Buie. A 103 anni dall’uccisione commemorato il noto rivoluzionario Francesco Papo

All’epoca dei fatti si diceva che i fascisti avessero paura di lui anche dopo la sua morte

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Buie. A 103 anni dall’uccisione commemorato il noto rivoluzionario Francesco Papo
I partecipanti alla commemorazione. Foto: Erika Barnaba

Era il 30 marzo del 1921 quando venne assassinato il rivoluzionario buiese Francesco Papo. A 103 anni di distanza è stato ricordato con una commemorazione iniziata di fronte alla casa dove è stato assassinato, sulla quale si trova una targa in suo ricordo, per poi spostarsi al camposanto per un secondo omaggio.

A rivolgersi inizialmente ai presenti è stato Edi Andreašić, vicepresidente dell’Unione degli antifascisti del Buiese. “Celebrando il 103º anniversario gli abbiamo reso il rispetto che merita. Papo, giovane progressista, rivoluzionario, socialista, nonché segretario del Circolo giovanile comunista di Buie, venne ucciso nell’anno in cui in Istria si verificarono importanti eventi storici. Gli istriani furono i primi in Europa e nel mondo a opporsi al fascismo con la resistenza armata organizzata, le più famose delle quali furono la rivolta del Prostimo e la Repubblica di Albona, mentre nelle nostre immediate vicinanze ebbe luogo la lotta contro i fascisti alle barricate di Mareziga e Ospo. Francesco Papo a Buie, Ante Ciliga e Giovanni Pippan, leader delle insurrezioni del Prostimo e di Albona, Pietro Ive a Rovigno, furono luminosi esempi e guide delle organizzazioni segrete antifasciste ‘TIGR’ e ‘Borba’, che furono create in seguito per difendere croati e sloveni dallo spopolamento fascista. Membro di spicco di ‘Borba’ fu Vladimir Gortan, arrestato e fucilato nel 1929. Furono così create le basi per lo scontro finale con il fascismo, perché il movimento antifascista si trasformò nel movimento di liberazione nazionale, che con la sua lotta partigiana riuscì a vincere e a liberare il Paese dall’occupatore nazista. Un rispetto profondo va a Papo, che con i suoi giovani compagni socialisti e comunisti fece parte di un movimento progressista che per primo si oppose al fascismo”, ha rilevato tra l’altro Andreašić.
È seguito l’intervento del sindaco di Buie, Fabrizio Vižintin. “Questo è un momento in cui celebriamo la nostra verità, identità e il nostro atteggiamento nei confronti delle idee di assolutismo, razzismo e nazionalismo. Dimostriamo che siamo contrari a tutte le idee che hanno creato terribili disastri nel mondo e a causa delle quali sono morte milioni di persone. Dobbiamo sempre lottare contro queste ideologie e non dobbiamo mai dimenticare queste atrocità affinché non si ripetano in futuro”, ha sottolineato Vižintin.

Un buiese mai dimenticato
Papo, nato il 7 marzo 1896, già da giovane fu attivo nella vita sociale, lottando costantemente per i diritti dei lavoratori. Combatté anche sul fronte russo. Ma quello per cui sarà ricordato è il suo discorso al funerale di Giovanni Sincovich, trovato morto in una pozza di sangue. In quell’occasione si riunì un gran numero di cittadini, che trasformarono il funerale in una protesta antifascista di massa, alla quale partecipò l’intera popolazione, portando con sé le bandiere rosse. Al funerale Papo pronunciò un discorso in cui condannò fermamente i fascisti e le autorità che li sostenevano. Ha concluso il suo intervento con le parole: “Oggi è successo a te e domani succederà a me”. Purtroppo le sue parole si avverarono, perché il giorno dopo i fascisti si presentarono all’osteria di Papo e lo uccisero brutalmente insieme a Secondo Bonetti. Come tramandato dai protagonisti di quell’episodio, Papo, quale dirigente della gioventù socialista, fu il più preparato e rivoluzionario di tutti. Aveva una vasta cultura e, in quanto responsabile della biblioteca marxista, istruiva i compagni nella fede socialista e nell’azione rivoluzionaria. Perciò, quando venne costituito il Circolo della gioventù comunista, ne diventò segretario e dirigente. Sotto la sua guida la sezione si rafforzò con nuovi aderenti. La biblioteca era tra le più frequentate, tanto da costituire perfino una fanfara giovanile e una filodrammatica, nella quale recitava pure Papo. Ma l’attenzione maggiore era rivolta al rafforzamento dei gruppi armati di difesa. Il centro di raccolta di tutti era la sua osteria, situata in via San Giacomo, ora Garibaldi, dove si riunivano ogni sera.

«A mio fratello»
Oggi, davanti alla tomba di Papo, si trova una stele rappresentante un tronco d’albero mozzato avvolto dall’edera, con sopra un libro aperto sulle cui pagine è scolpita la breve dedica “A mio fratello” 7.3.1896 – 30.3.1921. A scolpire questo cippo sepolcrale furono i suoi familiari, alcuni anni dopo la sua morte, in quanto le autorità di allora, terrorizzate dalle ripercussioni che avrebbe potuto provocare il suo nome, non permisero che il suo nome venisse scritto sulla tomba. A quell’epoca a Buie si diceva che i fascisti avessero paura di Francesco Papo anche dopo la sua morte. Il suo nome, per diversi decenni, venne portato con onore dall’allora Circolo italiano di cultura locale.

Fiori sulla tomba di Papo.
Foto: Erika Barnaba
Fabrizio Vižintin ed Edi andreašić.
Foto: Erika Barnaba
Un quadro raffigurante Francesco Papo.
Foto: Erika Barnaba

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