MMSU. Decisioni che hanno cambiato la storia

Conferenza al museo dello storico, prof. Tvrtko Jakovina

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MMSU. Decisioni che hanno cambiato la storia
Dinko Tamarut, Tvrtko Jakovina e Vojko Obersnel. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Gli spazi del Museo d’Arte moderna e contemporanea (MMSU) di Fiume hanno ospitato la conferenza del noto storico e politologo Tvrtko Jakovina, professore ordinario di storia mondiale presso la Facoltà di Filosofia dell’Università di Zagabria, sull’importanza della storica Decisione del Consiglio antifascista di Stato per la liberazione popolare della Croazia (ZAVNOH), datata 20 settembre 1943, relativa all’annessione dell’Istria, di Fiume, di Zara, delle isole e degli altri territori alla Croazia, organizzata dall’Associazione dei combattenti antifascisti e degli antifascisti della Città di Fiume (UABA). Infatti, ha spiegato l’esperto, nel succitato anno, in quella data ebbe luogo a Pisino il primo incontro dei rappresentanti nazionali istriani provenienti da tutte le parti dell’Istria, i quali accolsero con favore la dichiarazione del Comitato regionale di liberazione popolare dell’Istria, risalente al 13 settembre 1943, inerente all’annessione di quest’ultima alla Croazia, come pure quella dello ZAVNOH di alcuni giorni dopo (20 settembre), sull’“annessione alla Croazia dell’Istria, di Fiume, di Zara, delle isole e di altre parti del territorio nazionale occupate”. In tale contesto, ha continuato, in data 26 settembre, durante la sunnominata assemblea, vennero ancora una volta confermate le Decisioni sulla separazione dell’Istria dal Regno d’Italia e sull’unione con la Croazia e la Jugoslavia. In quell’occasione vennero altresì “apportate le delibere sull’abolizione delle leggi fasciste, sul cambiamento dei cognomi, nomi e toponimi forzatamente italianizzati, sull’apertura delle scuole croate, sull’introduzione della lingua croata in chiesa, sul riconoscimento dei diritti nazionali alla minoranza italiana in Istria quali quello relativo alla lingua, alle scuole, alla stampa e alla libera crescita culturale, come pure sul ritorno in Italia degli italiani immigrati dopo il 1918, in seguito alla denazionalizzazione dei croati”. Il decreto, pubblicato poco tempo dopo la capitolazione dell’Italia, avvenuta l’8 settembre del 1943, rappresenta, come rilevato, “un atto storico eccezionale, che segnò una svolta nella storia dell’Istria, di Fiume, di Zara e delle isole”. A ottobre dello stesso anno, nel corso della seconda sessione tenutasi a Plaško, lo ZAVNOH, in qualità di fondatore del massimo organo rappresentativo e legislativo croato del dopoguerra, dichiarò la Decisione di Pisino un valido documento legale statale.

Date a cui dare maggiore rilievo
A proposito dei succitati contenuti il professor Jakovina ci ha spiegato che “siccome dalla fine della primavera fino all’inizio di dicembre del 1943 il secondo conflitto mondiale era per lo più risolto, in qualità di docente di storia mondiale ho deciso di raccontare gli avvenimenti a partire dal mese di maggio dello stesso anno, cercando di descriverli anche nel contesto degli eventi relativi al Mediterraneo, all’epoca uno dei principali fulcri di battaglia. Tali circostanze influenzarono significativamente tutti i territori adiacenti all’Italia, dato che l’obiettivo era spostarsi verso Berlino, o se vogliamo verso la Germania, il che significa che le regioni della Croazia e della Slovenia acquisirono un valore molto maggiore di quello avuto sino ad allora. Questo complesso di eventi sullo stivale italiano fu estremamente importante, in quanto uno dei momenti salienti, ovvero la ratifica della Decisione di Pisino e quella relativa ai cambiamenti dei confini, coincise con la prima missione partigiana in Italia. In quell’occasione Sergije Makiedo si recò a Bari in una situazione in cui il dominio delle zone italiane era diviso, dove il generale Eisenhower copriva l’Italia mentre i Balcani e l’Adriatico erano sotto il comando del generale britannico Wilson, quindi la stessa era tesa a risolverla. Il tutto accade in quell’unico condensato momento, il quale portò alla seconda sessione dello ZAVNOH a Plaško e successivamente a Jajce, e che culminò con il grande cambiamento internazionale avvenuto con la conferenza di Teheran, alla fine di novembre/inizio dicembre del 1943”. Sulla scia delle sue parole, il presidente dell’Associazione dei combattenti antifascisti e degli antifascisti della Città di Fiume, Vojko Obersnel, ha affermato: “Trattasi di una data estremamente significativa della storia croata recente la quale, purtroppo, non viene adeguatamente commemorata. Fatta eccezione per l’Istria, che l’ha dichiarata quale Giornata della Regione, nelle altre parti interessate della Croazia viene celebrata molto fievolmente, nonostante la sua rilevanza per tutto il Paese e il fatto che, proprio grazie ad essa lo stesso è nato entro i confini nei quali esiste ancora oggi. Per tale motivo ritengo che abbisogna parlarne e onorarla come merita”. Concorde pure il presidente dell’Associazione dei combattenti antifascisti e degli antifascisti della Regione litoraneo-montana, Vinko Tamarut, secondo il quale trattasi di tre date storiche fondamentali e, nello specifico, quella del 20 settembre 1943, quando per la prima volta venne nominato il capoluogo quarnerino, specificando che “in quelle occasioni, con le apportate Decisioni, furono assicurati importanti diritti alla Comunità italiana e fatti passi significativi nella lotta contro il fascismo”.

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