Situazione allarmante al cantiere «3. maj»

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Situazione allarmante al cantiere «3. maj»

Si fa sempre più difficile e incerta la situazione del cantiere navale “3. maj”. Gli stipendi sono in ritardo e arrivano col contagocce, la produzione è ferma, le commissioni non arrivano più, i debiti con i fornitori sono altissimi e la trattativa con Fincantieri, che doveva pronunciarsi entro giugno sull’eventuale rilevamento dello stabilimento, sembra ancora lontana dal concretizzarsi. Nel frattempo, ieri pomeriggio si è tenuto un faccia a faccia tra il Consiglio dei lavoratori e la direzione, al quale tuttavia non era presente alcun rappresentante dell’Uljanik, proprietario dello stabilimento.

“Non abbiamo ricevuto le risposte che cercavamo – ha detto il rappresentante dei lavoratori nel Consiglio di sorveglianza, Juraj Šoljić, incontrando i giornalisti al termine della riunione –. Oggi il cantiere lavora a mezzo servizio, da un anno esatto il comparto metallurgico è a secco e non sappiamo ancora quando arriverà il materiale per le cinque navi che abbiamo nel cantiere e la cui costruzione è ferma”.
Šoljić ha poi svelato un retroscena che getta nuove ombre sul possibile accordo con Fincantieri. “Oggi (ieri, ndr) abbiamo saputo che non esiste alcun documento che indichi una trattativa in corso con il gruppo triestino. Se fino all’altro giorno ci veniva assicurato che alla fine saremmo stati rilevati da Fincantieri, ora invece pare non ci sia nulla di concreto e questo apre nuovi scenari ancora più drammatici”. Il prossimo 28 giugno avrà luogo la seduta congiunta del Consiglio cittadino e dell’Assemblea regionale in merito alla situazione dello stabilimento.
“Chiederemo garanzie – ha infine aggiunto il membro del Consiglio dei lavoratori Elvis Dizdarević – e se anche lì non otterremo le risposte che cerchiamo, allora scenderemo in piazza rivendicando i nostri diritti perché la situazione è diventata insostenibile e ormai abbiamo l’acqua alla gola”.
Interpellato dai giornalisti sulla questione nel corso dell’Assemblea regionale di ieri, il presidente della Regione, Zlatko Komadina, ha fatto sapere che il gruppo Uljanik deve per prima cosa saldare i debiti nei confronti dello stabilimento di Cantrida, come previsto dal piano di ristrutturazione portato avanti dal governo, e che soltanto a quel punto si creeranno le condizioni necessarie per l’eventuale subentro di Fincantieri.
“Sia al ‘3. maj’ che all’Uljanik la produzione è ferma. La situazione è allarmante e tocca ora allo Stato intervenire chiedendo aiuto anche a Bruxelles se necessario. Qui c’è in gioco la sopravvivenza della cantieristica e di migliaia di posti di lavoro”, ha affermato Komadina.

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