardo da Vinci, è stato presentato nei giorni scorsi nel teatro cittadino. Si tratta di 136 pagine con circa 300 immagini che raccontano la fondazione, le attività e la storia dell'istituzione

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Buie. I 50 anni della SMSI in una ricca monografia
L’edificio della SMSI. Foto: ERIKA BARNABA

È stata presentata, nel teatro cittadino operante in seno all’Università popolare aperta di Buie, la monografia “I nostri primi 50 anni”, edita dalla Scuola media superiore italiana “Leonardo da Vinci” di Buie, che vede come editore responsabile Irena Penko, preside dell’istituzione. È stata proprio quest’ultima, dopo la proiezione di un video nel quale è stato presentato l’operato nella scuola negli anni più lontani, ad accogliere il pubblico e le numerose autorità in sala.

“La nostra scuola è motivo d’orgoglio per la nostra comunità, per il Buiese e per tutto il territorio dell’Istria nord-occidentale. Per la ricorrenza del suo 50.esimo anniversario della fondazione ha ricevuto un dono di inestimabile valore, un edificio nuovo, pronto ad accogliere, a istruire e formare innumerevoli generazioni di futuri allievi a garanzia del futuro della nostra cultura e presenza. Cinquant’anni fa, come oggi, la missione della nostra scuola è stata ed è la formazione, l’educazione e la socializzazione in lingua italiana degli allievi nonché la valorizzazione e la tutela della lingua e della cultura italiana nei luoghi d’insediamento storico della CNI. Ciò è reso possibile anche grazie al continuo sostegno e all’interesse dell’Unione Italiana, dell’Università popolare di Trieste, del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale della Repubblica Italiana, però anche grazie alla professionalità e alla collaborazione del Ministero della Scienza e dell’Istruzione nazionale e dell’Agenzia per l’educazione e la formazione. Essenziale è il ruolo del fondatore, la Regione istriana. Significativi pure la costante presenza e l’appoggio da parte dei Comuni del territorio e delle Città, in particolar modo di Buie e delle Comunità degli Italiani del nostro territorio. Eravamo, siamo e saremo sempre una scuola polivalente la cui offerta formativa comprende diversi indirizzi di studio liceali e professionali. Da sottolineare che quasi la metà dei dipendenti della nostra scuola sono ex allievi. Ci consideriamo quindi una piccola grande scuola, una famiglia allargata in cui tutti si conoscono, dove non solo si premiano i più bravi, ma si tira fuori il meglio da ciascuno di loro”, ha rilevato la Penko concludendo con un pensiero e un ringraziamento a tutti coloro che li hanno preceduti scrivendo la storia di questa scuola dal 1970 in poi, operando in condizioni non sempre facili e semplici, educando e formando generazione intere di allievi.

Le autorità in prima fila.
Foto: ERIKA BARNABA

Momenti da ricordare
La preside ha ricordato i numerosi allievi che sono diventati personaggi pubblici con ruoli importanti nella società, professionisti, cittadini attivi nel mantenere viva la lingua e la cultura italiana. Il volume è stato realizzato con il contributo del MAE-CI della Repubblica italiana per il tramite dell’UI, il presidente della quale, Maurizio Tremul, ha presenziato alla serata. In sala pure il sindaco della Città di Buie, Fabrizio Vižintin, il suo vice eletto in quota CNI, Corrado Dussich, che è stato pure allievo della prima generazione, numerosi presidi, Lorella Limoncin Toth, soprintendente ai beni culturali per la Regione istriana, direttrici e presidenti delle istituzioni scolastiche e CI locali, nonché ex presidi della SMSI che, in ordine cronologico sono stati: Josip Mihovilović, Giuseppe Rota, Luciano Monica, Mirella Barušić, Loredana Bogliun, Lucio Lubiana, Fulvio Titonel, Celestino Gasperini, Arden Sirotić, Claudio Stocovaz e la preside attuale, Irena Penko.

Claudio Stocovaz.
Foto: ERIKA BARNABA

La redattrice responsabile del volume è Tamara Tomasich, professoressa di lingua e letteratura italiana: “Come figlia di un alunno della prima generazione, come ex alunna e come docente da ormai 18 anni della ‘Da Vinci’, mi sono sentita onorata quando la nostra preside mi ha proposto di occuparmi della realizzazione della monografia. Sono proprio gli ambienti della scuola media superiore che ci regalano i ricordi più grandi e questo è stato il filo conduttore che ho voluto prendere come base per dare vita alla nostra monografia. Da ex alunna ho cercato di capire cosa avrei voluto vedere nello sfogliare un volume così importante e subito la mia mente ha pensato agli album fotografici di famiglia che raccolgono le immagini e i momenti felici che vanno ricordati, in parte nel cuore, ma in gran parte anche attraverso questi pezzi di carta con volti sorridenti che simboleggiano i momenti felici della vita di ognuno di noi. Attraverso questa monografia gli allievi potranno comprendere che la nostra scuola è più che una semplice istituzione che li prepara per il futuro. È pure un luogo in cui si entra bambini e si esce adulti, si cresce, si forgia il proprio carattere, si ride, si piange, ma soprattutto si crea quel bagaglio di ricordi che terrai appresso sempre, ovunque tu vada. In quest’anno scolastico ho visto numerosi ex alunni entrare timidi nella nuova scuola, mossi nel vedere non ciò che c’è di nuovo, ma ciò che è rimasto di quando la frequentavano loro. Questo significa che la ‘Leonardo da Vinci’ è una famiglia, un punto fermo da dove partire e dove si può sempre ritornare. Concludo con un pensiero di Dalai Lama: ‘Dona a chi ami ali per volare, radici per tornare e motivi per rimanere’. Quindi noi stasera vi vogliamo donare il motivo per il quale siete ritornati”, ha rilevato la Tomasich.

Irena Penko, Tamara Tomasich e Giordano Trani.
Foto: ERIKA BARNABA

A fare un’analisi tecnica del volume è stato Giordano Trani, bibliotecario e presidente del comitato scolastico. Ha presentato il Comitato di redazione che, oltre a lui, alla preside e alla Tomasich è composto pure da Ketrin Antolović Dešković, Fiorella Biasiol, Lorena Kmet e Pamela Sirotić. Quindi 136 pagine con circa 300 immagini che raccontano la fondazione, le attività scolastiche e i cenni storici, senza far mancare alcune interviste e i ricordi e le riflessioni di ex presidi, professori e alunni. Racconta pure come la SMSI prese il nome di Leonardo da Vinci ed elenca tutte le generazioni in ordine cronologico. Nelle ultime pagine è stato presentato il collettivo, con la cronologia dei presidi, come pure con un capitolo intitolato “Ieri allievi e oggi prof!”. In primo piano pure le attività quali l’attivissimo “Gruppo artistico culturale” e quello della “Storia del territorio”. In conclusione non mancano alcuni cenni di vita scolastica e la presentazione del giornalino che la scuola annualmente mette in stampa e che presenta le numerose escursioni storico-culturali, i progetti realizzati, i pensieri di allievi e professori, come pure i successi nelle varie competizioni.

La copertina del volume presentato.
Foto: ERIKA BARNABA

Non lasciarsi scoraggiare
A prendere la parola pure Jessica Acquavita, vicepresidente della Ragione istriana ed ex alunna della scuola: “Quando frequentavo questa scuola, c’era ancora il vecchio edificio che, quando pioveva e bisognava andare dal preside, bisognava mettere una passerella di legno perché altrimenti ti bagnavi le scarpe. Questo per dire che, comunque e nonostante, le difficoltà ce l’abbiamo fatta. Tutti quanti abbiamo concluso con successo il nostro percorso scolastico. Molti di noi sono oggi persone di spicco della nostra CNI e questo vuol dire che questa scuola ha dato i suoi frutti e sono sicura che continuerà a darli. Grande la sua importanza per questo territorio, per questa Regione, ma anche per questo Stato, che ha delle minoranze, quindi ha dei valori in più e dovrebbe rendersene conto. Spesso lo fa, spesso ci presenta delle sfide davanti. Molte le abbiamo superate, molte rimangono ancora da superare e il mio appello è quello di non lasciarsi scoraggiare perché siamo noi a dare linfa alle nostre istituzioni e dobbiamo continuare a farlo con orgoglio, tenacia, come abbiamo fatto finora”, ha sottolineato.

Jessica Acquavita.
Foto: ERIKA BARNABA

Claudio Stocovaz, preside dal 1996 al 2013, ha ricordato il 6 settembre del 1969, quando l’Assemblea comunale di Buie, che allora comprendeva un territorio molto più ampio, approvò l’atto di fondazione della Scuola media professionale con lingua d’insegnamento italiana per permettere la formazione, l’istruzione e l’educazione nella madrelingua italiana e permettere a tutti di conseguire un diploma senza dover affrontare gli spostamenti nelle altre scuole. Come raccontato inoltre da Stocovaz, tutto era condizionato da un accordo politico, dall’apertura di un’analoga istituzione scolastica in lingua slovena a Trieste e ambedue i progetti furono approvati dal Comitato misto di collaborazione. Era il 7 settembre del 1970 quando la prima generazione venne accolta tra i banchi della Scuola media generale italiana di Buie, oggi Scuola media superiore italiana “Leonardo da Vinci”, che vide l’inaugurazione ufficiale solamente due giorni prima, il 5 settembre del 1970. Con grande responsabilità, l’allora preside Josip Mihovilović, che ricopriva pure le veci di segretario e insegnante di diverse materie, riuscì a raggruppare ben 13 docenti qualificati che garantirono il decollo della neo inaugurata scuola che, assieme al già operante ginnasio croato, entrò a far parte del “Centro scuole medie”.
La serata, che ha visto nei suoi intermezzi altri video creati dagli alunni in cui, tra numerose immagini, musica di altri tempi e quella contemporanea, venivano presentate le attività, la sede e le lezioni, si è conclusa con la distribuzione delle copie della monografia rese disponibili per l’occasione e con una visita al nuovo edificio.

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